Asili nido a rischio: settembre nero, 14 aperture in forse

Asili nido a rischio: settembre nero, 14 aperture in forse
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 18 Giugno 2018, 23:01
3 Minuti di Lettura
Il timore tra le mamme c’è. Che a settembre dovranno rimediare in qualche modo già lo sanno, per quanto tempo purtroppo ancora no. Sono in totale quattordici gli asili nido che non apriranno all’inizio dell’anno scolastico e per tutti la graduatoria non è stata compilata. Per i due nidi a gestione diretta il rischio che rimarranno chiusi è alto, mentre per gli altri dodici a gestione indiretta perché aperti con fondi Pac, c’è da aspettare tempi tecnici che potrebbero spostare di settimane il via.

Le strutture aperte e sostenute con i Pac, i fondi del Piano Azione e Coesione promossi dal Ministero dell’Interno, fin dal loro esordio sono stati piuttosto sfortunati. Il problema principale connesso a questi fondi, è che la gestione, da rinnovarsi in due riparti conteggiati su anni solari e non anni scolastici è gestita tramite una piattaforma online molto complessa. Dopo le inaugurazioni, infatti, molti nidi Pac sono rimasti chiusi anche per 8-13 mesi perché le domande non risultavano correttamente compilate. Come avvenne per «Il Cucciolo», l’unico asilo nido della Municipalità 5 (esiste solo una sezione Primavera e poi solo nidi privati), inaugurato nel gennaio del 2016 che per errori nella compilazione ha subito svariati slittamenti.

Agli inizi di maggio c’è stata una prima riunione tecnica in Prefettura tra i Comuni capofila della Campania e per Napoli erano presenti le Municipalità 2, 3, 6 e 9 (assenti la Municipalità 5 e 1) per constatare lo stato di avanzamento del programma del primo e secondo riparto e le azioni di titolarità. Inoltre, per l’occasione era stata fissata una sessione per le soluzioni di problematiche tecnico-operative. Riunione fondamentale per aiutare coloro che non sono riusciti a completare le domande sulla piattaforma online. Fiore all’occhiello nella gestione delle domande stavolta è stata Napoli, in particolare la Municipalità 3 (Stella, San Carlo all’Arena) guidata da Ivo Poggiani, che grazie all’assessore a Welfare e Scuola, Laura Marmorale, ha terminato per prima la domanda, in ampio anticipo rispetto alla scadenza, e ha aiutato anche chi era in difficoltà. È fissato al 20 giugno il termine ultimo per la presentazione delle richieste di riprogrammazione relative ai piani di intervento delle Azioni a Titolarità diretta, quindi solo dopo questa scadenza si potranno calcolare le riaperture.

Dopo la scadenza del termine ultimo fissato a mercoledì, l’Autorità di Gestione ricontrollerà le domande e darà l’ok dopo alcune settimane. Avvisati i Comuni capofila sul via libera all’assegnazione di fondi per la gestione degli asili Pac, le singole Municipalità potranno aprire il bando di gara, necessario poiché a gestire questi nidi, per legge, non è l’amministrazione comunale ma cooperative e associazioni che presentano un progetto, poi fissare la commissione di gara, ricevere le domande, controllarle, assegnare la gestione e aspettare eventuali ricorsi, poi aprire le iscrizione e pubblicare e graduatorie dei bimbi. Tempi tecnici non inferiori ai due mesi e mezzo, con ripercussioni sulle famiglie che su questi spazi fanno riferimento. 

C’è però il caso di due scuole gestite direttamente dal Comune di Napoli, che sono a rischio. Si tratta dell’Asilo Nido Romanò (14°Circolo) nella Municipalità 7, chiuso già da tempo e che molto probabilmente lo sarà ancora a lungo perché occorrono fondi ingenti per una ristrutturazione massiccia che l’amministrazione ancora non ha; e dell’Asilo Nido Fata Colorella (17°Circolo) nella Municipalità 8, chiuso a maggio dopo un’ispezione Asl, che dovrà mettere a norma l’ingresso. In questo caso dall’assessorato all’Istruzione fanno sapere che in estate si potrebbe sistemare l’ambiente.

Nel giugno 2019 finirà l’erogazione dei fondi Pac e il futuro appare incerto perché non si sa bene cosa si farà di questi nidi una volta esauriti i finanziamenti. Dei 53 nidi del Comune di Napoli, 12 sono stati aperti con i fondi del Piano di Azione Coesione, e per l’anno prossimo la cifra totale dovrà essere di 20 strutture.
© RIPRODUZIONE RISERVATA