De Magistris, elezioni europee 2019
A De Luca: «Il pallista? È confessione»

Luigi de Magistris con Lorenzo Marsili, coautore con Yanis Varoufakis del libro "Il terzo Spazio". Newfotosud Giacomo Di Laurenzio
Luigi de Magistris con Lorenzo Marsili, coautore con Yanis Varoufakis del libro "Il terzo Spazio". Newfotosud Giacomo Di Laurenzio
di Chiara Graziani
Sabato 10 Giugno 2017, 21:31 - Ultimo agg. 21:54
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Dalle mille città partirà la rivolta dolce contro l'Europa neoliberista. E da Napoli partirà l'avventura elettorale europea di Luigi de Magistris, sindaco della città ribelle alla quale guarda come un modello di futuro Yanis Varoufakis, l'economista politico greco che provò da ministro a salvare Atene da Bruxelles.

«Avrei dovuto essere a Barcellona» dice il sindaco che ospita nella sede napoletana di DeMa la presentazione del libro di Varoufakis e Lorenzo Marsili “Il terzo spazio”, manifesto politico del movimento. «Ho mandato un videomessaggio, e sono felice di essere qui con voi, oggi. Sono un iscritto di Diem (ndr, il movimento transnazionale fondato da Yanis Varoufakis) ed insieme siamo impegnati nel progetto dell'aggregazione internazionale fra movimenti e città ribelli che sfocerà nelle elezioni del 2019».
 

 

Liste ribelli, dunque, in corsa per il parlamento di Bruxelles che, anche Marsili lo spiegherà, va cambiato da dentro, riorientando istituzioni finite in mano ad una tecnocrazia coesa ed efficiente, con la connivenza del «partito unico delle classi politiche» per il quale destra, sinistra e centro sono una ingannevole rappresentazione a soggetto. Un'uscita meditata, quella del sindaco. Infatti precisa, con realismo: «Stiamo lavorando per queste liste, per un'internazionale progressista che riporti la gente a votare con entusiasmo per veri cambiamenti e contro i nuovi fascismi e nazionalismi. Se ci riusciremo non lo so. Di certo facciamo di tutto per riuscirci». E che le città europee siano la nuova frontiera della svolta epocale di una società in totale mutamento lo dicono anche quelle città degli Stati Uniti, ed alcuni Stati americani, che  hanno clamorosamente rifiutato obbedienza al presidente Usa Trump sull'uscita dagli accordi sul clima e che continueranno a rispettarli. In autonomia. In quello che Marsili e Varoufakis chiamano il terzo spazio fra establishment e populismo. Uno spazio inaugurato da Bernie Sanders e che, fanno notare gli osservatori, si allarga dopo le elezioni in Gran Bretagna.

De Magistris, come si suol dire, vola alto. Guarda al 2019 ed annuncia che Napoli a settembre ospiterà per una settimana «l'internazionale del beni comuni». Occasione in cui non si esclude la presenza dello stesso Varoufakis. Torna a guardare in basso, de Magistris, quando gli ricordano la polemica locale del giorno. Il presidente della giunta regionale De Luca se l'è presa con un amministratore “pallista”, che millanterebbe risultati non raggiunti. Ironizza: «Il nome di questo pallista non lo fa, o mi sbaglio? Sa come l'ho capita io? De Luca confessa, fa outing, come quando lo beccarono nel fuori onda. Parlava di se stesso, di un amministratore pallista, mi pare evidente. Giuro che non scherzo, mi pare l'unica interpretazione possibile». Nella saletta strapiena il caldo umido obbliga alle finestre aperte e da via Toledo salgono le voci «del popolo», scherza il sindaco. Un megafono, d'improvviso, quasi lo sovrasta e dal basso lo avverte che «solo Gesù Cristo è la salvezza». Risate e battimani in platea. Del resto papa Francesco, con la sua Laudato sì e la sua leadership fatta di parola di verità è uno dei referenti di questi popoli in cerca di una via d'uscita e della possibilità «di cambiare le cose con il voto».

E' anche il debutto di Diem 25  Napoli, una giovanissima realtà in crescita grazie anche a Renato Votta, che coordina il dibattito e dialoga con il sindaco, ed Enrico Calloni, coordinatore di Diem per Napoli.
Il professor Calloni, fisico, per inciso, è uno dei responsabili dell'interferometro Virgo ed è uno dei protagonisti indiscussi della caccia e della scoperta delle onde gravitazionali previste da Einstein. Una scoperta dopo la quale la fisica, la filosofia e la conoscenza dell'ordine delle cose non saranno mai più le stesse in un orizzonte di senso aperto e affascinante. In fondo lo stesso obiettivo  che ora si pone in politica.

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