Viaggio in Togo per la vita | Il bilancio: quando l'Africa ti scuote

Viaggio in Togo per la vita | Il bilancio: quando l'Africa ti scuote
di Nunzia Marciano
Martedì 14 Agosto 2018, 16:24
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«Sono convinto che questo viaggio cambierà profondamente la tua vita professionale e personale». Il messaggio di Enzo Facciuto è arrivato la sera prima di partire. Lui è un veterano delle missioni: è stato un po’ ovunque in Africa, grazie anche all’associazione di cui fa parte, Life and Life. L’Africa però non ti cambia, non subito almeno, non quando ci sei e non a meno di 24 ore da quando la lasci. L’Africa ti scuote, ti stordisce, ti commuove, ti mette a volte spalle al muro e ti costringe tuo malgrado a guardarla in faccia.

L’Africa ti scuote quando sorridi ai bambini, quando rispondono al tuo sorriso con degli occhioni così grandi, quando ti corrono incontro abbracciandoti anche se non ti hanno mai vista prima e anche quando si spaventano perché una bianca bionda non l’hanno mai vista prima; ti mette spalle al muro quando gli adulti ti salutano, sempre, e con gli occhi ti raccontano il loro dolore ma non mancano mai di accompagnarci un grande sorriso; ti costringe a guardarla in faccia quando la misericordia qui è solo quella delle grandi chiese e delle preghiere ad ogni ora, ma non c’è traccia di quella umana; quando ancora stenti a credere che si possa davvero morire perché senza soldi non ti curano, e per soldi non si intendono i milioni ma poche centinaia, a volte poche decine di euro.

L’Africa ti inebria quando scopri le storie dietro i volti d’Africa, quando incontri Grace che a 16 anni gioca a calcio in mezzo a tutti maschi ed è l’orgoglio del suo allenatore; quando i nomi che hai sentito si confondono ma non gli occhi, quelli no. L’Africa ti entusiasma quando di mestiere racconti la vita altrui ma in una sala operatoria ti capita anche di salvarla e fuori da quella sala paghi tu affinché qualcuno si salvi. L’Africa ti commuove e ti spezza il cuore quando pensi al visino senza espressione di Florance, che a 3 anni ha già vissuto l’orrore di due genitori che l’avrebbe gettata in un pozzo, se non fosse stato per la nonna e trattieni la rabbia e la voglia di portarla con te, lontano da tutto quel dolore.

L’Africa ti rincuora quando la forza di Suor Simona sovrasta anche il dolore e travolge concretamente queste terre e quando in Africa incontro una equipe di medici (Ida, Fausto, Roberto e anche Germana e Chiara), straordinaria ma soprattutto persone straordinarie che tu stessa sai di dover ringraziare per ciò che loro hanno fatto e hanno permesso di fare a te. L’Africa la ringrazi quando il dolore altrui rimodula il tuo e capisci che la possibilità di essere felici nella parte del Mondo giusta è un privilegio al quale nessuno dovrebbe rinunciare. Quando l’Africa la vivi così, è così che ti stordisce l’anima, ti scuote, ti emoziona, ti commuove e ti mette spalle al muro.

Non sai se e quanto ti cambierà. Ma ora non te lo chiedi. Ora ripensi alle vite che hai visto nascere, con la pelle bianca, perché in Africa si nasce con la pelle più chiara, qualche volta quasi bianca e solo dopo diventano scuri, solo dopo la pelle farà la differenza atroce spesso, tra la vita e la morte. L’Africa ti tocca l’anima in profondità, questo sì, lo sai già, lasciandoti incredula e con tanta voglia di raccontare ciò che però nemmeno a te stessa sapresti davvero spiegare. L’Africa è un mondo a sé, lo è stato l’Ospedale Saint Jean De Deiu ad Afagnan, soprattutto. L’Africa la lasci tra la malinconia della partenza e quella del ritorno a casa. Ma in fondo al cuore sai bene che quell’Africa così come l’hai conosciuta, non la lascerai mai più.  
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