Flop Pd, lo strappo degli ex Ds: tutti contro tutti, salta la direzione provinciale

Flop Pd, lo strappo degli ex Ds: tutti contro tutti, salta la direzione provinciale
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 9 Marzo 2018, 10:31 - Ultimo agg. 12:03
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A prima mattina il primo strappo: cinque consiglieri regionali annunciano di disertare la direzione provinciale pd convocata oggi per discutere del tonfo elettorale. «La convocazione della Direzione metropolitana, ovvero di un organismo dirigente non rappresentativo dell'insieme del partito, rischia d'essere l'ennesimo approccio superficiale ed arrogante che a Roma, come in Campania e a Napoli, ha già fatto disastri», scrivono in un documento durissimo Enza Amato, Antonella Ciaramella, Gianluca Daniele, Bruna Fiola e Antonio Marciano. Dietro ci sono ancora i veleni dell'ultimo congresso provinciale. Ovvero quell'area ex ds rimasta fuori dalla contesa e da tutti gli organismi dirigenti. Ergo, nella direzione convocata per oggi da Costa, non avrebbe avuto diritto di parola. Ed infatti dopo i 5 consiglieri intervengono duramente sia l'europarlamentare Andrea Cozzolino che Nicola Oddati, lo sfidante dell'attuale segretario provinciale Massimo Costa. Dice il primo: «Ho letto l'annuncio di Costa della improbabile riunione di una direzione che per me non esiste. È stata convocata e allora ho chiamato Costa consigliandogli di fare una riunione molto aperta e non settaria con i protagonisti della sconfitta. Non è tempo di organismi farlocchi ma di riunioni aperte per discutere senza veli e intermediazioni». Più duro Oddati: «Apprendo essere stata convocata una direzione metropolitana per discutere del voto. Mi pare un ulteriore e ridicolo atto di arroganza. Quell'organismo è frutto di un congresso finto, che ha tenuto fuori una vasta area del partito». Ma in mezzo ci sono le dimissioni, prima annunciate poi da presentare nella prossima direzione regionale, di Assunta Tartaglione. Strada che porta al congresso regionale. Solo che occorre capire se ad organizzarlo sarà un reggente, come chiede la minoranza del partito, o la stessa maggioranza della Tartaglione. «Chi ha diretto il partito in questi anni inevitabilmente deve farsi da parte, immediatamente e senza finzioni e trucchetti, ci sono - attacca l'ex assessore comunale - gli organismi di garanzia per gestire la fase che ci porterà al congresso regionale. In questo quadro ognuno dovrebbe svolgere la funzione che gli spetta. Penso al capogruppo al Consiglio comunale che, nel giorno in cui la Corte dei conti boccia il bilancio, non dice una parola su Napoli e discetta invece di candidature lanciandosi in analisi politologiche. Recuperiamo il senso del limite e del ridicolo».
 
Aria tesa, tesissima, che viene calmierata in un pomeriggio di telefonate tra il segretario provinciale Costa, il presidente del partito Ederoclite e il consigliere regionale Marciano, tra gli autori dello strappo del mattino. E dalla direzione di oggi si passa ad un'assemblea martedì. Un'assise più allargata, quindi, come era stato richiesto.

E i cinque consiglieri gli riconoscono lo sforzo fatto. «È arrivato il momento di evitare arroccamenti e di aprire una vera discussione all'interno del partito, coinvolgendo tutti. Solo così, infatti, il Pd di Napoli potrà recuperare un rapporto con i suoi ex elettori, anche in vista del prossimo congresso nazionale, quando sarà indispensabile coinvolgere nel percorso voci nuove: il mondo della cultura, del lavoro, delle professioni, dell'impresa, dell'associazionismo», scrivono i consiglieri regionali. Ma, attenzione, perché si tratta solo di una pace duratura. Le armi, infatti, sono già affilate per il congresso regionale. Con l'opposizione ex ds che cerca la rivincita dopo l'esclusione dal congresso provinciale sulla maggioranza di Topo, Casillo, AreaDem e mozione Orlando. Ma siamo sicuri che tra un mese dopo la batosta elettorale i vecchi, e logori, equilibri rimarranno tali? In molti dubitano anche perché sono i capicorrente, i ras della maggioranza degli organi dirigenti, ad aver subìto la batosta più dura.

Naturale che non faranno un minimo passo indietro al congresso di primavera (magari mettendo in campo Graziella Pagano che si è già autocandidata) ma dall'altro ci sarà un nome ex ds. Magari il consigliere regionale Antonio Marciano. Ma c'è anche un gruppo di under 40 desiderosi della battaglia congressuale. Magari attorno al capogruppo pd al Comune Federico Arienzo.
 
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