Ricciardi va in scena De Giovanni «strega» i fan all'Augusteo

Ricciardi va in scena De Giovanni «strega» i fan all'Augusteo
di Ugo Cundari
Martedì 3 Luglio 2018, 11:28
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Ieri al teatro Augusteo è andata in scena la prima assoluta di una grande rappresentazione scenica. Né commedia né tragedia. Era la presentazione del nuovo romanzo di Maurizio de Giovanni, Il purgatorio dell'angelo (Einaudi). A calcare il palcoscenico cinque persone. Lo scrittore, l'attrice Marialuisa Carfora, i musicisti Marco Zurzolo al sax e Davide Costagliola al basso. I quattro hanno provato a dividersi equamente il palco, non ci sono riusciti. Non avevano fatto i conti con il fantasma dell'opera, il protagonista della serie, il commissario Ricciardi. Indaga sull'omicidio inspiegabile di un uomo buono, padre Angelo. Ma il pubblico, le centinaia di persone che hanno riempito la platea e la galleria, voleva sentire un'altra storia, quella più personale di Ricciardi.

Ha iniziato, finalmente, a frequentare Enrica, a questo punto c'è qualcosa di inconfessabile che deve essere confessato. Il commissario è chiamato a cantare. La gente, a seconda di come segue le parole dello scrittore e dell'attrice, si vede subito per chi fa il tifo. Prima che inizi la messa in scena, Francesca, la più giovane del pubblico, si avvicina al palco e cerca di sbirciare dietro. Sa che lui sta provando. Vuole conoscerlo. Perché? A sedici anni, dalle statistiche e dalle ricerche, pare che i giovani non leggano tanto. «A me piace Ricciardi. È una persona vera, so che potrei incontrarla per la strada, mi sono affezionata al suo carattere». Diana, 70 anni, la pensa alla stessa maniera. Entra in teatro con quattro copie sotto braccio. Una per lei e le altre per i cugini, ai quali le spedirà autografate. «Alla mia età ci si sente un po' soli, Ricciardi mi tiene compagnia». Quando sanno che questa è la tredicesima indagine di Ricciardi, la penultima nei programmi di de Giovanni, ma soprattutto che l'ultima indagine non la presenterà da nessuna parte, hanno reazioni differenti. La ragazza si dice comunque contenta, perché «pensavo che l'ultima puntata fosse Rondini d'inverno, altri due libri sono una gran bella notizia». La signora dai capelli bianchi si fa triste, non ci crede. «Non lo farà, è solo un annuncio».

Ma de Giovanni conferma: «non voglio arrivare al punto che al mio commissario non succede più niente di speciale, non può diventare un protagonista immobile. Perciò ci sarà solo un nuovo libro e poi basta». Alla fine della serata inizia la fila degli autografi e dei selfie. Lunga e ordinata. Nessuno dei fan sa che prima di questa serata, in camerino, de Giovanni si chiedeva se ci fosse gente. A chi gli rispondeva se, dopo tutti i successi, davvero avesse paura della sala vuota, lui ammetteva: «Non sono un calciatore né un cantante, perché i napoletani dovrebbero affollare un teatro per uno scrittore?». Un tecnico, mentre lo sta microfonando, non resiste, obietta: «Ma lei è un mito, un'icona». Lui pare non crederci. Almeno fino a quando non si alza il sipario e inizia la messa in scena. A giudicare dall'intensità degli applausi, chi ascoltasse da lontano potrebbe facilmente pensare che si tratta di un calciatore o un cantante che si sta esibendo.
 
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