Il Cardarelli torna sotto assedio
è emergenza: pazienti trasferiti

Il Cardarelli torna sotto assedio è emergenza: pazienti trasferiti
di Ettore Mautone
Lunedì 19 Marzo 2018, 22:55
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Cardarelli ancora senza respiro: per il gigante della Sanità campana ieri è scattato l’ennesimo stato di crisi: significa che si mettono in campo una serie di procedure urgenti per decongestionare il pronto soccorso trasferendo i pazienti sulle barelle nei reparti di degenza. La decisione del manager Ciro Verdoliva è stata assunta dopo un nuovo fine settimana infuocato. L’ospedale della zona collinare di Napoli, sebbene fortificato da 15 padiglioni medici, chirurgici e specialistici, e da quasi mille posti letto, è di nuovo in ginocchio. Lentamente piegato dall’urto micidiale, costante, strutturale e martellante di oltre 250 pazienti al giorno che approdano al pronto soccorso a causa delle più svariate patologie. Nonostante la porta girevole degli ingressi giri veloce anche sul versante dell’uscita, il resto del flusso e la complessità degli altri casi, sono tali da riempire inesorabilmente i reparti. Prima quelli del padiglione di emergenza (l’Osservazione breve viaggia tra i 70 e i 100 pazienti ricoverati a fronte dei 36 posti disponibili), poi gli altri. La Medicina e la Chirurgia d’urgenza sono perennemente in affanno. La Neurochirurgia arranca nel badare ai gravi traumi, agli ictus e ai malati affetti da altre patologie spesso oncologiche o funzionali che devono pur essere assistiti ed operati. I medici del dipartimento di emergenza questa volta tacciono e a farsi sentire sono soprattutto gli infermieri della Uil che dichiarano lo stato di agitazione. 
«Fate presto» scrivono in un appello-manifesto che evidentemente rimanda al terremoto che sta scuotendo il pronto soccorso del Cardarelli. «Oltre 100 pazienti allo stato attuale - si legge nel volantino - sono stipati tra l’Osservazione breve intensiva e i super affollati corridoi del pronto soccorso a fronte di una struttura che per spazi, personale ed attrezzature potrebbe contenere ed assistere al massimo 36 degenti. A partire dall’Osservazione breve, l’onda sismica - sostengono i camici bianchi - di questa endemica disfunzione sta colpendo tutte le altre unità operative del dipartimento di emergenza creando una situazione insostenibile». Sicurezza dei pazienti, qualità delle cure somministrate ai malati e carichi di lavoro insostenibili per il personale i perniciosi effetti collaterali da fronteggiare. Stamattina, intanto, è in programma in direzione generale una riunione da cui potrebbero emergere alcune novità proposte dal bed manager (il dirigente incaricato della movimentazione e dei trasferimenti dei pazienti). La richiesta dei sindacati medici, Cgil in testa, resta quella di drenare con fluidità, anche di notte, i pazienti stabilizzati verso i reparti di degenza rendendo quanto più possibile unidirezionale il flusso evitando che alla prima difficoltà dai reparti si dirottino pazienti in pronto soccorso. Così per le dimissioni da effettuare anche il sabato e la domenica se necessario con la garanzia di un sufficiente numero di medici e infermieri impegnati nei reparti come il pronto soccorso costantemente alle prese con attività ad alto carico assistenziale e ad alto rischio di violenza da parte dei familiari dei pazienti. Tra le proposte al vaglio della direzione anche quelle suggerite a più riprese in passato dai sindacati e solo in parte attuate. Ossia un diverso coinvolgimento dei Policlinici e del Monaldi nei trasferimenti, l’adeguata ricezione giornaliera dei pazienti nei reparti di degenza che poi passi attraverso un puntuale controllo dei tempi di degenza. La dimissione dei pazienti 7 giorni su 7, il ricovero diretto nei reparti specialistici e la presa in carico diretta dei pazienti ambulatoriali senza accesso dal pronto soccorso oltre che l’abolizione delle guardie padiglionali che «riducono i livelli di assistenza e non assicurano efficacia alle attività di reparto». Infine l’attenta regolamentazione dei trasferimenti interni da unire al miglioramento del servizio di trasporto interno.
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