Pd Napoli, il congresso dei veleni: trenta iscritti fanno ricorso

Pd Napoli, il congresso dei veleni: trenta iscritti fanno ricorso
di Adolfo Pappalardo
Sabato 2 Dicembre 2017, 11:07
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E ora siamo a due. Non c'è pace nel Pd napoletano anche dopo la chiusura della fase congressuale e la proclamazione del segretario Massimo Costa. Perché dopo il ricorso urgente ai magistrati di Nicola Oddati per impugnare «le elezioni a rate, in palese violazione di qualsiasi principio generale in materia elettorale» è il turno ora di un altro appello, sempre in tribunale, di 30 iscritti al partito a cui è stato impedito di votare il segretario. Ovvero una porzione dei 4500 iscritti del 2017 ai democrat a cui «è stato impedito il diritto soggettivo al voto». Una piccola class action, insomma. E se nel primo atto ai giudici si chiedeva l'impugnazione del congresso, stavolta la proclamazione stessa del neo segretario. E chiamati in giudizio sono sempre il Pd provinciale, il garante Alberto Losacco, la commissione nazionale di garanzia e il Pd nella persona del segretario Matteo Renzi. Sempre con i crismi dell'urgenza e richiesta di sospensiva, con la prospettiva che entrambe le denunce (la prima è approdata alla VII sezione fallimentare come è previsto per le vertenze che riguardano i partiti) vengano riunite in unico procedimento.

Sono gli strascichi (attesi) dei veleni e delle polemiche congressuali culminati in un sabato notte in cui prima viene posticipato il voto di una settimana e a cui poi, il mattino successivo, viene dato il via. Tra sedi sbarrate sino alla decisione, giorni dopo, di celebrare un voto supplementare per permettere agli iscritti di quelle sezioni chiuse di esercitare il proprio diritto. Salvo scoprire come nella seconda rata del congresso i numeri sono risibili. Normale se il competitor Oddati e tutta la formazione ex ds si è tirata fuori da tutti i giochi per formare ora la corrente di Passione democratica. Una sorta di partito ombra. «L'ombra è altrove», sibila Oddati ieri sera alla fine di una riunione con il gruppo di deputati e consiglieri regionali democrat che l'hanno sostenuto e ora sono ai margini del partito. Ma lavorano per organizzare una sorta di Pd parallelo. Tra discussioni e iniziative politiche.
 
E se ieri sera si trattava di fare il punto sulla situazione dell'Anm con i consiglieri regionali, i deputati Valeria Valente e Andrea Cozzolino oltre ad alcuni segretari di circolo, la settimana prossima è il turno di un'iniziativa politica con il presidente Pd Matteo Orfini e Matteo Mauri (coordinatore dell'area Martina) per analizzare la fase difficoltà che sta attraversando Napoli sotto l'amministrazione de Magistris. «Facciamo ciò che un partito dovrebbe fare: discutere e lavorare», dicono. Mentre a metà gennaio una kermesse di tre giorni. «È tempo di avere un appuntamento di riflessione anche per Napoli e la sua area metropolitana e forse per l'intero Mezzogiorno. A questo con i compagni e gli amici di Passione democratica cominceremo a lavorare», ha annunciato l'altro giorno l'ex assessore comunale. Ed ecco «Partenapoli», a metà gennaio, da tenersi ad Afragola preso gli spazi della nuova stazione tav disegnata da Zara Hadid: interlocutori nazionali per discutere dei temi più vari. Dal contrasto alla camorra all'economia, dal Patto per il Sud alla ricognizione dei grandi progetti di Bagnoli e Pompei.

«Mi aspettavo una seria valutazione del gruppo nazionale perché è evidente che siamo di fronte a una situazione paradossale: il partito ha celebrato un congresso non valido ed a cui non ha partecipato una gran parte di iscritti e la metà del gruppo dirigente. E' la prima volta nella storia della nostra tradizione», spiega Nicola Oddati. Poi aggiunge: «Non si ripara ad una pesante lesione dei diritti democratici. Ma noi vogliamo rimanere parte attiva mentre rimane il tentativo di farci e tenerci fuori», continua Oddati per spiegare l'idea di lavorare con un Pd parallelo a quello ufficiale. Incontri, iniziative lontano e distanti dal quartier generale di via Toledo. Lontano da formalismi e liturgie tipiche ma aspettando l'esito dei ricorsi. Nessuna marcia indietro, un ripensamento? «Mi auguro che prima della pronuncia del giudice ci sia l'apertura di un dialogo». Una trattativa? Il no di Oddati è perentorio. «L'unica forma di dialogo s'intende la convocazione di un congresso serio». Intanto Passione democratica ha lanciato la sottoscrizione per riaprire i circoli democrat chiusi: il primo obiettivo è la sede di Castellammare.
 
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