Svolta Bagnoli, ok dei giudici ma resta il nodo della cabina di regia

Svolta Bagnoli, ok dei giudici ma resta il nodo della cabina di regia
di Gerardo Ausiello
Mercoledì 24 Maggio 2017, 09:05 - Ultimo agg. 15:47
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Una sentenza, quella del Consiglio di Stato su Bagnoli, che si potrebbe definire quasi «politica», per il valore che ha e per gli effetti che produce. La decisione assunta dalla quarta sezione sui ricorsi presentati dall’amministrazione de Magistris e dalla curatela fallimentare di Bagnolifutura va sostanzialmente bene a tutti: al governo nazionale, perché i giudici amministrativi hanno stabilito che con lo sblocca-Italia non sono state commesse illegittimità; al commissariato e al soggetto attuatore (Invitalia), che potranno continuare ad operare portando avanti le caratterizzazioni (le attività che servono a determinare i livelli di inquinamento dei terreni e delle acque) propedeutiche alla bonifica integrale; alla Regione, che è in sintonia con il governo e che, in caso di pronuncia favorevole della Corte Costituzionale, vedrà il proprio ruolo rafforzato; al Comune, che incassa l’assist del Consiglio di Stato sulle competenze e spera ora di poter ottenere dalla Consulta l’ok ad un suo maggiore coinvolgimento e ad una sua più ampia valorizzazione. I giudici sono così riusciti a realizzare una sorta di piccolo miracolo laico: mettere tutti d’accordo su un terreno scivoloso come il destino di Bagnoli, dove nei mesi scorsi la tensione era salita alle stelle con accuse anche personali, oltre che politiche, tra de Magistris e l’allora premier Renzi. Quei giorni, tuttavia, sembrano oggi lontani anni luce. Sì, perché da mesi ormai sull’asse Roma-Napoli non si litiga più, ma si dialoga. Ciò anche grazie agli sforzi messi in campo dal ministro della Coesione territoriale De Vincenti, che ha lavorato senza sosta per riaprire il confronto con l’amministrazione partenopea. 

Il primo passo, in questo senso, è stato compiuto con il vertice di inizio febbraio, quando in Prefettura si sono riunite le delegazioni istituzionali di Comune, Regione e governo per fare il punto della situazione. Un approccio che ha convinto il sindaco perché, come ha spiegato lui stesso, il metodo utilizzato è stato quello che ha portato alla firma del Patto per Napoli quando a Palazzo Chigi c’era ancora Renzi. Si è così messo in moto un percorso costruttivo, culminato nel faccia a faccia tra de Magistris e De Vincenti lunedì in Prefettura. Ormai, al di là delle battaglie di principio e dal valore più squisitamente politico delle eventuali decisioni della Consulta, è infatti chiaro a tutti che per poter cambiare il volto di Bagnoli servirà necessariamente un accordo tra tutte le istituzioni con la piena condivisione delle scelte. Lo confermano i toni, decisamente diversi rispetto ad un anno fa.

Di «un’intesa vicina, che potrebbe avere una portata storica» ha parlato non a caso di recente il sindaco. La posta in gioco è molto alta. Sia a Roma che a Napoli sono consapevoli che la bonifica e il rilancio di Bagnoli potrebbero fare da volano per lo sviluppo di Napoli e, a cascata, della Campania e di un pezzo importante del Sud. Resta solo da superare un ultimo scoglio, che riguarda la partecipazione del Comune alla cabina di regia. 

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