Rifiuti e gare deserte: Bonavitacola due ore faccia a faccia con il pm

Rifiuti e gare deserte: Bonavitacola due ore faccia a faccia con il pm
di Leandro Del Gaudio
Martedì 10 Aprile 2018, 10:45
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È durato poco più di due ore il faccia a faccia in Procura, per il vicepresidente della giunta regionale. Terzo piano, primo pomeriggio, non è passata inosservata la sagoma di Fulvio Bonavitacola, braccio destro del governatore Vincenzo De Luca, responsabile della gestione del ciclo dei rifiuti in Campania.

È stato sentito come persona informata dei fatti, nel corso di uno dei filoni di indagine che in questi mesi hanno tenuto banco dentro e fuori la Procura di Napoli: parliamo della gestione dei fanghi in accumulo per il malfunzionamento dei depuratori della Campania, ma anche dell'ormai annoso caso delle ecoballe stipate da anni in alcune aree dell'hinterland regionale. Una inchiesta che per alcuni versi è nata in modo autonomo, mentre da un altro profilo si è arricchita del materiale raccolto dalle indagini giornalistiche del videogiornale Fanpage.
 
Ricordate la storia deflagrata, almeno da un punto di vista mediatico, a metà dello scorso febbraio? Un caso nato dal lavoro sotto copertura dell'ex boss della camorra Nunzio Perrella, personaggio che recita il ruolo di agente provocatore, proponendo tangenti ai propri interlocutori.

Una vicenda che ora fa i conti con la necessità di verificare da parte della Procura, ma anche con il tentativo di dare una veste giuridica a tanto materiale girato nel corso della videoinchiesta. Ma torniamo al faccia a faccia di ieri pomeriggio. Si parte dalla storia dei fanghi, dagli appalti, dalle gare che hanno fatto registrare una gestione quantomeno sospetta. Un caso culminato nelle dimissioni dei vertici della Sma Campania, la società interamente regionale che si occupa anche della gestione dei depuratori.

Inchiesta coordinata dal pm Sergio Amato, si lavora su alcune presunte anomalie nella gestione delle procedure amministrative: agli atti spiccano le assenze di concorrenti, che rendono nulle - per la mancanza di offerte - quelle gare che avrebbero consentito di veicolare soldi pubblici. Cosa è successo? Come mai, in una regione da sempre in crisi economica, nessuno si presente all'appuntamento con la società regionale? Chiara la ricostruzione dell'accusa.

Ci sarebbe stato un tentativo di abbassare l'offerta economica, in modo da renderla poco conveniente ai rispettivi competitor, fino ad alzare i livelli di emergenza. Depuratori stracolmi, rischio ambientale, l'esigenza di procedere all'assegnazione delle commesse a trattativa diretta. Politica dell'emergenza, che faceva gola ad alcuni cartelli di imprenditori in particolare. Uno scenario sul quale si è espresso ieri il vicepresidente della Regione Campania. Un caso, quello dei depuratori e dei fanghi, quello delle gare fantasma e della trattativa diretta, che interessa anche altri pm che si occupano dell'emergenza rifiuti. Su questa storia sono infatti al lavoro i pm Ivana Fulco e Henry John Woodcock (entrambi magistrati in forza alla Dda di Napoli) che ipotizzano l'esistenza di una sorta di cartello di soggetti in odore di camorra che avrebbero tentato a condizionare proprio le procedure legate ai fanghi.

Altra storia quella delle ecoballe. Indagine della Finanza, anche qui il problema è il superamento dello stallo che da anni vede intere zone del territorio campano impegnate da una sorta di cittadella spazzatura. È un altro capitolo sul quale sono state offerte richieste di tangenti dall'ex boss della camorra, su cui la Procura punta a fare chiarezza.
 
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