Napoli, la strategia di de Magistris: lusinghe agli ex M5S ma Del Giudice si sfila

Napoli, la strategia di de Magistris: lusinghe agli ex M5S ma Del Giudice si sfila
di Luigi Roano
Domenica 2 Dicembre 2018, 10:00 - Ultimo agg. 16:04
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Inviato a Roma 

In tanti sono accorsi al Teatro Italia per assistere al varo del «terzo fronte» targato Luigi de Magistris, ma non sono mancate le defaillance importanti sia da Napoli - come Raffaele Del Giudice ex vicesindaco ora assessore all'Ambiente - e altri come Diem25 e Potere al Popolo che definire ancora alleati è molto faticoso. Guest star di giornata Cristina Grancio, la grillina eletta con i i pentastellati nel consiglio comunale di Roma passata agli arancioni di de Magistris, che era in prima fila.

E la Grancio non fa mistero di quello che sta accadendo nella Capitale tra tanti del M5S: «Oggi inizia un cammino con quelli che credono nella coerenza - racconta - de Magistris questo cammino lo ha iniziato a Napoli e vuole proseguirlo in tutta Italia ed io da Roma gli sarò vicina». La Grancio - tuttavia - disegna scenari che per l'ex pm potrebbero essere interessanti: «Qui al Teatro Italia io sono quella che è passato con de Magistris ma c'è un gruppetto di un'altra decina di noi, consiglieri municipali che sta facendo una grossa riflessione. In molti ci sentiamo traditi perché quello che ha sbagliato il M5S è non avere coinvolti la città e noi nelle scelte. Esattamente l'opposto di quanto accade a Napoli. Anche dal Piemonte e dalla Liguria sono arrivati movimenti in orbita Cinquestelle vicini al cambio ufficiale di casacca.
 
Sul palco insieme a de Magistris per tutto il tempo della kermesse c'è stato Enrico Panini, vicesindaco e assessore al Bilancio. In platea si è notata e molto l'assenza di Raffaele Del Giudice, ex vicesindaco e vicinissimo all'ex pm almeno fino all'ultimo rimpasto con il quale ha peso la poltrona di numero due di Palazzo San Giacomo restando però assessore all'Ambiente. Del Giudice fa sapere che la «sua assenza è stata dettata da motivi personali». Di certo sarà così, però il «mister Wolf» della giunta de Magistris, così ribattezzato dai suoi stessi colleghi per la capacità di risolvere tanti problemi amministrativi e non solo, non ha mai mancato un appuntamento di questo genere. Anche quando era febbricitante, si ricorderà la missione sotto Palazzo Chigi per manifestare contro il cosiddetto «debito ingiusto». In questo gioco dei presenti e degli assenti si è vista l'ex assessora Alessandra Sardu, gli assessori Annamaria Palmieri, Carmine Piscopo, Alessandra Clemente, Ciro Borriello, Roberta Gaeta, l'ultima arrivata Laura Marmorale. Altri come Nino Daniele e Mario Calabrese politicamente più moderati sono rimasti a Napoli. Sul fronte del Consiglio comunale si sono visti il presidente dell'Assemblea cittadina Alessandro Fucito, il fedelissimo Carmine Sgambati. E poi una coppia di duellanti: Alessandro Nardi e Pietro Rinaldi. Il primo deve lasciare la poltrona al seconda da capo di gabinetto della Città metropolitana in quanto Rinaldi si è dovuto dimettere da consigliere comunale per fare entrare in Aula un altro esponente della sinistra.

Appunto la sinistra, in Teatro c'è ma non si può far vedere e soprattutto sentire. Perché non possono salire sul palco per parlare, sono ammessi solo Movimenti e civici. Tanto che quelli di Potere al Popolo non si sono presentati nel luogo dove sono nati motivando così la loro decisione: «Purtroppo abbiamo saputo due giorni fa dagli organizzatori dell'evento che l'incontro si sarebbe svolto nel seguente modo: 23 interventi già fissati di 5 minuti, nessun intervento politico ma solo di esperienze sociali». E ancora: «I soli soggetti politici titolati a parlare sarebbero stati il coordinatore di demA all'inizio e de Magistris alla fine. Noi che siamo nati come Movimento non possiamo essere considerati casta». Contraddizioni forti atteso che in platea si sono visti esponenti della sinistra napoletani come Fucito, Carlo Giordano. Il suo segretario Nicola Fratoianni di Sinistra italiana con una nota ha dato notizia della loro presenza. Eppure il sindaco ha salutato con il pugno chiuso chi lo applaudiva e si è definito «un uomo di sinistra».

Il sindaco ha perso Diem25 di Varoufakis ma incassa l'appoggio di Podemos con un paio di di rappresentati in sala ma la cosa più importante è il messaggio video inviato da Pablo Iglesias il leader di Podemos: «Per noi l'Italia è un riferimento politico fondamentale. Siamo molto tristi per il percorso di Salvini e la xenofobia nel governo italiano, siamo con de Magistris. Dove amministriamo noi lo facciamo meglio di loro».
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