Pd, Siani scende in campo: «Ma niente chiacchierati in lista o farò un passo indietro»

Pd, Siani scende in campo: «Ma niente chiacchierati in lista o farò un passo indietro»
di Daniela De Crescenzo
Sabato 13 Gennaio 2018, 09:54 - Ultimo agg. 10:00
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Paolo Siani comincia giocando in casa. Arriva nella sede della fondazione Polis, di cui fino a ieri era presidente, per tracciare il bilancio di dieci anni di attività e annunciare di essersi autosospeso per candidarsi al Parlamento. Da qui comincia Siani, dalla battaglia per una legalità che non può essere fatta di parole, ma deve diventare uno stile di vita che approda a conquiste concrete. «Noi abbiamo imparato la resilienza - spiega - Siamo stati costretti a impararla da chi, sottraendoci una persona cara, voleva spezzarci nel profondo. Abbiamo reagito costruendo il futuro. In questi anni abbiamo imparato che non basta la repressione, che se non daremo un domani a chi nasce in situazioni difficili continueremo a contare i morti. Non vogliamo che altri siano colpiti, per questo abbiamo messo in piedi un lavoro di squadra intorno ad obiettivi concreti».

Siani parla ai giornalisti che di Giancarlo, suo fratello, sono stati colleghi e a quelli che nel 1985 quando i killer ammazzarono il cronista non erano nemmeno nati. Giovani che di quel ragazzo sorridente con il segno della pace disegnato sul viso hanno fatto un mito. A tutti racconta i dieci anni della Fondazione che raccoglie i familiari delle vittime innocenti della criminalità e si occupa dei beni confiscati alle mafie. Al suo fianco don Tonino Palmese, vicepresidente della Fondazione, che gli subentrerà nella presidenza; Geppino Fiorenza, presidente del comitato scientifico; Alfredo Avella, papà di Paolino, morto mentre tentava di fuggire da chi voleva rubargli il motorino, e presidente del coordinamento dei familiari delle vittime della criminalità, che di Polis fa parte per statuto; Fabio Giuliani, referente regionale di Libera, l'altra «gamba» della Fondazione, ed Enrico Tedesco, segretario generale.
 
Si comincia con un filmato per presentare le attività di Polis. Le immagini scorrono e raccontano dieci anni di battaglie. Grazie ai protocolli di intesa sottoscritti con l'Ordine degli Psicologi della Campania e l'Ordine degli Avvocati di Napoli, si racconta nel filmato, Polis ha totalizzato 150 interventi a favore dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, tra assistenza legale e assistenza psicologica e preso in carico 70 famiglie di vittime innocenti della criminalità, oltre ad essersi costituita parte civile in numerosi processi. Ancora adesso sta ricostruendo le storie di tutte le vittime, anche attraverso la pubblicazione di volumi («Al di là della notte» e «Come Nuvole Nere», entrambi di Raffaele Sardo, con le prime cinquanta storie di vittime innocenti della criminalità della Campania) e continua a svolgere ricerche sui diritti dei familiari, organizzando momenti di incontro con i familiari stessi e tutti i soggetti sociali interessati, realizzando anche la app «Non invano». E non solo: da Polis è partita una proposta di legge, sottoscritta da trenta parlamentari, per ottenere l'equiparazione giuridica delle vittime di tutti i reati intenzionali violenti. Ogni anno, la Fondazione assegna borse di studio per i familiari di vittime della criminalità comune, che non godono di benefici di legge. In termini di riuso dei beni confiscati, sono stati monitorati settanta beni confiscati. Per non dimenticare il tour «In viaggio con la Mehari», che ha portato in giro per l'Italia, partendo dal Mattino, l'auto del cronista ammazzato.

Le immagini corrono, poi Siani prende la parola e spiega: «Da oggi io non sono presidente di Polis, il mio posto, come da statuto, viene prese dal vicepresidente, Tonino Palmese. Ma se i napoletani vorranno mandarmi in Parlamento, è da qui che partirò dalle cose che abbiamo fatto insieme. Perché io sono queste cose e non rinuncerò mai alla battaglia per portarle avanti». E poi sottolinea: «È stata una scelta faticosa e sono a disagio con tutta questa attenzione mediatica, non sono uno capace di tenere questo ritmo. Piuttosto sono capace di fare le cose ma mi sarei sentito un codardo se avessi detto anche questa volta no». E allude alla proposta di correre, sempre per il Pd, come sindaco di Napoli. Ha detto di sì a Renzi, Siani, ma si dice sempre pronto a tornare sulla propria scelta: «Non ci può essere un nome chiacchierato nella lista del Pd dove mi presento come indipendente altrimenti devo per forza fare un passo indietro. Ho chiesto che i nomi che saranno in lista siano i migliori. L'ho detto a Renzi e lui mi ha risposto: Ma io mi suicido se non è così, quindi stai sicuro che avrai nomi migliori del tuo».

Nomi specchiati perché in gioco, con Siani, c'è la credibilità di un movimento che necessariamente non può concedere sconti a nessuno. Spiega Palmese: «Ho cercato di convincere Paolo a lasciar perdere la politica. Poi è stato Benedetto Croce a convincere me. Il filosofo diceva: L'onestà politica non è altro che la capacità politica. E Paolo, dunque, sarà necessariamente un buon politico».
 

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