«Io, grillino pionere, ho scelto il ritiro: ​dal Movimento neanche una telefonata»

«Io, grillino pionere, ho scelto il ritiro: dal Movimento neanche una telefonata»
di Antonio Cimmino
Giovedì 15 Marzo 2018, 10:53
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SAN GIORGIO A CREMANO - «Per essere un buon portavoce si sacrificano tempo ed energie, adesso ho bisogno di pensare alla mia vita privata». Ma proprio adesso? Adesso che il suo partito è all'apice della popolarità e della forza? Danilo Roberto Cascone, 33 anni il prossimo maggio, sorride e si schermisce. Il Movimento Cinque Stelle, in provincia di Napoli, fino a poche settimane fa poteva contare soltanto su di lui, unico grillino eletto in un Palazzo, nella fattispecie il Consiglio comunale di San Giorgio a Cremano. Laureando alla Federico II (due esami per completare gli studi in Economia e Scienze del Turismo), Danilo è stato insomma il primo consigliere comunale che i pentastellati hanno eletto in Campania nel 2012, con quasi 1700 voti. Nel 2015 la sfida alle amministrative contro l'attuale sindaco Pd Giorgio Zinno, poi tante battaglie in consiglio comunale e l'incarico di consigliere metropolitano. Nella stessa notte che ha consacrato il suo partito come il più votato d'Italia con oltre il 30%, però, Danilo ha scelto di dire addio alla politica, con le dimissioni da portavoce e consigliere a San Giorgio a Cremano e alla Città metropolitana.

Perché quell'addio a urne chiuse, poco dopo le 23 della domenica del trionfo pentastellato?
«In realtà era stata una decisione maturata negli ultimi mesi: però c'era una campagna elettorale importante in corso e ho preferito fare un ultimo sforzo fino al momento della chiusura delle urne, il 4 marzo, proprio per non interferire con l'esito del voto. Sarebbe stato un peccato, dopo anni di battaglie sul territorio condotte a muso duro».

E davvero lei ha rinunciato a restare sul carro dei vincitori, lei che per primo lo aveva condotto, per completare i suoi studi?
«Sentivo la necessità di tornare alla mia vita privata. Sono stati senza dubbio anni importantissimi, in cui ho arricchito il mio bagaglio umano. Ho conosciuto la sconfitta, i successi, mi sono confrontato con l'avversario politico, di volta in volta, e con il Movimento siamo arrivati a formare una squadra importante in provincia di Napoli».

Portavoce ed attivista, nel Movimento un ruolo di primo piano. Chi l'ha chiamata, tra i big, per invitarla a ripensarci, a tornare sui suoi passi?
«Ho ricevuto tantissimi attestati di stima da attivisti locali e colleghi del territorio, cittadini che negli anni si sono impegnati con il Movimento e che hanno seguito le nostre battaglie».
 
E Di Maio?
«No, nessuna telefonata dal capo politico del Movimento».

Allora Fico?
«Nemmeno».

E neanche Di Battista?
«Neppure. Nessuno di loro mi ha chiamato. Ma avevano certamente da fare».

Lo dice con un pizzico di amarezza.
«No, forse un pizzico di delusione. Sono certo che se non si sono fatti sentire è perché sono impegnati in cose più importanti, stanno affrontando un momento delicatissimo che riguarda anche le sorti del nostro Paese. Sono fiducioso, però, che passati questi giorni avremo modo di sentirci e confrontarci».

Un silenzio che ha contribuito a rafforzare il suo proposito di abbandonare il campo?
«No, questo no. Non rinnego questi anni».

Altre reazioni?
«Il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, mi ha telefonato. Con lui i rapporti non sono stati di certo idilliaci ed ho apprezzato molto il suo gesto. Negli anni sono spesso stato dipinto come una persona senza scrupoli per i miei attacchi contro il Consiglio, contro l'attività della giunta. Tuttavia ho sempre scisso la sfera politica da quella personale».

Ma adesso che farà? Non rimpiange la possibilità di ricoprire ruoli più importanti, ora che i 5 Stelle sono a un passo dal potere più vero? O magari di correre, tra qualche anno, per la carica di sindaco della sua San Giorgio?
«Assolutamente no: ho bisogno di ultimare gli studi a soli due esami dalla laurea. Ho iniziato nel 2010 la politica attiva e adesso è arrivato il momento per me di dedicarmi alla vita privata, trovare un lavoro. Anche perché è difficile vivere di sola politica».

È questo il punto?
«Soprattutto se parliamo di politica sui territori: le mie buste paga sono note a tutti e, per trasparenza, le ho spesso pubblicate su Facebook. Con 400 euro al mese, in media, non di certo è possibile campare, nonostante tutta la passione che ci si possa mettere».
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