Telenovela Pd, c'è la svolta dopo il caos: si torna di nuovo alle urne

Telenovela Pd, c'è la svolta dopo il caos: si torna di nuovo alle urne
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 15 Novembre 2017, 10:30 - Ultimo agg. 10:45
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Si rivota nei circoli che non hanno potuto votare sabato e giovedì si elegge il segretario. No, marcia indietro, la commissione provinciale per il congresso deve prima discutere il ricorso di Nicola Oddati. E poi, magari, sarà il turno degli organismi regionali e nazionali. Tutto al netto delle trattative in corso ieri notte.

Insomma non è un congresso, questo del Pd, ma un gioco dell'oca in cui ogni casella avanti, ti costringe poi a tornare a tre-quattro caselle indietro. È il delirio di un'ennesima notte in cui la commissione provinciale per il voto, coordinata dal deputato Alberto Losacco, il facilitatore mandato dal Nazareno in questo campo di battaglia, è costretta a rivedere le decisioni.
 


Tra stop e marce indietro finché, sono le 22 passate, il gruppo di lavoro finalmente decide: si boccia il ricorso di Oddati e si vota sabato nei 28 circoli chiusi domenica scorsa. Più che il secondo tempo o i supplementari si passa, quindi, ai calci di rigore dopo un'altra giornata travagliatissima.

Perché alle 16 la commissione per il congresso inizia i lavori nella sede del partito per decidere il percorso. Non lo spoglio delle schede del voto di domenica ma la strada più agevole per evitare di avere poi un segretario di federazione monco. Tempi stabiliti e contingentati per arrivare ad avere, con l'assemblea di giovedì prossimo, il nome del numero uno della federazione. Sembra quasi una passeggiata ed invece, sono le 17, diventa una scalata di una parete himalayana del massimo grado. Perché Nicola Oddati intuisce cosa sta per accadere, non ci sta e presenta subito ricorso alla stessa commissione non appena viene a sapere del provvedimento di voto. E così via il provvedimento già scritto dalla scrivania e si passa ad esaminare la denuncia di Oddati che blocca la delibera a venire. Altro tempo, altre discussioni.
 
«Prima avevano detto che non si cambiavano le date. E ora sì? È una ulteriore violazione - attacca l'ex assessore comunale - con l'unico obiettivo di escluderci dal congresso. Se è valida la lettera di Rossi, allora perché non quella di Martina?». E ancora: «Il tema è tutto politico: ha votato un terzo degli iscritti e stiamo trascinandoci in una discussione regolamentare lunghissima sulle procedure quando bastava spostare il congresso. Noi chiediamo solo il rispetto delle regole». Tempo mezz'ora ed ecco il ricorso che arriva sulla scrivania della commissione del congresso in via Toledo. Si archivia il voto di sabato. E si riparte da capo: occorre esaminare il ricorso di Oddati. Un delirio tipico democrat.

Passano ore e viene deciso di bocciarlo. Un minuto dopo, ecco, la delibera inviata ai 28 circoli che domenica hanno preferito tenere chiuse le serrande.

«I circoli che non hanno potuto espletare - si legge - gli adempimenti previsti dal regolamento per l'elezione del segretario metropolitano dovranno e potranno farlo con le seguenti modalità: apertura del congresso nel giorno 17 novembre 2017 per il dibattito, operazioni di voto nel giorno 18 novembre 2017 dalle ore 8 alle 13, consegna dei plichi sigillati presso la federazione entro le 16 dello stesso giorno». Nella delibera si ordina perentoriamente ai circoli che domenica scorsa si sono «ribellati» alla disposizione del responsabile organizzazione del Pd nazionale Andrea Rossi di procedere al «ritiro dei kit occorrenti» per il voto, di aderire altrimenti scatta il commissariamento coatto per il voto stesso. «È fatto obbligo dei segretari di circolo o dei reggenti in carica, anche a mezzo di persona delegata e qualora ciò non avvenisse il materiale - si legge - sarà affidato ai garanti individuati da questa commissione». Infine, dopo lo spoglio (quell odi domenica scorsa e quello di sabato) si convoca l'assemblea dei delegati per giovedì 23 novembre, data in cui verrà eletto il segretario.

Tutto finito? Tutto risolto? Macché. Perché in serata Oddati apprende della bocciatura e minaccia: «Sino ad ora abbiamo invocato il rispetto delle regole e ci siamo mossi nel solco dello Statuto del Pd. Dal momento che la violazione da parte di questa combriccola di disperati è sistematica non consentiremo più questi atti di arroganza».

Un altro ricorso o cosa? Lo sapremo oggi quando inizierà di nuovo il gioco dell'oca.