Addio allo storico Galasso, il cordoglio delle istituzioni

Addio allo storico Galasso, il cordoglio delle istituzioni
Lunedì 12 Febbraio 2018, 15:16 - Ultimo agg. 18:15
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La scomparsa di Giuseppe Galasso ha colpito tutt. Tanti, tantissimi i messaggi di cordoglio. Su tutti quello del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni: «Ci mancherà Giuseppe Galasso - scrive il premier su Twitter - la sua intelligenza critica, l'impegno politico e intellettuale per il Sud, l'intuizione della legge per la tutela del paesaggio». «La scomparsa di Galasso - dichiara il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini - priva il mondo della cultura italiana di un protagonista indiscusso, un grande intellettuale che si è impegnato in prima linea per la difesa del patrimonio del Paese in un'intensa esperienza politica mai dimenticata. A lui dobbiamo una legislazione sulla tutela del paesaggio, pensata e voluta per preservare il territorio italiano, che non a caso porta il suo nome».
 
 

«Con Peppino Galasso siamo stati sempre vicini e molto legati per decenni. È stato un uomo politico e insieme uno studioso di grande prestigio. È stato un degno rappresentante di Napoli per il Partito repubblicano nel Parlamento e nel Governo e ha dedicato la sua vita a un'intensissima attività di studioso. Nel mondo degli storici ha rappresentato uno straordinario esempio di un'ininterrotta operosità e produttività. Lo attesta una impressionante mole di opere, in buona parte dedicate alla storia di Napoli e del Mezzogiorno, in particolare del rapporto con la dominazione e la ricca presenza spagnola» scrive in un messaggio il presidente emerito Giorgio Napolitano. «La sua nomina all'Accademia dei Lincei - ricorda Napolitano - fu il riconoscimento della sua alta qualità scientifica, ma egli non disdegnò mai il giusto impegno divulgativo, fu attivo in campo giornalistico e nelle relazioni col mondo della scuola. Sarà ricordato per questa molteplicità di aspetti della sua figura, la cui scomparsa per l'Italia rappresenta una grave perdita e per me personalmente un motivo di doloroso rimpianto. Esprimo ai figli e a tutti i famigliari i sensi della mia partecipazione al loro lutto».

Profondo cordoglio è stato espresso anche dall'amministrazione comunale di Napoli: «Il suo apporto alla vita intellettuale, civile e politica dell'Italia e dell'Europa costituisce un patrimonio scientifico, critico e di opere di immensa portata - ricorda l'assessore comunale alla Cultura Nino Daniele - Il suo desiderio di conoscenza era infinito. Di ciò è testimonianza la vastità dei suoi interessi e delle sue ricerche. Mai pago dei risultati è stato sempre proteso a aggiornare metodi e criteri di indagine e di analisi per aprire all'intelletto umano nuovi orizzonti. Fosse solo per questo nessuno potrà tentare di volgere a fini di conservazione il suo impegno. Così come immenso era il suo amore per Napoli. Avvertiva, memore della lezione crociana, inquietudine e ansia per il suo destino di città nobilissima e conduceva con passione e ironia, tutte le volte che lo riteneva necessario (cioè costantemente), battaglie ideali e programmatiche senza sottrarsi e risparmiarsi mai. A Napoli ha donato tesori di conoscenza storica e filosofica che tocca ai giovani studiosi, con alacre responsabilità, custodire ed accrescere. È stato per me un raro e prezioso privilegio aver avuto nel corso di tanti anni con lui occasioni di dialogo, di confronto, di collaborazione. Era, contro i tempi, capace invigilare se stesso. Proprio sottomettendosi a questo nobile costume intellettuale si schermiva oltre il dovuto sia personalmente sia a ciò inducendo le persone a lui più care e vicine. Ma in questi momenti avvertiamo con chiarezza incontrovertibile che il suo posto è tra coloro che lasciano un'impronta indelebile nel cammino di una comunità. È nostro dovere e nostra responsabilità lavorare con tutte le Istituzioni che si sono avvalse e arricchite del suo lavoro per trarre tutti i frutti possibili dalla sua lezione di pensiero e azione in soccorso dei governi'' per il bene e la felicità dei cittadini». 

«Con la scomparsa di Giuseppe Galasso la nostra città perde uno dei suoi figli più eminenti. Il suo apporto alla vita intellettuale, civile e politica dell'Italia e dell'Europa costituisce un patrimonio scientifico, critico e di opere di immensa portata. Il suo desiderio di conoscenza era infinito. Di ciò è testimonianza la vastità dei suoi interessi e delle sue ricerche. Mai pago dei risultati è stato sempre proteso a aggiornare metodi e criteri di indagine e di analisi per aprire all'intelletto umano nuovi orizzonti. Fosse solo per questo nessuno potrà tentare di volgere a fini di conservazione il suo impegno. Così come immenso era il suo amore per Napoli». Così l'assessore comunale alla Cultura, Nino Daniele. «Avvertiva, memore della lezione crociana, inquietudine e ansia per il suo destino di città nobilissima e conduceva con passione e ironia, tutte le volte che lo riteneva necessario (cioè costantemente), battaglie ideali e programmatiche senza sottrarsi e risparmiarsi mai. A Napoli ha donato tesori di conoscenza storica e filosofica che tocca ai giovani studiosi, con alacre responsabilità, custodire ed accrescere. È stato per me un raro e prezioso privilegio aver avuto nel corso di tanti anni con lui occasioni di dialogo, di confronto, di collaborazione. Era, contro i tempi, capace 'invigilare se stesso'. Proprio sottomettendosi a questo nobile costume intellettuale si schermiva oltre il dovuto sia personalmente sia a ciò inducendo le persone a lui più care e vicine. Ma in questi momenti avvertiamo con chiarezza incontrovertibile che il suo posto è tra coloro che lasciano un'impronta indelebile nel cammino di una comunità. È nostro dovere e nostra responsabilità lavorare con tutte le Istituzioni che si sono avvalse e arricchite del suo lavoro per trarre tutti i frutti possibili dalla sua lezione di pensiero e azione 'in soccorso dei governi'», conclude Daniele.

Dal canto suo, il governatore Vincenzo De Luca ricorda come Galasso abbia «sempre unito l'attività politica e l'impegno civile alla riflessione profonda sulle radici della questione meridionale e al rilancio dell'attenzione sul Mezzogiorno». «Ci siamo incontrati spesso - aggiunge - e avevamo avviato una proficua collaborazione con la Fondazione Ente Ville Vesuviane, che presiedeva. La sua scomparsa è una grande perdita per tutti, per Napoli e per il Sud». Anche l'ex governatore Stefano Caldoro affida a Twitter il suo ricordo. «Giuseppe Galasso. Meridionalista moderno. Intellettuale raffinato e politico di valore. Una grave perdita per la nostra città». 

«Perdo un caro amico e un grande amico della Uil Campania. Ci mancherà il suo contributo, il contributo di un meridionalismo non piagnone ma ricco di proposte di merito. È stato e rimane uno degli ultimi intellettuali che ha veramente avuto a cuore le ragioni di Napoli e del Mezzogiorno», dice Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania.

«La scomparsa di Peppino Galasso è una grande perdita per il nostro Ateneo, per il Mezzogiorno e per il Paese.
Intellettuale raffinato e studioso rigoroso ha testimoniato la visione di un Mezzogiorno che guarda all'Europa, consapevole del suo ruolo ma lontano da rivendicazioni nostalgiche. La Federico II farà tesoro del suo insegnamento guidando i giovani ad essere protagonisti di un Sud pienamente europeo». Così Gaetano Manfredi, rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.


«Il rilievo scientifico di quasi settant'anni di studi e di ricerche che lo ha reso uno degli storici più importanti degli ultimi 50 anni è sotto gli occhi di tutti. Ma oggi mi piace ricordare soprattutto un altro grande lascito di Giuseppe Galasso al nostro Paese: il concetto di tutela del paesaggio come bene culturale, un concetto prima culturale e poi normativo a cui si è dedicato per lunghi anni ed in particolare durante i quattro anni da sottosegretario di Stato al Ministero per i Beni e le attività Culturali (1983-1987) fino alla stesura della legge 'pilastro' del settore della tutela paesaggistica in Italia che giustamente porta il suo nome: la legge 431 del 1985. Disposizioni per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale, da tutti conosciuta come Legge Galasso
». Così Lucio d'Alessandro, rettore dell'Università Suor Orsola Benincasa, ricorda lo storico Giuseppe Galasso, scomparso all'età di 88 anni, dopo aver insegnato in alcune delle più importanti Università italiane, da Napoli a Cagliari, e da ultimo proprio al Suor Orsola, dove ha insegnato «Storia dell'Europa» nella Facoltà di Lettere, la Casa della formazione accademica nel settore dei beni culturali che in Italia è partita proprio a Napoli, al Suor Orsola Benincasa nel 1992. Per ricordare al meglio questo concetto cardine dei »beni ambientali come beni culturali« d'Alessandro, che nel 2012 al Suor Orsola aveva consegnato a Giuseppe Galasso, alla presenza dell'allora ministro del MIibact, Lorenzo Ornaghi, la laurea magistrale honoris causa in Conservazione e Restauro dei beni culturali, si affida proprio alle parole dello stesso Galasso contenute nel volume «La tutela del paesaggio in Italia» (Editoriale Scientifica, 2007): «La divisione tra l'ambito dei beni culturali e quello di beni ambientali è, indubbiamente, artificiosa come e più di quella tra paesaggio e urbanistica. Mi sono sempre chiesto, di fronte a quel «miracolo» (come lo definiva D'Annunzio) del Duomo di Orvieto, assiso come si sa su una rupe di più che dubbia stabilità, che ha destato e deve sempre destare grandi preoccupazioni, come si faccia a distinguere l'ambientale dal culturale, il monumento dal paesaggio, il paesaggio dal terreno. E questo non è affatto da ritenere un caso-limite. Nella famosa, anzi famigerata Valle agrigentina dei Templi la situazione è almeno per alcuni versi la stessa».
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