Napoli, Di Maio in una fabbrica di Pomigliano: «I partiti vogliono pensione? Avranno brutta sorpresa»

Napoli, Di Maio in una fabbrica di Pomigliano: «I partiti vogliono pensione? Avranno brutta sorpresa»
Sabato 25 Febbraio 2017, 12:51 - Ultimo agg. 14:23
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«Ieri è stata decretata la chiusura definitiva della possibilità di andare a votare a giugno. Gli altri partiti sono tutti contenti perché si avvicinano alla pensione di settembre, ma lunedì avranno una brutta sorpresa». Lo ha detto il vicepresidente alla Camera dei Deputati, Luigi Di Maio (M5s), in visita ad un'impresa di Pomigliano d'Arco che ha usufruito del microcredito. Ai cronisti che gli chiedevano quale fosse la «brutta sorpresa», ha risposto che lo si saprà solo lunedì. «A noi non interessa andare a votare il prima possibile per velleità personali - ha aggiunto - ma siamo convinti che questo paese ha bisogno di leggi che devono farsi il prima possibile, tra cui il taglio drastico agli sprechi, e questi signori provano ad allungare il brodo per arrivare alle elezioni il più tardi possibile».

«Mentre il governo Gentiloni con il primo decreto ha dato 20 miliardi di euro alle banche, il nostro sará sul reddito di cittadinanza e sarà la più grande operazione di giustizia sociale della nostra storia» ha aggiunto di Maio.

«Quando andremo al governo - ha proseguito - perché è solo una questione di 'quandò e non di 'sè, faremo questo decreto come primo atto, che contemporaneamente taglia tutto quello che non serve per trovare le coperture al reddito. Se guardate le coperture a questo nostro decreto, capirete che ci sono tutti i tagli di cui parliamo da una vita, come agli stipendi dei parlamentari, agli enti statali inutili e la tassazione al gioco d'azzardo».


«I problemi di povertà delle periferie restano, ma oggi abbiamo dimostrato che quando lo Stato fa lo Stato non ci si inchina ai costruttori e ai palazzinari» ha detto Luigi Di Maio, sullo stadio di Roma. «Lo stadio si farà ma secondo le nostre regole e principi - ha spiegato - e ci fa piacere che la società della Roma sia venuta incontro alle nostre richieste. Abbiamo ottenuto che le opere di contorno avranno il 50% in meno di cubature. Perché non l'ha fatto chi c'era prima?».


«Non siamo quelli che vedono il privato come un demone.
Anzi. Non è un tabù contrattare con un privato, a patto che lo si faccia nell'interesse dei cittadini. Voglio dire ai consiglieri comunali e regionali d'opposizione - ha aggiunto - di non ascoltare i loro sindaci e presidenti quando dicono che una cosa non si può fare altrimenti il privato scappa. Non è così. Quando sei il pubblico, ti siedi al tavolo col privato e trovi l'accordo che tuteli il territorio. Noi l'abbiamo fatto».
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