Fondazione BancoNapoli, Giannola:
«Adesso intervenga il Tesoro»

Fondazione BancoNapoli, Giannola: «Adesso intervenga il Tesoro»
di Nando Santonastaso
Domenica 11 Febbraio 2018, 13:44
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«Conoscere l'esito dell'ispezione del Tesoro, conclusasi ormai da parecchi giorni, sapere cioè se da essa sono emersi rilievi all'attuale gestione, sarebbe determinante per evitare che si vada avanti ancora in una sorta di guerra tra bande». Lo dice Adriano Giannola, presidente Svimez e già presidente della Fondazione Banco di Napoli («Venni acclamato alla mia uscita come presidente onorario ma il Tesoro disse che occorreva una modifica dello Statuto e non se ne fece più nulla»). L'economista si iscrive al «partito» di coloro che vogliono capire come stanno le cose (lui stesso ha mosso non pochi rilievi alla presidenza di Daniele Marrama) «senza cadere in inutili personalismi». Ma al momento dal ministero guidato da Pier Carlo Padoan, che è l'organo di vigilanza sull'attività della Fondazione e come tale anche interlocutore diretto per il nodo Sga-Banco di Napoli, con annessa querelle sul diritto o meno al risarcimento della Fondazione stessa, non trapela nulla.

Intanto si avvicina la data del Consiglio generale (il 26 febbraio) e si completa l'iter procedurale previsto dall'attuale ordine del giorno, in attesa di conoscere se i punti di discussione aggiuntivi chiesti da sei consiglieri verranno accettati (tra essi anche la nomina di una commissione per procedere all'esame delle terne indicate dagli enti per i consiglieri che dovranno sostituire i dimissionari o i defunti). Marrama risponderà, a norma di Statuto, come ha fatto trapelare dal suo entourage, nelle prossime ore. Le terne di sicuro sono arrivate a via Tribunali e dunque, salvo novità ulteriori, è su di esse che il Consiglio dovrà pronunciarsi (oltre a ratificare la nomina del professore Francesco Fimmanò dopo la decisione a lui favorevole del tribunale civile di Napoli). Il meccanismo, come già ricordato, è cambiato rispetto al passato: non più un nome secco ma tre nomi, appunto, da scegliere in base ai curricula. Nell'elenco figurano non solo esperti in materia finanziaria come forse sarebbe lecito attendersi considerato che pur sempre si tratta di una Fondazione emanata da una banca e peraltro impegnata direttamente sul mercato del credito come il salvataggio (anche questo contestato) della Banca regionale di sviluppo dimostra. «In realtà - chiarisce Giannola - se nel Consiglio di amministrazione è auspicabile che entrino personalità dotate di competenza specifica in materia finanziaria, nel Consiglio, anche alla luce delle finalità della Fondazione, sono i territori che esprimono legittimi interessi che possono dunque non essere legati al credito o, appunto, alla finanza». E questa riflessione emerge puntualmente dalla lettura dei curricula provenienti dalle aree più lontane dalla Campania, dalla Calabria alla Puglia fino al più vicino Molise: «Si può dire che una piccola Fondazione ha il territorio più vasto di tutte le altre», chiosa lo stesso Giannola con un pizzico di malcelata ironia.
 
Ed ecco i nomi in lizza per un posto nel Consiglio. Nella terna indicata dal sindaco de Magistris per il consigliere che spetta al Comune di Napoli ci sono Cesare Pietro Bottegai, ragioniere, originario della Liguria ma residente a Bracciano (Roma), esperto di brokeraggio assicurativo e di servizi alle imprese; Giacinto Palladino di Torre Annunziata, presidente di un Fondo pensioni, già segretario nazionale dei bancari della Cisl e già dipendente del Banco di Napoli; e Luigi Saccenti di Castel Volturno, perito industriale, attività nel ramo della formazione professionale. La giunta regionale pugliese non ha indicato nessuna terna. Allora la fondazione propone la nomina in cooptazione del professor Vincenzo Del Giudice, napoletano, docente di Estimo alla Federico II (un'autorità in materia con oltre 70 pubblicazioni). Scelta che sarà, quasi certamnte contestata, dalla minoranza che è pronta a una controproposta al femminile. Per Unioncamere Calabria, l'ente che rappresenta le Camere di commercio di tutta la regione, sono in campo il direttore di Confindustria Catanzaro, Dario Lamanna, il presidente del Consorzio di Bonifica Tirreno-Vibonese, Domenico Piccione, e l'avvocato civilista Gianluca Scaramuzza di Crotone. L'università del Molise candida tre suoi docenti, Alberto Franco Pozzolo, ordinario di Economia politica, Loredana Tullio, associato di diritto di famiglia, e Andrea Abbagnano Trione, docente di diritto penale applicato al lavoro presso la facoltà di medicina. Tre docenti anche per l'università di Bari: Ugo Patroni Griffi, ordinario di diritto commerciale, Mario Aulenta, ricercatore di diritto tributario, e Pierdomenico Logroscino, ordinario di diritto pubblico.

Il Consiglio generale della Fondazione è composto da 21 membri, sei i posti attualmente da coprire. Se non ci saranno rinvii, sarà la seduta successiva a quella del 26 febbraio a vedere l'insediamento dei nuovi membri. Al ricompattato organismo toccheranno prima delle nuove elezioni, fissate in primavera (salvo smentite), adempimenti tutt'altro che secondari, a cominciare dall'approvazione del bilancio 2017 sul quale, ma è ormai quasi inutile aggiungerlo, non sono mancati e non mancheranno ulteriori momenti di forte fibrillazione dopo i rilievi mossi già nei mesi scorsi dai consiglieri contrari all'attuale gestione. Difficile in questa fase capire se queste scadenze verranno rispettate.

I consiglieri che hanno sollecitato la convocazione urgente dell'organismo premono perché i tempi si allunghino e si formi una maggioranza capace anche di sfiduciare Marrama. Il quale, dal canto suo, sembra invece intenzionato a resistere «a norma di Statuto» e a tirare dritto fino al momento del voto. E lui ha già fatto intendere che è pronto a ricandidarsi.
 
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