Napoli, Mezzocannone verso lo sgombero: «Ma non criminalizziamoli»

Napoli, Mezzocannone verso lo sgombero: «Ma non criminalizziamoli»
di Paolo Barbuto
Mercoledì 9 Maggio 2018, 10:32
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A chi appartengono i locali occupati di via Mezzocannone dove il sindaco de Magistris venerdì scorso s'è fermato a fare festa con gli amici? La questione non sembri peregrina o di poco conto perché è realmente determinante per capire chi è il proprietario e se quel proprietario ha voglia di lasciare spazio agli occupanti o vuol chiedere lo sgombero.

D'accordo, può sembrare singolare che non si sappia chi è il titolare di locali che si trovano all'interno di una struttura universitaria antica e prestigiosa, eppure è così, almeno in parte. Perché una certezza esiste: formalmente la proprietà è del Demanio dello Stato. Ma quei locali sarebbero stati affidati, nel secolo scorso, all'«opera universitaria», struttura poi sostituita dall'Adisu, ente per il diritto allo studio che fa capo alla Regione. Adesso l'Adisu è stata a sua volta sostituita dall'Adisurc, e sapete cos'è accaduto? Che in questa infinita serie di passaggi s'è perduto il documento iniziale di affidamento dei locali (o forse non c'è mai stato).

Insomma, attualmente nessuno può presentarsi di fronte a un'autorità per chiedere un eventuale sgombero dei locali occupati: potrebbe farlo solo il Demanio che, però, è ancora alla ricerca delle antiche carte ufficiali e in fondo non ha nessuna voglia di immischiarsi in questa vicenda napoletana deflagrata con sei anni di ritardo e solo per colpa di un gioioso «trenino».
 
Già, il «trenino»: quello che si fa quando ci si diverte ballando con gli amici. Lo scorso week end, su uno dei vagoni di quel trenino che si agitava nelle stanze occupate abusivamente, c'era il sindaco di Napoli che è stato fotografato. E messo di fronte alla domanda: è normale che un primo cittadino vada a far festa in un luogo occupato abusivamente? De Magistris ha risposto che, secondo lui, questa non è una notizia. Tutt'intorno, però, s'è diffuso il fuoco delle polemiche e alla fine qualcuno si è chiesto: se i locali sono occupati e al proprietario non sta bene, perché il proprietario non si rivolge alle autorità e ne chiede la liberazione? Ecco perché è scattata la caccia al titolare dei luoghi che potrebbe essere la Regione Campania, tramite l'Adisurc, e che avrebbe voglia di intervenire con vigore.

Ma siccome la vicenda si svolge all'interno della Federico II, il rettore Manfredi, dopo aver chiarito nei giorni scorsi di non avere nulla a che fare con i luoghi occupati, ieri è tornato sulla questione con una plateale apertura nei confronti degli occupanti, che ha frenato l'impeto della Regione. Nel corso di una manifestazione al Polo universitario di San Giovanni a Teduccio, Gaetano Manfredi ha detto «credo che non bisogna criminalizzare i centri sociali. Una contrapposizione non serve a nulla, bisogna sempre avere un dialogo e fare in modo che queste esperienze possano essere messe a sistema per far crescere la città e dare opportunità ai giovani per potersi esprimere». Non c'è bisogno di interpretare un messaggio che appare più che chiaro: no allo sgombero, sì al dialogo con chi occupa quelle strutture. Il rettore della Federico II ha anche chiarito che a suo modo di vedere «i centri sociali rappresentano una forma di aggregazione che è utile, quando vengono rispettati principi di convivenza democratica». Insomma, il vertice massimo della Federico II non solo chiede di evitare contrapposizioni ma certifica l'utilità dell'esperienza dei centri sociali. Un messaggio preciso che viene lanciato proprio nel momento in cui si prepara la controffensiva.

La Regione Campania, tramite l'Adisurc, infatti non appena avrà certezze dal Demanio sulla titolarità dei luoghi ha in animo di «chiedere il ripristino della legalità» che significa pretendere la liberazione ad ogni costo di Mezzocannone occupato. Una richiesta che, spiegano i sostenitori della libertà di occupazione, giunge con notevole ritardo: era il 2011 quando i centri sociali si s'impossessarono di quelle aree che non venivano utilizzate. Negli anni in quei luoghi sono stati avviati progetti, attività, iniziative politiche. Lì dentro da anni si svolgono incontri culturali, concerti, si beve vino e si mangiano spaghetti. Talvolta la notte si fa anche un po' di casino, tanto da chiedere l'intervento dei carabinieri per riportare l'ordine. Lì dentro c'è stato anche il comitato elettorale dei membri di Insurgencia candidati alle comunali al fianco di Luigi De Magistris: insomma, non si scopre oggi che c'è Mezzocannone Occupato. Però la fotografia del ballo del sindaco ha riacceso i fari sulla vicenda che si avvia verso la richiesta di sgombero con prevedibili reazioni dure. Galeotto fu il trenino e chi lo ballò.
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