De Magistris tra Europee e Regionali: «Niente siglette, solo facce nuove»

De Magistris tra Europee e Regionali: «Niente siglette, solo facce nuove»
di Luigi Roano
Lunedì 17 Settembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 16:27
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Che siano le regionali il vero obiettivo del sindaco Luigi de Magistris era chiaro già da qualche mese, 48 ore fa se ne avuta la certezza quando ha posto i paletti sulle europee in merito a una sua discesa in campo. Il sindaco vuole sole candidature di facce nuove, preferibilmente dal basso e nessuna frammentazione. Ovvero una lista unica e civica. La traduzione dal politichese è l'ennesima porta sbattuta in faccia alla Sinistra. Il grande freddo tra l'ex pm e questa storica parte della politica italiana è calato tempo. La settimana scorsa, del resto, le avvisaglie di ciò che avrebbe detto sabato a Roma le ha annunciate l'assessore Carmine Piscopo - della segreteria di demA - che ha partecipata a Montecatini a un seminario con Diem25 di Yanis Varoufakis. Li ha svelato la strategia arancione, ovvero niente sigle e siglette modello ultime elezioni politiche di «Liberi e Uguali» ma facce nuove in contenitori nuovi ed esclusivamente civici. Altrimenti l'appoggio sarà - forse - solo esterno.
 

De Magistris l'ha detto chiaro e tondo sabato allo «Spine time labs» di Roma all'Esquilino, centro sociale la cui esperienza è tra le più nuove e profonde del Paese. Qui de Magistris ha partecipato insieme al suo movimento politico demA al festival «Mappe dal nuovo mondo» al quale hanno preso parte un centinaio di rappresentanti provenienti da tutta Italia e portatori di esperienze civiche.

Presenti tra gli altri il segretario di demA Enrico Panini e lo stesso Piscopo. Il segretario sintetizza così la giornata politica di sabato. «È risultata condivisa la proposta di una presenza alle elezioni al verificarsi di alcune condizioni da valutare nel prossimo mese: una disponibilità dei diversi soggetti ad evitare di presentare ulteriori liste alle elezioni europee, evitando così una rappresentazione frammentata del fronte democratico; la presenza nelle liste di sole candidature nuove, espressione di realtà dal basso; la capacità di rappresentare uno schieramento largo contro i fascismi.
 
Al verificarsi di condizioni significative de Magistris ha assicurato il proprio convinto impegno in campagna elettorale». Insomma chi fa perdere il fronte democratico è la Sinistra e anche questo è un po' curioso.

Che fare per contrastare le politiche di oggi nel frattempo che si trovi l'unità di questa cosa ancora allo stato nascente?

Da novembre dovrebbero partire manifestazione in tutta Italia per dire no «all'ondata nera fatta di attacchi alle libertà che mina l'unità e la coesione del nostro Paese e rende schiava dei poteri economici sovranazionali l'Europa tutta. Non staremo in silenzio alla narrazione di chi vuole cancellare anni di lotte per i diritti. Con questo spirito dobbiamo mettere insieme le forze e costruire un unico contenitore che si confronti con le altre realtà europee che vogliono contrastare le destre eversive».

La sostanza è che de Magistris lancia la sfida alla Lega e ai suoi. Perché una strategia così sfacciata? La sensazione è che le anime interne l'ex pm riuscirà a tenerle dentro il recinto dell'alleanza con il rimpasto di giunta che sembra prossimo.
Per il resto, i messaggi che sta lanciando sono figli delle aperture di credito che sta avendo dal M5S e anche da una buona parte del Pd, fatta eccezione per un pezzo di dirigenza locale. De Magistris si è messo sul mercato come anti De Luca e a spodestare il governatore - con motivazione diverse - ci pensano tanto i democrat che i pentastellati. L'ex pm si sa «buca il video» e in un'epoca in cui conta di più apparire che essere, e quello che resta dei partiti viene messo al bando, un posto in «Paradiso per scambio» può anche trovarlo. Pochi mesi e se ne saprà di più. Ben prima di Natale.
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