Luca Bizzarri, una serata al Bellini di Napoli: «Dal podcast alla stand up: ridiamoci su»

Il comico genovese con il suo NonHannoUnAmico

Luca Bizzarri
Luca Bizzarri
di Luciano Giannini
Giovedì 28 Marzo 2024, 06:46
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Carlo Freccero, acuto critico televisivo e mitico direttore della Raidue di fine secolo, diceva: «Amo i napoletani, perché noi genovesi siamo dei napoletani tristi». «Ha ragione», replica un altro genovese doc, Luca Bizzarri, che di professione fa il comico, oltre che l’attore, il conduttore e lo scrittore. Il suo podcast (trasmissione radio via web) «NonHannoUnAmico», prodotto da Chora Media, già tre giorni dopo il debutto del 29 agosto 2022 balzò primo in classifica su Spotify e Apple. 

«Da quel momento non sono riuscito più a fermarmi e ogni giorno, a mezzanotte, pubblico un nuovo episodio, che dura tra i cinque e gli otto minuti, dal lunedì al venerdì.

E il successo continua. Anzi, cresce. Siamo a 50.000 contatti giornalieri e a oltre un milione ogni mese. Siamo tornati al vertice delle classifiche». Perciò, l’approdo al teatro, prima o poi, era naturale: «NonHannoUn Amico» sarà al Bellini soltanto stasera. In scena ci sarà lui, Luca, con un microfono. Null’altro... luci, scenografia, musica. La tappa napoletana fa parte di una tournée, che terminerà a dicembre. Bizzarri globe trotter. 


«Il podcast nacque con l’intento di commentare la campagna elettorale di due anni fa, che si preannunciava ricca di spunti comici. L’idea di uno spettacolo teatrale in realtà mi era venuta anche prima; la mia pigrizia, però, mi suggeriva: “Lo scriverò...”. Alla fine, l’ho fatto, usando gli stessi temi, ma con un testo nuovo, per adattarmi a una piattaforma diversa, il teatro».

Parliamone: «”NonHannoUnAmico” è una stand-up comedy, in cui racconto la mia generazione, mettendola a confronto con quelle di prima e di dopo, inserendo spunti di attualità, partendo dalle mie debolezze che, alla fine, sono quelle di tutti». Entriamo nel merito? «La mitomania. Da quando ci sono i social, tutti pensano di avere qualcosa da dire e un pubblico che voglia ascoltare. Prendiamo posizione su qualsiasi argomento, anche se non possediamo i mezzi per farlo». 

Altre? «Le paure di tutti, che so... quella di non essere compreso... veda...». Dica: «Ce l’ho con la mia generazione. Siamo stati pessimi. Abbiamo fallito come figli e come genitori». Giudizio senza speranze! «Basta osservare i risultati: molte inquietudini dei ragazzi di oggi sono colpa di genitori non all’altezza. Un esempio macroscopico? Quando noi eravamo adolescenti, sognavamo di assomigliare agli adulti. Oggi, una mamma sgambetta assieme alla figlia su Tik-Tok. L’esatto opposto. La scarsa maturità di chi rifiuta l’età adulta, apre le porte ad altri seri problemi».

Una curiosità, il titolo: «Di fronte a certe uscite dei politici, mi chiedo... ma non hanno un amico che consigli: “Questa è meglio evitarla, potrebbe provocare un casino. Insomma, nessuno fa notare a nessuno che sta sbagliando». Questione di cultura modesta. Rispetto a un Andreotti questa classe dirigente mostra un analfabetismo senza redenzione: «Inutile scomodare Andreotti. Basta un De Michelis». Il podcast e lo spettacolo, dunque, per lei sono curativi. Dopo, si sente meglio. «Sto bene durante. E, poi, il palcoscenico è una medicina per chi fa l’attore».

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Il sodalizio con Paolo Kessisoglu continua dal 1992. Che cosa vi unisce? «La passione per il nostro lavoro. Entrambi amiamo recitare. Da Giovanni Floris a “Di martedì”, su La7, dobbiamo stare attenti a non ridere di noi. Il dettaglio, dopo 32 anni, è segno che la coppia funziona. E l’agone politico offre spunti infiniti. Ci dona delle perle. Dal nostro punto di vista, la situazione è ideale. Da quello del Paese, un po’meno. Non la vedo bene. Il cittadino Bizzarri pensa: non ci sono una destra seria e una seria sinistra. Tutti si fanno prendere dalla mitomania, dalla voglia di parlare, di dire, di apparire. A tutti i costi. Farò fatica a decidere per chi votare alle prossime elezioni».

Doppiando il presidente Zelensky nella serie «Servitore del popolo», che cosa ha inteso sullo scontro tra Russia e Ucraina e sulla ottusità che induce gli umani alle guerre? «Innanzitutto, che non fa ridere. È comicità di basso livello. Quanto alla stupidità del mondo, resto ignorante. Continuo a non capire».

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