Sant'Agnello, inchiesta su cessione di credito: scagionati sindaco e assessori

Sant'Agnello, inchiesta su cessione di credito: scagionati sindaco e assessori
di Ciriaco M. Viggiano
Lunedì 10 Dicembre 2018, 14:18 - Ultimo agg. 11 Dicembre, 18:10
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SANT'AGNELLO - Il gip del Tribunale di Torre Annunziata ha disposto l'archiviazione dell'inchiesta a carico del sindaco Piergiorgio Sagristani, del vice Giuseppe Gargiulo, dell'assessore Clara Accardi e dell'ex componente della giunta comunale Pasquale Esposito, per i quali la Procura oplontina aveva ipotizzato il reato di abuso d'ufficio in concorso. Stesso discorso per Loredana Lattene, ormai ex segretario municipale di Sant'Agnello, assistita dall'avvocato Bruno Castaldi, e perché da qualche giorno al servizio dell'amministrazione di Castellammare, e l'imprenditore Raffaele D'Esposito. 

La vicenda risale al 2014. Il Comune vantava un credito di 400mila euro verso il privato Pasquale De Luca per un contenzioso risalente al 1990, ma non riusciva a recuperare la somma. A quel punto l'imprenditore D'Esposito, che a sua volta era in causa con De Luca, chiese al Comune di cedergli il credito di 400mila euro vantato verso lo stesso De Luca a fronte dell'immediato pagamento di 250mila euro. Il Comune accettò e dispose la cessione del credito a D'Esposito. L'operazione fu segnalata alla Procura e così finirono sotto inchiesta il sindaco e gli assessori che avevano approvato la delibera di giunta con la quale era stato dato l'ok alla cessione del credito, il segretario comunale che vi aveva dato parere favorevole e il D'Esposito che ne avrebbe beneficiato. Alla fine, però, sono stati proprio i pm oplontini a chiedere l'archiviazione del fascicolo, riconoscendo «l'irrilevanza penale della condotta dei soggetti qualificati».

Sagristani, assistito dall'avvocato Paola Astarita al pari dei suoi assessori, può finalmente esultare: «Abbiamo sempre nutrito piena fiducia nella magistratura. La delibera finita al centro dell'indagine ha consentito al Comune di recuperare 250 mila euro per una somma che non riusciva a riscuotere da più di dieci anni. Per queste ragioni mi sono sentito sempre tranquillo. Ora anche i giudici riconoscono l'onestà, la correttezza e la legittimità del nostro modo di amministrare. La verità vince sempre».
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