La leggenda delle sirene spiegata ai bambini al Castel dell’Ovo

La favola delle sirene al Castel dell'Ovo
La favola delle sirene al Castel dell'Ovo
di Irene Saggiomo
Domenica 17 Dicembre 2017, 13:11
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Questa mattina, con partenza dal ponticello che conduce al Castel dell’Ovo, ci sarà un tour per bambini e ragazzi in cui si racconterà tutto sulla leggenda di Megaride. Pensata e organizzata dall’associazione Trentaremi, condotta dagli attori e illustratori di Storie a Manovella, questa passeggiata narrativa arriverà fin sopra alla terrazza dei cannoni, dove lungo il percorso s’incontreranno perfino le sirene, e saranno proprio loro le cantastorie della vera leggenda che le riguarda. «Tanto tempo fa, sulle pacifiche isole del Mediterraneo, vivevano degli esseri metà donne e metà uccelli. Ma queste creature furono cacciate dalle isole verdeggianti e spinte a vivere sulle coste, dove la terra finisce e inizia il mare. Da allora viaggiano per il Mediterraneo, cercando scogli e città più adatte a loro».

Proprio così: all’epoca della costruzione del più antico castello di Napoli, il Castel Marino, diventato dell’Ovo dopo “li facti” che si stanno per raccontare, le sirene non erano meravigliose donne con la coda di pesce, ma con mezzo corpo di uccello. Nel mare di Napoli ne vivevano tante, tra cui le tre sorelle Ligia, Leucosia e Partenope. Le sorelle si posarono sull’isolotto tufaceo di Megaride, e con il loro melodioso canto cercarono di far naufragare Ulisse, che scaltramente si fece legare all’albero maestro della nave per opporsi al richiamo, e mise della cera nelle orecchie del suo equipaggio, in modo che non sentisse il canto e non cedesse alla tentazione. Le tre sirene, per lo sconforto del fallimento, si lasciarono andare alla deriva, ma Partenope rimase impigliata tra gli scogli di Megaride, dove prima di morire, depose un uovo. L’uovo fu trovato dal poeta Virgilio, il quale lo sistemò nei sotterranei del castello, mettendolo in una caraffa di vetro piena d’acqua protetta da una gabbia di ferro, ed appesa a una trave di quercia.

Secondo la leggenda, se l’uovo fosse stato scoperto o si fosse rotto, tutto il castello sarebbe sprofondato, e una serie di sventure avrebbe colpito Napoli. Quindi il castello non crolla grazie alla presenza dell’uovo. Sono tantissime le storie e le credenze popolari intorno a questa storia, come quella del 1370, quando in seguito ad un grande terremoto, tutto il popolo pensava che Napoli fosse in preda alla sventura perché l’uovo poteva essersi danneggiato, fu la regina Giovanna I a tranquillizzare i suoi sudditi, con una sostituzione immediata dell’uovo stesso. Durante il percorso i bambini avranno un diario di bordo dove annotare dei pezzi di storia, costruiranno il racconto insieme alle guide e scopriranno con loro alcuni indizi per proseguire il cammino. Tutto questo, e molto altro, succederà al Castel dell’Ovo stamattina, appuntamento alle ore 10.

Per chi non dovesse riuscire a partecipare, il tour sulla Favola delle Sirene si replicherà giovedì 28 dicembre, sempre in mattinata. 
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