No a sospensione del pignoramento: stagata da 80 milioni per il Comune di Napoli

No a sospensione del pignoramento: stagata da 80 milioni per il Comune di Napoli
di Luigi Roano
Martedì 17 Gennaio 2017, 08:26
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Un tormento la questione del pignoramento di 120 milioni ottenuto dal Consorzio Cr8 che pende sulle casse del Comune. Le finanze di Palazzo San Giacomo - e anche gli stipendi dei comunali - per i prossimi anni, dipendono dall'esito di questa partita che in sede giudiziaria vede il Comune per ora alle corde. La Corte d'Appello venerdì si è riservata di decidere sulla richiesta di sospensione dell'esecutività del titolo, la sensazione è che da quelle parti le decisioni non dovrebbero essere favorevoli al Comune. Contestualmente - invece - il Tribunale ha già rigettato l'articolo 700 proposto d'urgenza dall'Avvocatura per il blocco delle procedure di pignoramento. Certo non finisce qui la partita giudiziaria, anche se non è in questione se quelli del Consorzio devono avere i soldi o no, ma solamente quando e chi deve pagarli. E le risposte passano attraverso la via diplomatica e politica prima ancora che quella giudiziaria. In queste ore il Comune starebbe lavorando a un accordo con il Consorzio, con una transazione da 80 milioni circa. Il creditore - del resto - vanta un credito di 83 milioni riguardante una concessione di lavori di ricostruzione post terremoto 1980, affidata il 31 luglio del 1981. Alla cifra di 120 milioni si arriva, come prevede la legge, perché il pignoramento riconosce un surplus corrispondente alla metà del dovuto. La sensazione è che la Corte d'Appello si sia riservata sulla decisione della sospensione perché le parti probabilmente hanno fatto trapelare la possibilità di un accordo transattivo, però come chiariscono dal Comune i problemi non mancano: «Anche se l'eventuale accoglimento dell'istanza di sospensione non comporta il venir meno del vincolo sulle somme pignorate - fanno sapere dal Comune - non di meno l'Avvocatura ritiene che il provvedimento favorevole possa essere un passo importante verso la risoluzione del problema in relazione a ulteriori iniziative giudiziali in sede esecutiva che la stessa Avvocatura ha in procinto di intraprendere fermo restando l'auspicio che il Governo possa intervenire accollandosi la sua quota di debito, che è sicuramente rilevantissima».

Insomma al netto dell'accordo, ancora in fieri, pure se la Corte d'Appello concedesse la sospensiva non risolverebbe il problema del vincolo a cui sono soggetti i 120 milioni. È stato il Tesoriere nelle vesti del Banco di Napoli che all'atto del pignoramento ha vincolato quei soldi. E l'Avvocatura, assorbito il colpo del rigetto dell'articolo 700 si sta preparando ad nuove azioni che dovrebbero avere risultati positivi. Nella sostanza il Comune è un ente in predissesto, ha aderito a una legge e le somme in cassa sono a loro volta sotto vincolo della Corte dei Conti, unico ente a decidere se possono essere vincolate o meno ad altri scopo rispetto all'amministrazione dell'ente stesso. Su questo punto l'Avvocatura guidata da Fabio Ferrari, ritiene di avere buone carte da giocare perché sin dall'anno scorso il Tribunale ha accolto questa tesi su altre richieste di pignoramento. Poi c'è la via politica, forse la più importante e risolutiva. Di questo credito vantato dal Consorzio la parte in quota Comune è sugli 8 milioni, la restante è in quota Governo. Di qui la grande attesa sugli incontri romani - si dovrebbero tenere nell'ultima settimana del mese - che tanto l'Avvocatura quanto il livello politico del Comune dovrebbero avere con i tecnici della presidenza del Consiglio e con il sottosegretario Maria Elena Boschi che ha ereditato dall'attuale ministro per il Sud Claudio De Vincenti un tavolo al riguardo messo in piedi nell'era renziana.

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