Giunta, partecipate e Dema: de Magistris pronto a cambiare

Giunta, partecipate e Dema: de Magistris pronto a cambiare
di Luigi Roano
Mercoledì 27 Dicembre 2017, 10:12
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Messo al sicuro il bilancio - per ora - con la norma spalma-debiti che ha superato anche la prova del Senato, il sindaco Luigi de Magistris ora punta a rinvigorire l'azione di governo della giunta, molto appannata soprattutto su trasporti e welfare; e quella politica, del movimento Dema - di cui è presidente e il fratello Claudio segretario - Movimento che fino a oggi ha visto protagonisti la coppia dei de Magistris e l'assessore Carmine Piscopo unico del direttivo a metterci la faccia, il resto della truppa non brilla in quanto ad apporto di idee e nemmeno sul fronte pratico. Rimpasto di giunta, management di Abc, Asìa, Caan e forse anche di Anm da confermare o - più probabilmente - cambiare e poi trovare in Dema, a questo punto anche all'esterno, «riferimenti per la nuova prospettiva politica» del Movimento. Gente capace di poter dialogare con la città e soprattutto oltre la città. C'è una difficoltà oggettiva di tutto il mondo che il sindaco ha costruito e l'ex pm ha colto questo segnale. Non a caso lo stesso gruppo consiliare che deriva dal Movimento è dilaniato da faide interne ed è spaccatissimo in microfazioni con tanto di associazioni a supporto. La maggioranza per questo motivo è fragile e le alleanze con le varie sinistre confluite in Liberi e Uguali di Pietro Grasso sono a rischio. In buona sostanza i rapporti di forza in Consiglio comunale - in caso di buona affermazione alle politiche di Leu che a quel punto sarebbe in grado di assorbire gli arancioni insoddisfatti - potrebbero improvvisamente cambiare segno ed equilibrio. Inoltre de Magistris a questo giro delle Politiche non intende scendere in campo, non vuole acuire conflitti con chi ha aiutato la città e poi sa che Dema non è pronto. Ma se il resto della maggioranza si muove - si interroga il sindaco - come arginare gli effetti della campagna elettorale al proprio interno?

Molta la carne al fuoco e a soffiare sul fuoco è lo stesso sindaco che dopo il salvataggio avuto dal Parlamento e dal Governo è come se si fosse tolto un macigno da dosso. Nell'assemblea di Dema del 21 de Magistris è stato chiaro: «Scordatevi che tutto il peso del Movimento possa prendermelo da solo sulle mie spalle: non voglio più accanto a me persone che magari sono brave a livello amministrativo ma non credono fino in fondo nel nostro progetto politico. A gennaio parte la seconda fase di Dema e a metà maggio faremo il congresso con tutti i ruoli ben definiti con chi ci vuole stare, chi non se la sente può andare via». Parole che hanno scosso gli arancioni ed era questo l'obiettivo di de Magistris in vista di un congresso chiarificatore. Tutto passa - naturalmente - per una buona amministrazione della città di Napoli. E alla giunta - infatti - sono state rivolte critiche nemmeno tanto velate. I servizi al cittadino per ammissione dello stesso sindaco, devono migliorare ed essere all'altezza di una forza politica che ha nelle sue corde l'ambizione in un futuro prossimo e remoto addirittura di arrivare al governo della Regione prima e poi a quello nazionale passando per le Europee.
 
Dunque il rimpasto, parola che il sindaco se anche con molta cautela non ha esitato a fare, non è una probabilità ma una certezza. Due i cambi che de Magistris potrebbe fare, con sullo sfondo sempre la vicenda di Leu, che già ha il suo gruppo in Aula, che potrebbe aprire la giunta ancora di più. E questo al netto dei problemi amministrativi che sono un fatto acclarato. Il welfare - per esempio - fa acqua da tutte le aperti, è sotto gli occhi di tutti come l'assistenza a chi soffre non è organizzata, molti giardini della città sono ridotti ad accampamenti con seri rischi anche per la salute pubblica, chiedere al riguardo a chi abita dalle parti di Piazza Cavour in particolare vicino alla fermata Museo della Metro. Il welfare non è un sistema chiaro, si va avanti a tentoni, alla giornata. Nonostante sia uno dei pochi settori dell'amministrazione dove i soldi non mancano, non tantissimi ma ci sono. L'assessora Roberta Gaeta però non riesce a far decollare questo segmento dell'amministrazione arancione da sempre sbandierato come distintivo della propria mission. Poi ci sono i trasporti, la crisi di Anm è nota e non è certo responsabilità solo di Mario Calabrese che ne ha la delega, anzi è la squadra nella sia interezza a non funzionare. Un de Magistris che ha colto molte fragilità e restando nell'ambito della giunta vorrebbe più passione dai suoi assessori. Nino Daniele, che ha la delega alla Cultura e funziona molto bene, dal punto di vista politico non si è mai dimostrato calorosissimo rispetto al progetto arancione. Un altro motivo di riflessione da parte dell'ex pm. Dalla giunta alle aziende partecipate il passo è brevissimo, sono il braccio operativo della giunta. In scadenza ci sono il Caan, il centro agroalimentare al momento al timone c'è Carmine Giordano, de Magistris sta decidendo in queste ore se riconfermare o meno quello che è uno dei suoi fedelissimi. Contestualmente vorrebbe un rilancio importante di quell'azienda ricca di potenzialità. Si diceva di Asìa, l'azienda per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Il numero uno è Francesco Iacotucci, molto vicino al vicesindaco Raffaele Del Giudice che ha la delega all'ambiente. Il sindaco vorrebbe miglioramenti di questo servizio essenziale. C'è da capire se per de Magistris questo obiettivo sia raggiungibile attraverso un cambio alla guida oppure se ci sono margine per miglioramenti dotando l'azienda di maggiori finanziamenti. La situazione è critica, è vero che Asìa dal punto di vista aritmetico spende cento e ottiene cento, giusto per fare un esempio, tuttavia sulla riscossione della gabella c'è da sottolineare che si è fermi a poco più del 60 per cento, vale a dire che si incassa poco. Non è un compito di Asìa quello della riscossione, ma dall'azienda in Comune ci si aspetta molto di più.

Passiamo ad Abc acqua pubblica, oggi commissariata, al timone c'è Sergio D'Angelo. Un rientro nella squadra arancione quello del fondatore del Consorzio di cooperative sociali Gesco che fu uno dei protagonisti della vittoriosa campagna elettorale del 2011 e che portò de Magistris alla guida di Palazzo San Giacomo. Un rapporto con de Magistris burrascoso fatto di alti e bassi. D'Angelo - assessore alle Politiche sociali - lasciò la giunta nel 2013 per candidarsi al Senato nelle fila del movimento di Antonio Ingroia «Rivoluzione Civile», senza essere eletto. Da quel giorno tra sindaco e D'angelo non sono mancate polemiche, oggi il commissario di Abc sembra di nuovo l'uomo della provvidenza arancione. In giunta sono in molti a sostenerlo, a iniziare dal sindaco, e vorrebbero che Abc fosse governata da lui anche oltre il periodo del commissariamento. Tuttavia, l'ex assessore alle Politiche sociali è una figura di rilievo nel mondo della sinistra napoletana e non solo, bisogna capire quali siano le sue intenzioni, atteso che le elezioni sono vicine e la sinistra a Napoli ha bisogno di persone sulla cui identità non ci siano dubbi.
 
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