L'omaggio di Renzi al Tigem di Pozzuoli: «Napoli capitale del futuro»

L'omaggio di Renzi al Tigem di Pozzuoli: «Napoli capitale del futuro»
di Gerardo Ausiello
Martedì 19 Luglio 2016, 17:12 - Ultimo agg. 20 Luglio, 13:59
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INVIATO A POZZUOLI 

Il premier Matteo Renzi torna in Campania per celebrare un'eccellenza: il Tigem di Pozzuoli. Qui viene accolto dal direttore dell'Istituto Andrea Ballabio, dal presidente della Fondazione Telethon Luca Cordero di Montezemolo, dal rettore della Federico II Gaetano Manfredi, dal governatore Vincenzo De Luca.

«Renzi mostra ancora un'attenzione straordinaria per il nostro territorio», dice De Luca, secondo cui «bisogna avere il coraggio di volare alto in un Paese che si è andato mummificando. Abbiamo grandi risorse e dobbiamo riuscire a valorizzarle». Poi scherza: «Il Tigem ha solo il 6 per cento di fondi pubblici? Per questo qui funziona tutto bene... Scherzi a parte, la Regione Campania finanzierá senza limiti di risorse progetti meritocratici finalizzati a sistemi di cura, non altro». Infine l'annuncio: «Vogliamo investire per sconfiggere il cancro e vogliamo creare una linea di ricerca, il cui coordinamento vorremmo affidare alla Federico II».

È il momento di Renzi: «Spesso il termine utopia è il modo migliore per liquidare qualcosa che non si vuole fare, diceva Adriano Olivetti, una delle menti migliori del Paese, che ha fondato l'Olivetti qui dove sorge oggi il Tigem. Se ci voltiamo indietro pensiamo: quante occasioni abbiamo perso, in parte per la classe politica, inutile girarci intorno, in parte per la classe dirigente, perché non spetta solo alla politica fare qualcosa. In altri Paesi si decide e si fa. L'Italia deve ancora migliorare in questo. Si litiga, in campagna elettorale, si polemizza, ma poi c'è un momento in cui bisogna essere Italia». 
 

 

Per il premier «oggi il futuro sembra essere una minaccia, un problema, un blocco. Io invece credo il contrario, ovvero che l'Italia sia protagonista in Europa con regole diverse». Qui il pensiero va alle vittime di Nizza, tra cui ci sono anche italiani. «Vogliono impaurirci, odiano la vita. Ma l'Italia invece deve avere ruolo nel mondo che tenga insieme i valori che ci hanno fatto grandi».

Renzi insiste su questo punto: «Non sono qui per dire che metteremo più soldi sulla ricerca. I fondi ci sono, il punto vero è spenderli al servizio del merito, non per ingrossare le clientele». Il premier pone poi l'accento sulle riforme: «Il referendum di ottobre sarà cruciale perché si decide sulle riforme di cui si parla da 30 anni». E la sfida sulla sanità: «Se vogliamo investire in questo dobbiamo collegare tutte le risorse che l'Italia ha. Napoli è capitale del futuro, a condizione che ci credano e che si investa costantemente». Il premier parla anche di Bagnoli: «Obiettivo non è ripulire Bagnoli, né fare i campi sportivi, hanno giá avuto 350 milioni e li hanno buttati via. L'obiettivo è far ripartire da lì lo sviluppo». Nessun riferimento al sindaco De Magistris, che pure ha disertato la cerimonia preferendo andare a Palermo. L'ennesima conferma del gelo che caratterizza il (non) rapporto trai due.  

Infine la scommessa sulla ricerca: «Per questo settore - ha annunciato Renzi - ci sono 2,5 miliardi ma vanno spesi bene, lo dobbiamo a chi soffre. Per me questo è il sogno di Olivetti. Il mio governo non usa ricerca e università come terreno di scontro, per noibsono un interesse nazionale. Siamo dunque pronti a discutere e a ragionare sui finanziamenti, come ha detto De Luca. I cervelli che restano hanno gli stessi diritti di chi resta. Per loro non ci sono contentini, questo è un pezzo del nostro futuro. Dobbiamo essere orgogliosi tutti di far parte di questa comunità. Quando sono andato al Parlamento europeo e gli italiani urlavano “mafia, mafia” sono stato male.
Io sono innamorato dell'Italia, per questo mi indigno quando vedo che personalitá politiche vanno in Europa a parlare male dell'Italia mentre invece con la nostra qualità e le nostre competenze possiamo migliorare l'Europa. Sulla ricerca è cambiato il vento, i soldi ci sono. Spendeteli bene. Viva l'Italia alla faccia di quelli che si lamentano solo».

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