La birra che parla napoletano
per «esorcizzare» i palati | Video

La birra che parla napoletano per «esorcizzare» i palati | Video
di Francesca Cicatelli
Martedì 14 Novembre 2017, 21:23 - Ultimo agg. 15 Novembre, 10:06
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I nomi delle etichette sono a prova di scaramanzia: Natavot, Jattura, CuorediNapoli e Paliat e promettono di «esorcizzare» i palati di carnivori e vegetariani in abbinamento a qualsiasi pietanza.

«Kbirr» la prima birra artigianale dedicata a Napoli e che parla il suo dialetto è stata ideata e realizzata in città da Fabio Ditto general manager della Loco For Drink. Ditto si è appassionato alla bevanda dopo alcuni viaggi in Germania riuscendo a trasformare una passione in lavoro. «Il birrificio - ha spiegato Ditto - si chiama Kbirr dalla mia esclamazione di gioia (“Uà, ch’ birr!) quando il mastro birraio ha trovato la ricetta giusta». La birra intanto sta esportando nel mondo il dialetto napoletano. «È divertente immaginare - afferma Ditto - come verrà letto il nome delle birre a seconda delle lingue con cui entrerà in contatto».
 

Nel video de Il Mattino vengono svelati anche tutti i segreti per abbinarla. E' nato intanto anche un hashtag #drinkneapolitan che è poi messaggio sulla bottiglia ovvero bevi napoletano. La Loco for drink che è da vent’anni sul mercato, è leader in Campania per l'importazione e distribuzione di birre di marche nazionali ed internazionali con una particolare attenzione alle produzioni di micro birrifici a lavorazione artigianale.  I numeri confermano un successo e un trend più che positivo: nel 2017 KBirr ha messo sul mercato 150 mila bottiglie. Oggi KBirr è distribuita nelle migliori pizzerie e ristoranti d'Italia ma anche pub e paninoteche gourmet tra cui da oggi anche 12Morsi di Vincenzo Cerbone a Napoli. E ancora Torre del Saraceno di Gennaro Esposito, Due Stelle Michelin, e Sud di Marianna Vitale Una Stella Michelin hanno in carta KBirr.  «Dalle pizzerie storiche come Starita a quelle più moderne come Ammaccam di Salvatore Santucci, la lager Natavot è l’abbinamento d’elezione con la verace pizza napoletana. La distribuzione ha valicato anche i confini regionali raggiungendo Trentino, Piemonte, Lombardia, Reggio Emilia, Lazio, Puglia, Toscana, Sicilia» conclude Ditto.
 

 
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