Pd, Valente: «Io responsabile
mi dimetto se lo fanno tutti»

Pd, Valente: «Io responsabile mi dimetto se lo fanno tutti»
di Fulvio Scarlata
Domenica 12 Febbraio 2017, 09:43
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«Mi assumo la responsabilità politica di quanto è successo, a differenza di quanto hanno fatto altri in passato. Ma mi dimetto solo se lo fanno tutte le cariche istituzionali e di partito»: Valeria Valente interviene all'assemblea provinciale del Pd con una grande sofferenza personale. Che non esclude, tuttavia, un doppio messaggio, legando le proprie dimissioni (ma solo da capogruppo al Comune) ad un'assunzione di responsabilità collettiva del partito, e rispondendo alle parole di Antonio Bassolino rinnovando un astio mai sopito tra i due. L'ex sindaco, infatti, in un discorso ampio e approfondito prima chiama in causa Matteo Renzi («doveva essere qui perché quello che è avvenuto a Napoli è stato causato da Roma»), poi dice: «Bisogna rendersi conto dello strazio di questi giorni, dopo le comunali e il referendum è un colpo terribile. Ora come ci si presenterà in consiglio comunale e in città? La lista coinvolta non è del Pd ma il danno è del Pd».
 
 


Non ci aveva scommesso nessuno, invece Valeria Valente si presenta all'hotel Ramada all'assemblea provinciale dem. Intorno a lei il vuoto, con accanto solo Maria Fortuna Incostante, giacca nera su maglione a collo alto nero a testimoniare un umore nero. «Sono dispiaciuta, rammaricata per le persone vittime inconsapevoli coinvolte: i cittadini candidati a loro insaputa, i candidati della lista per scelta e chi ha lavorato nel comitato percepito ora come comitato degli imbroglioni. Ho subito attacchi personali oltre ogni misura e più duri dai miei compagni di partito. Ci sono responsabilità politiche enormi, passate e recenti e non ho mai sentito questo tipo di assunzione di responsabilità».

Valente rifiuta le dimissioni da capogruppo al Comune: «Ci si dimette quando non si ha la coscienza a posto ma se il Pd mette in discussione tutte le cariche istituzionali e di partito - spiega, riferendosi alle dimissioni dei segretari provinciale e regionale, e dei capogruppo alla Regione e alla città metropolitana - lo faccio. Ma non si metta in dubbio la mia onestà». La deputata ricostruisce i problemi organizzativi del suo comitato, le risorse insufficienti («ho chiesto aiuto anche a chi era contro di me alle primarie, ma non me lo ha dato»), la questione delle presidenze delle Municipalità. «Mi prendo le mie responsabilità - conclude - dopo che in passato altri non lo hanno fatto anche per fatti ben più gravi».

Il riferimento è a Bassolino. Che era intervenuto poco prima con un discorso capace di catturare attenzione e applausi: «Pensiamo di andare avanti in Consiglio comunale e in città come se non fosse successo nulla? Siamo pazzi? - la domanda - Mi sarei aspettato di vedere una piena corresponsabilità di Renzi perché ci sono state scelte su Napoli dettate da logiche di corrente romane. Ho letto: Saremo inflessibili - dice citando la dichiarazione di venerdì del vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini - un linguaggio che mi ricorda useremo il lanciafiamme di Renzi. Intanto il Pd si è quasi suicidato, ci siamo sfracellati. Organizziamo il congresso, apriamoci ad altre forze, ma stiamo attenti: per le tessere siamo sicuri che non siano come le firme false?». Bassolino, poi, quasi salta sulla sedia quando il consigliere comunale Aniello Esposito racconta: «Sono stato chiamato a Roma e forzato a sostenere Valeria Valente, ma dopo sono stato leale». «Ecco - alza la voce l'ex sindaco - almeno c'è uno che lo ammette».