La scultrice sorrentina Giusy Milone premiata per la statua «Viola» Foto

La scultrice sorrentina Giusy Milone premiata per la statua «Viola» Foto
di Ciriaco M. Viggiano
Lunedì 24 Settembre 2018, 19:03
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SORRENTO - Nuda, dalle forme generose come le donne ciociare, il volto teso quasi a simboleggiare la vergogna di essere giudicata e perciò la necessità di evitare lo sguardo del suo interlocutore, il ventre leggermente ingrossato come per le tante giovani di Frosinone e dintorni rimaste incinte a causa delle violenze subite per mano delle truppe marocchine nel corso della seconda guerra mondiale: ecco "Viola", la statua che è valsa alla scultrice sorrentina Giusy Milone il Premio Vallecorsa "Le vie del cinema".
 
 

Docente di discipline plastiche al liceo artistico di Tivoli, Milone si è vista assegnare il prestigioso riconoscimento per la scultura, realizzata prima in creta con l'aiuto di un gruppo di studentesse e poi in bronzo, con la quale ha offerto la propria lettura del dramma delle marocchinate: una delle pagine più buie della guerra in Italia, risalente alla primavera del 1944, quando le truppe marocchine dell'esercito francese, dopo aver sconfitto i nazifascisti, si abbandonarono a una raffica di violenze, stupri e omicidi ai danni delle donne residenti nelle province di Frosinone e di Latina. È proprio da questa tragedia, interpretata secondo la straordinaria sensibilità artistica di Milone, che nasce "Viola". Insieme alla scultrice sorrentina sono stati premiati l'attore Michele Placido per il cinema, Claudia Conte per il teatro, Alessio Porcu per il giornalismo, Fausta Dumano e Vittorio Ricci per la sezione "memorie del territorio".

Ancora un prestigioso riconoscimento, dunque, per il genio creativo di Giusy Milone. Diplomatasi al liceo artistico di Sorrento, dopo aver frequentato l’Accademia di belle arti di Napoli si è specializzata a Brera dove ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento di discipline plastiche e scultoree. A dispetto della giovane età ha già esposto in America, selezionata alla Biennale di Arte Contemporanea, oltre che nella villa comunale di Frosinone e a Veroli. L'anno scorso le è stato assegnato anche il premio di Via Margutta. Merito della capacità di declinare l'arte al femminile, descrivendo gli effetti della violenza sulle donne con rara sensibilità ed eleganza, e di un estro fuori dal comune, che le consentito di plasmare creta, ghiaccio, argilla, persino cioccolato e calcestruzzo, ricavandone autentiche opere d'arte.
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