Napoli, boom inutile senza investimenti

di Bruno Discepolo
Martedì 18 Aprile 2017, 08:22
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Sarà il turismo il destino di Napoli? A leggere i numeri e le statistiche, ma forse più semplicemente a ben vedere le folle che hanno invaso le strade della città, ancora in questi giorni di festività pasquali, sembra proprio che la risposta sia affermativa. Sia chiaro e detto senza alcun altro fine, il fenomeno è tutt’altro che circoscritto alla nostra città, riguarda in generale il Bel Paese, soprattutto – in periodi come questi – le città d’arte e gli itinerari culturali. Inoltre, gli incrementi nell’afflusso di turisti stranieri continuano ad essere influenzati da condizioni esterne per così dire a noi «favorevoli», quale l’instabilità politica o il rischio di attentati verso tradizionali mete mediterranee. Ma anche fatta la tara a contingenze ed episodi eccezionali, resta il dato incontrovertibile di un aumento esponenziale nelle presenze di viaggiatori, attirati come mai in passato dalle bellezze di Napoli, dalla riscoperta dei suoi tesori, dall’ospitalità dei napoletani. 

Come si potrebbe altrimenti giustificare un incremento nei pernottamenti nei B&B, tra il 2012 e il 2015, del +1.741 per cento (come rivelato in una sua recente ricerca da Francesca De Felice)? Certo, come sempre in questo tipo di rilevazioni, è possibile leggere in trasparenza anche il dato critico, che nel caso di specie potrebbe riguardare la carenza di strutture dell’accoglienza, cresciute rispetto a pochi anni fa ma ancora sottodimensionate per numero e tipologia di offerta, in particolare nei segmenti intermedi, negli alberghi a tre stelle, nelle forme moderne, ed oggi molto sviluppate all’estero, di ostelli per giovani, nelle stesse case per studenti che all’occorrenza si trasformano in alloggi per stranieri. Non è un caso che, in questi ultimi tempi, siano spuntati, un po’ in tutta la città, non solo nel più attrattivo centro storico, numerosi «esercizi complementari», vale a dire affittacamere e Bed & Breakfast.

Va da sé che sia cresciuta, in maniera incontrollata, anche l’offerta in termini di ristorazione, sia quella di qualità che l’altra, legata ad un fenomeno di riscoperta recente del cibo di strada nelle sue tante e variegate declinazioni.


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