Lotta all'evasione flop al Comune di Napoli per le pubblicità e le pubbliche affissioni. Da quando, nel 2015, il servizio è passato dalla ex Elpis, messa in liquidazione, alla Napoli Servizi, infatti, sui canoni e sulle tariffe non versate nel primo biennio sono stati «incassati zero euro dal recupero crediti». Ma adesso la partecipata comunale è pronta a dare una sterzata: in arrivo circa 8mila accertamenti per gli anni 2015-2016, per un valore di 4,3 milioni di euro, al netto di sanzioni, interessi e recupero delle spese di notifica. Segnano numeri in crescita, invece, gli incassi da pubblicità e affissioni: negli ultimi 4 anni sono aumentati da 4,5 milioni di euro all'anno, a oltre 5 milioni. «È paradossale - commenta il consigliere comunale Diego Venanzoni (Pd) - che mentre Palazzo San Giacomo lamenta oltre un miliardo di euro di tagli ai trasferimenti negli ultimi anni, dall'altro lato non riesce invece a riscuotere il dovuto sui canoni pubblicitari». Ma la società ribatte: «Abbiamo ammodernato gli impianti. Adesso si incassa molto di più».
A scattare la fotografia delle riscossioni su pubblicità e affissioni è un report redatto dalla Direzione Centrale Servizi Finanziari sugli accertamenti e i controlli, aggiornato al 13 novembre scorso. «Allo stato - è scritto nella relazione - non essendo ancora stata avviata la cosiddetta riscossione sollecitata e coattiva, non risultano crediti recuperati». «Entro dicembre - prosegue - verranno inviati 4mila avvisi di accertamento relativi all'anno di imposta 2015 per un valore di 2,3 milioni di euro, e nel 2019 ne verranno inviati altri 4mila per l'anno 2016, per altri 2 milioni di euro». Diverso il caso del 2017, quando Napoli Servizi, secondo la relazione delle attività, ha inviato 4.686 inviti di risoluzione bonaria per i canoni, di cui 943 tornati indietro. L'anno scorso, poi, «non è stato possibile, per indisponibilità del committente a fornire i dati, assolvere le attività di controllo delle dichiarazioni e del rilascio autorizzazioni sulla pubblicità; nonché la redazione di verbali di accertamento».
Migliore, invece, la situazione relativa agli introiti complessivi degli ultimi 4 anni. Il Comune ha incassato nel 2015 4,5 milioni di euro, di cui 4 milioni dalle pubblicità e 528mila euro dalle pubbliche affissioni. Nel 2016, le entrate sono passate rispettivamente a 4,3 milioni e a 460mila euro e, nel 2017, a 4,6 milioni e a 463mila euro. Quest'anno dalle pubblicità sono arrivati 4,7 milioni, ma solo 215mila euro dalle affissioni.
Numerosi, secondo Napoli Servizi, i passi avanti registrati con la nuova gestione. Gli incassi sono passati dal canone fisso di 3 milioni, in epoca ex Elpis, a 5 milioni l'anno. I costi sono scesi da 3,6 milioni (60 dipendenti) a 2,5 milioni (31). «Non essendo ancora trascorsi i 5 anni della prescrizione - spiegano dalla società - gli avvisi di accertamento per il biennio 2015-2016 arriveranno in tempo. Mentre le quote precedenti il 2015 sono di competenza del liquidatore ex Elpis».
Napoli Servizi, attualmente, cura la manutenzione dei cartelloni pubblicitari con 2 operatori che intervengono su chiamata per piccoli guasti, altri 5 con motocicli effettuano il monitoraggio periodico, mentre nel 2016 le manutenzioni ordinarie e straordinarie sono state appaltate alla ditta Sol Edil srl, che si occupa anche del contrasto alle affissioni abusive. Tra le novità introdotte, i 900 manifesti funebri che a Napoli non esistevano: la cui installazione sarà completata entro dicembre. Acquistato il software Sintax per la gestione delle affissioni, con un risparmio di 30mila euro sul precedente (che costava 90mila euro).
Pubblicità, dai morosi incassi flop e Napoli Servizi manda ottomila avvisi
di Pierluigi Frattasi
Martedì 20 Novembre 2018, 11:30
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