«Sabato delle Idee», luci e ombre
su Biotestamento e libertà di scelta

«Sabato delle Idee», luci e ombre su Biotestamento e libertà di scelta
Sabato 27 Maggio 2017, 18:45
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Le connessioni di Futuro Remoto non si fermano al mondo delle scienze e delle nuove tecnologie ma arrivano fino ai grandi temi dell’attualità come la nuova legge sul fine vita. Biotestamento e libertà di scelta sono stati al centro dell’incontro de Il Sabato delle Idee, il pensatoio da cui partono riflessioni e proposte per il benessere collettivo. Quale migliore occasione se non Futuro Remoto per mettere in connessione esperti di bioetica, scienziati, giuristi e attivisti?

A moderare il dibattito Alessandro Barbano, direttore de Il Mattino che ha posto i riflettori sul tema tanto dibattuto e controverso. Il tavolo di discussione è stato ricco di ospiti: in un modo o nell’altro le storie di vita di tutti loro si collegano con il delicato tema della scelta di interrompere la vita. Ne hanno discusso in una tavola rotonda Raffaele Calabrò, parlamentare e componente della Commissione Affari Sociali, Lorenzo d’Avack, professore di Filosofia del diritto e presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, Fulvio de Nigris, direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma che gestisce il progetto “Casa dei Risvegli” del comune di Bologna, Filomena Gallo, Segretario Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica, Stefano Giordani Responsabile Oncologia Territoriale e Cure Palliative dell’USL Bologna Sud e Geminello Preterossi, direttore scientifico dell’Istituto Italiano per gli studi filosofici di Napoli.
 

«In Italia ci sono circa 250.000 persone con malattie irreversibili e solo in Campania sono circa 20.000 – ha detto lo scienziato Marco Salvatore, ideatore del Sabato delle Idee – Il dato importante è che ogni persona deve avere una cognizione perfetta di tutto quello a cui va incontro e avere la possibilità di scegliere liberamente della propria vita, senza subire condizionamenti. Perché è chiaro che in questi casi sono numerose le ricadute sulla vita dei familiari dell’ammalato. È importante essere bene informati su tutto ciò per essere liberi davvero di scegliere».

Tra opinioni favorevoli e contrarie, dal dibattito è venuto fuori un quadro della situazione che da una parte sancisce un diritto di tutti, dall’altra troppi punti della legge non sono chiari e fraintendibili. La legge, che attualmente è in discussione al Senato, paradossalmente sembra aver scontentato tutti, sia quelli che da sempre si battono per rendere legale la scelta del fin di vita, sia per chi da sempre ne è assolutamente contrario. «È una legge di compromesso, unisce tante anime – ha detto Fulvio de Nigris, direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma – È una legge che sarà difficile da applicare vedendo i medici come un elemento che ha l’ultima parola e completando quest’alleanza terapeutica con i familiari che è sempre molto complicata».

Per Raffaele Calabrò la legge sul fin di vita è una legge necessaria ma che ha molti aspetti positivi ma anche negativi. «È positivo – ha spiegato il deputato - che sia stata identificata come norma da dover attuare il consenso informato e da legiferare e normare tutto questo, l’aver identificato come orientarsi verso le dichiarazioni anticipate di trattamento, l’identificazione del fiduciario. Non mi piace perché non è chiarissimo il ruolo del medico, che deve avere la sua libertà di coscienza per poter operare, e non mi piace nemmeno perché non si capisce da quando iniziano le dichiarazioni anticipate di trattamento. C’è il rischio che semplicemente per una perdita di coscienza si possa non trattare una persona pensando che non si possa fare più nulla perché così aveva dichiarato in precedenza».  
 
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