Psicodramma Pd a Napoli, è bufera: prima lo stop, poi il caos voto. Al voto uno su tre: lunedì i risultati

Psicodramma Pd a Napoli, è bufera: prima lo stop, poi il caos voto. Al voto uno su tre: lunedì i risultati
Domenica 12 Novembre 2017, 19:32 - Ultimo agg. 13 Novembre, 09:03
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Prima lo stop notturno, poi la ripartenza a metà mattinata, infine il voto non riconosciuto da uno dei candidati. Ancora una volta il Pd è finito nella bufera a Napoli, dove l'elezione del segretario (non quindi una consultazione aperta ai cittadini ma solo agli iscritti) è diventato un caos probabilmente di lunga durata, con il voto che si è svolto in circa 100 dei 126 circoli di Napoli e provincia, visto che nei prossimi giorni si annunciano ricorsi e nuove faide tra correnti. Le operazioni di voto si sono concluse poco dopo le 20. Lo spoglio è in corso, stasera tutti i verbali verranno portati nella sede cittadina del Pd, in via Toledo, dove domani ci sarà il conteggio dei voti e verrà reso noto il risultato. Non ci sono dati ufficiali sull'affluenza ma da fonti della dirigenza del Pd locale si apprende che a votare sono stati poco meno di 10mila iscritti al partito.

La nuova telenovela comincia nella tarda serata di ieri quando, forse accettando le pressioni di Nicola Oddati che chiedeva un rinvio per irregolarità nella platea degli iscritti, il vicesegretario nazionale del Pd Maurizio Martina invia una mail al garante Alberto Losacco, chiedendo uno slittamento di una settimana: «A seguito delle valutazioni politiche emerse in ambito nazionale si ritiene opportuno chiedere il posticipo dei congressi di circolo per il congresso della federazione provinciale di Napoli», scrive il vice di Renzi.
 

 

La richiesta da Roma era una delle condizioni poste da Losacco per far slittare il congresso e quindi il Pd comunica ai circoli di non votare. Sembra la vittoria di Nicola Oddati e dei suoi sostenitori, i parlamentari e consiglieri regionali ex Ds e il governatore Vincenzo De Luca. Gli ex Margherita, a cominciare dal capogruppo in Regione Mario Casillo e l'altro consigliere regionale Raffaele Topo sono imbufaliti: nella notte e all'alba continua il filo diretto tra Napoli e Roma. In mattinata è insubordinazione, molti circoli aprono le urne tanto che il segretario uscente Venanzio Carpentieri era già a votare alle 10.30. E così lo strappo si riverbera sul Nazareno: alle 11 arriva una mail di Andrea Rossi, responsabile organizzazione del Pd nazionale, un altro membro della segreteria renziana che scrive: «Pur rispettando le motivazioni politiche che hanno indotto Martina ad assumere la decisione di chiedere il rinvio, considerato che la comunicazione è pervenuta a poche ore dall'apertura dei seggi e che le procedure congressuali si sono svolte finora regolarmente si conferma che i congressi si svolgeranno regolarmente oggi».
 

Tutti al voto è l'ordine che arriva dai maggiorenti del Pd napoletano, tranne quelli che sostengono Oddati che afferma «non riconosco questo voto, è una simpatica manifestazione di corrente». Uno dei due candidati, Tommaso Ederoclite, vota. Massimo Costa, il favorito, non può votare perché al suo seggio, nel quartiere Vomero, la porta è sbarrata e c'è un cartello in cui si dice che il circolo riconosce solo le parole di Maurizio Martina.

Stasera si conoscerà il risultato, domani tornerà il tempo delle polemiche e dei ricorsi. La maledizione del Pd a Napoli continua: dalle primarie 2011 con i cinesi ai seggi, e quelle del 2016 per il Comune di Napoli con lo scandalo degli euro distribuiti ai seggi, senza dimenticare le liste fantasma a sostegno di Valeria Valente al Comune e il caos tesseramento 2016.

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