Lascia il manager dell'Anm: «Ma non sono come Schettino, adesso l'azienda è più sana»

Lascia il manager dell'Anm: «Ma non sono come Schettino, adesso l'azienda è più sana»
di Pierluigi Frattasi
Venerdì 9 Marzo 2018, 10:14
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«Non sono il capitano Schettino. Non lascio la barca quando sta affondando. Ho fatto di tutto per quest'azienda e per salvare i posti di lavoro. Oggi Anm è più sana. Otto mesi fa il sindaco de Magistris mi ha affidato il compito di rimettere in piedi la società, garantendo la continuità amministrativa. Con la nomina di tutti gli organi del concordato preventivo questo obiettivo è stato raggiunto. Si è chiusa una fase e se ne apre una nuova. Ho rimesso il mandato nelle mani del primo cittadino, per dargli la possibilità di intraprendere tutti i provvedimenti che riterrà necessari nell'interesse dell'azienda». Ciro Maglione, amministratore dimissionario di Anm, non ha dubbi: «Il bilancio di questi mesi è positivo».

Le sue dimissioni arrivano proprio all'indomani della sentenza delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti sul bilancio del Comune che oggi è di nuovo sull'orlo del crac. C'è qualche legame?
«La decisione dei giudici non c'entra niente. Ho incontrato il sindaco martedì e abbiamo convenuto che con il deposito del concordato, la nomina dei commissari, dell'advisor e di tutti gli organi concordatari, si è aperta una nuova fase per l'azienda. La sentenza è arrivata il giorno dopo. Dopodiché ho consegnato il mandato nelle sue mani. Mi sembrava doveroso farlo, visto che è stato lui a nominarmi».

Sono dimissioni irrevocabili?
«Ho concluso il compito che mi era stato affidato. Spetta all'amministrazione decidere se accettarle o chiedere di continuare».

Il sindaco non le ha riconfermato la fiducia?
«Io ho voluto lasciare la libertà di fare anche scelte diverse. La proprietà potrebbe avere anche altre idee per l'azienda».
 
Lei ha indicato una strada per l'Anm con il concordato preventivo, ma questo non si è ancora concluso. Era giusto lasciare ora?
«Non è una valutazione che spetta a me».

Intanto, da sindacati e lavoratori ieri sono arrivati attestati di stima e richieste per restare. Che ne pensa?
«Ricambio la stima e l'affetto».

Ma l'Anm ce la farà a salvarsi?
«Sarà complicato, ma penso di sì. Certo, bisognerà fare un piano che regga, che sia rispettoso della regole amministrative. Occorre un accordo con i creditori e che ci siano anche le giuste risorse».

L'Anm è oberata da oltre 150 milioni di debiti, in gran parte trasferimenti arretrati dal Comune. Quanti soldi sono arrivati finora?
«Sui 54 milioni di trasferimenti relativi al 2017, finora sono stati erogati 38 milioni a gennaio».

Nel corso del suo mandato, ci sono stati anche momenti particolarmente tesi, come nel caso del braccio di ferro per la vendita a bordo dei ticket da parte degli autisti o delle proteste degli addetti delle pulizie che a gennaio hanno bloccato la città. Come ne è uscito?
«Con il dialogo. La protesta degli operatori dell'igiene è rientrata. E abbiamo avuto l'ok del Tribunale per pagare la ditta. Con i sindacati interni abbiamo raggiunto l'accordo condiviso per la vendita non solo sui bus, ma anche nelle stazioni».

A che punto è il nuovo piano?
«Ci vuole ancora tempo, almeno un mese e mezzo. Si lavora sui conti».

Cosa succede adesso?
«Il sindaco deciderà in merito e se riterrà farà un nuovo bando per individuare un nuovo amministratore».

Quanto ci vorrà?
«Poco, credo: 15 o 20 giorni».

Lei che farà nel frattempo?
«Io resterò in carica fino a quel momento per le attività ordinarie. Anche oggi sarò al lavoro».

Nessun rammarico?
«Mi dispiace lasciare i dipendenti, verso i quali nutro stima e fiducia, che si sono prodigati in questo difficilissimo momento. Li ringrazio per il lavoro che fanno ogni giorno. Con loro si è costruito un forte rapporto umano».
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