Fondazione BancoNapoli, è scontro totale. E scende in campo Barracco

Fondazione BancoNapoli, è scontro totale. E scende in campo Barracco
di Valerio Iuliano
Sabato 20 Ottobre 2018, 12:00
3 Minuti di Lettura
Maurizio Barracco è in campo: scrive ai consiglieri generali ed illustra il suo programma di governo. Mentre la candidatura di Rossella Paliotto appare sempre più solida, almeno per ora. Il duello per la presidenza della Fondazione BancoNapoli si arricchisce ogni giorno di nuovi capitoli. Tuttavia lo stesso duello potrebbe anche sfumare entro lunedì, giorno della presentazione delle candidature. Una vicenda complicata e sempre ricca di punti interrogativi. Occorre cominciare dalla mattinata di ieri per tentare di comprendere. Maurizio Barracco ha inviato ai consiglieri generali il programma predisposto per la sua candidatura alla presidenza della Fondazione, allegando il format di adesione alla stessa candidatura. Ed è quest'ultimo un atto formale, almeno in apparenza, che tuttavia potrebbe avere un peso determinante nella corsa alla leadership della Fondazione.
 
Per la presentazione della candidatura occorrono - come prevede lo statuto - almeno cinque firme. Dal numero di adesioni ottenute da Barracco, dunque, sarà possibile valutare quello che è in questo momento il suo potenziale bacino di consensi. Di sicuro tra gli elettori del presidente del Banco di Napoli ci sono i consiglieri vicini all'ex presidente Marrama. Un gruppo che sembra piuttosto esiguo, a seguito delle numerose defezioni degli ultimi tempi. In ogni caso è difficile stabilire quanti siano esattamente. Mentre il gruppo della Paliotto conta attualmente almeno dieci consensi potenziali o forse anche qualcuno in più, secondo le voci di corridoio. Per Barracco - la cui candidatura sostenuta dal direttore generale Minguzzi - saranno determinanti le prossime ore. Lo stesso ex presidente del Banco di Napoli non è ancora sicuro se accettare o meno la candidatura. «Aspetto lunedì» fa sapere. Ma il fronte Paliotto sembrerebbe compatto. E le firme necessarie paiono ancora non esserci.

Il programma di governo per il quinquennio 2018-2022 viene sintetizzato da Barracco in cinque punti che rappresentano altrettante priorità. Si va dalla «definizione di una governance adeguata alle esigenze attuali che preveda l'ingresso di privati apportatori di fondi e conseguente cambiamento dello Statuto» ad una «sistemazione patrimoniale attraverso un piano organico di transizione verso una nuova asset allocation». Su quest'ultimo punto Barracco sostiene che «la Fondazione deve dirigersi verso il sistema delle gestioni patrimoniali e dei fondi di investimento che sono già ampiamente utilizzati nel settore delle fondazioni Bancarie. Le gestioni patrimoniali, infatti, raccolgono 1,6 miliardi di investimenti delle Fondazioni italiane ed i fondi di investimento in portafoglio alle fondazioni sono cresciuti di 6 miliardi di euro nell'ultimo anno. In tutti e due i casi si tratta di prodotti che, nel rispetto di indicazioni strategiche sugli atteggiamenti di rischio ed attese di rendimento offrono una maggiore autonomia di allocazione degli investimenti». Tra gli altri temi sottolineaati da Barracco, figurano la collaborazione con altre Fondazioni, la necessità di affrontare il tema SGA «con l'unico obiettivo di fare l'interesse della Fondazione» e la valorizzazione dell'Archivio Storico. Altri fronti di guerra, intanto, si sono aperti ieri.

Ma la sfida potrebbe finire ancora a carte bollate. A Palazzo Ricca è pervenuta una diffida del cassazionista Francesco Fimmanò, indirizzata al commissario Mottura. Secondo Fimmanò le elezioni dovrebbero essere sospese perché in Consiglio Generale manca il plenum. L'assemblea conta attualmente 16 componenti sui 21 iniziali. Polemico il consigliere Orazio Abbamonte: «Quando c'era la candidatura di Palmieri o di Trombetti, Fimmanò non parlava di un plenum che manca. Adesso che non ha più il candidato dice che non si può votare. Mi pare un atteggiamento ondivago». In ogni caso l'orientamento del tesoro sarebbe quello di andare avanti. Ma Fimmanò non si ferma e ha preannunciato di aver presentato anche un ricorso d'urgenza, in cui chiede nuovamente di entrare in Consiglio Generale. E il fronte Paliotto è pronto a rispondere con una denuncia per «lite temeraria»
© RIPRODUZIONE RISERVATA