Stretta di mano De Luca-de Magistris
il disgelo nel segno di Napoli

Stretta di mano De Luca-de Magistris il disgelo nel segno di Napoli
di Gerardo Ausiello
Venerdì 26 Maggio 2017, 11:24
3 Minuti di Lettura
Il caffè del disgelo. Dopo mesi di tensioni, incomprensioni, polemiche anche personali, De Luca e de Magistris tornano a parlarsi. Sono stati protagonisti di un breve colloquio al Gambrinus, proprio dove a inizio gennaio si era incontrati i loro bracci destri, Fulvio Bonavitacola e Claudio de Magistris, per tentare (invano) di tenere aperto un canale di comunicazione tra Regione e Comune. Governatore e sindaco ieri mattina erano in piazza del Plebiscito per partecipare all'inaugurazione di Futuro Remoto. Com'è accaduto diverse volte negli ultimi mesi si sono ritrovati fianco a fianco a una manifestazione pubblica, ma stavolta non si sono ignorati né si sono scambiati velenose stoccate: era successo ad esempio di recente alla cerimonia di giuramento dei nuovi medici e odontoiatri di Napoli e provincia, al teatro Augusteo. No, stavolta il clima è stato decisamente diverso. De Luca e de Magistris si sono stretti la mano, hanno discusso per qualche minuto e si sono cercati a fine manifestazione per salutarsi e darsi appuntamento a breve per un confronto a tutto campo. A suggellare la ritrovata coesione anche il taglio del nastro di Futuro Remoto insieme: non accadeva da tanto tempo. 

È l'inizio di un nuovo corso per la politica campana, che chiude una lunga e difficile fase di crisi istituzionale tra i due enti più importanti e tra i loro vertici. A sottolinearlo è stato lo stesso ex pm, secondo cui «la stretta di mano non dovrebbe avere un rilievo politico ma poiché si parla di un gelo istituzionale molto forte tra me e il presidente De Luca, credo che la stretta di mano e lo scambio di qualche parola siano un segnale positivo». Soddisfazione viene espressa anche da Palazzo Santa Lucia per il superamento di un periodo di difficoltà nei rapporti tra governatore e sindaco. È prevalsa così la linea delle «colombe», di coloro cioè che hanno lavorato a lungo in silenzio cercando di far prevalere gli elementi in grado di unire De Luca e de Magistris mettendo da parte le ragioni che avrebbero inevitabilmente alimentato le divergenze e esacerbato gli animi. Sconfitti, invece, i «falchi», quelli che - soprattutto tra i fedelissimi di presidente della Regione e sindaco di Napoli - non avevano fatto nulla per favorire il chiarimento, anzi. Determinante è stata la mediazione di chi, come l'ex rettore Raimondo Pasquino, si è reso protagonista di incontri e contatti riservati con entrambi, degli alleati politici che pure hanno spinto in questa direzione (tra gli altri il capogruppo dei Verdi in Consiglio regionale Francesco Borrelli) e dei più stretti collaboratori - i componenti dei cerchi magici erano stati accusati dalle «colombe» di remare contro - in particolare i capi di gabinetto di Regione e Comune, Sergio De Felice e Attilio Auricchio, oltre a Bonavitacola e Claudio de Magistris. Proprio questo pressing asfissiante aveva spinto nelle ultime ore l'ex pm ad abbassare i toni di quello che in precedenza era divenuto a tutti gli effetti uno scontro istituzionale senza precedenti per tendere la mano, in modo costruttivo, all'ex sindaco di Salerno. Che, a sua volta, ha ricambiato evitando di lanciare nuove stoccate all'indirizzo di Palazzo San Giacomo. Ma fondamentale è stata pure la svolta sullo stadio Collana, che la Regione ha deciso di affidare all'Agenzia per le Universiadi (guidata dallo stesso Pasquino): un'operazione che consente di inserire lo stadio vomerese tra gli impianti che ospiteranno le gare della kermesse in programma nel 2019 salvandolo da un declino altrimenti inarrestabile. Tale mossa, come la firma del protocollo sui Bros, ha incontrato il favore del Comune: «Se continuano ad arrivare segni di cooperazione istituzionale - ha osservato de Magistris - credo che si possa dire che la stretta di mano sia un gesto non solo di galanteria ma con valore di buon auspicio per i futuri rapporti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA