Fico rianima i cinquestelle: «Punto tutto su Napoli»

Fico rianima i cinquestelle: «Punto tutto su Napoli»
di Carlo Porcaro
Domenica 3 Dicembre 2017, 12:39
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«Il mio attivismo era e resta a Napoli». Roberto Fico non se la sente ancora di ufficializzare la sua volontà di non ricandidarsi alla Camera dei Deputati, ma le sue parole a margine del Meet-Up Napoli riunitosi ieri pomeriggio in un locale del centro mischiati a clienti che sorseggiavano un thè o erano impegnati in giochi da tavola sono state molto significative. Il deputato grillino punta tutto su un nuovo ruolo da esercitare in città in prima persona. Un progetto a lungo termine che getto lo sguardo oltre la fine del mandato di Luigi de Magistris che non potrà ripresentarsi dopo la doppia sindacatura consecutiva.

Che cosa farà nell'immediato? «Le parlamentarie dovrebbero esserci a fine dicembre, vediamo. Il Meet-Up si riunisce spesso e lavora molto bene per dare il proprio contributo in termini di proposte ed idee: a breve organizzeremo un'apposita iniziativa sulla scuola», ha anticipato. Nel suo intervento alla riunione dei pentastellati della prima ora, età media piuttosto alta e grande percentuale di donne, Fico ha infatti auspicato «un piano Marshall per le scuole a Napoli: non basta certamente una singola legge, deve cambiare l'approccio: si devono mentalizzare i ragazzi che vivono in certe realtà difficili, a partire dal farli vivere esperienze come abbiamo fatto noi portandoli alla Camera a conoscere le dinamiche delle Istituzioni. Magari è una goccia nell'oceano, ma bisogna insistere».
 
Gli attivisti si sono, infatti, concentrati molto sul tema del disagio dei giovanissimi in alcuni quartieri della città: alcuni hanno raccontato le loro esperienza da docenti di frontiera, con tutte le difficoltà del caso compresa la mancanza di risorse dell'intero settore dell'istruzione. Accantonate le polemiche interne di settembre quando il Capo ha deciso che Di Maio sarebbe stato il front-man per la rincorsa a Palazzo Chigi, Fico ha evitato polemiche esplicite mordendosi la lingua - e si è rimesso a lavorare su Napoli a testa bassa. Poi va in tv a sostenere le tesi del Movimento, sarebbe strano il contrario, ma non è la priorità. Siamo a fine legislatura ed ora l'obiettivo è preparare il terreno per le future comunali, fortificando e caratterizzando meglio l'opposizione in corso da un anno a Palazzo San Giacomo. Da qui l'idea di far ripartire il Movimento Cinquestelle cittadino da una serie di temi concreti, vicini ai problemi quotidiani, producendo così una sorta di ritorno alle origini. È quello che molti attivisti del Meet-Up, nucleo fondante dei grillini a Napoli e dintorni prima di entrare nelle varie assemblee, hanno auspicato. «Dobbiamo tornare nelle piazze, ai vaffa che ci hanno contraddistinto ha sbottato per esempio Giovanni Sica -. Ci siamo istituzionalizzati troppo secondo me nell'ultimo periodo e allora dobbiamo scendere di nuovo tra la gente, in strada, con i gazebo, per farci conoscere. Il nostro leader è il programma, chiaro e direi anche per molti versi rivoluzionario: Luigi Di Maio ha aggiunto provando a dissimulare la contrarietà alla decisione dall'alto di puntare sul vicepresidente della Camera come candidato premier - non si discosterà dal programma condiviso da tutti noi in Rete. Quanto a Alessandro Di Battista, non si ricandida perché ha compreso che in Parlamento si devono seguire le loro regole ma si può fare politica anche da fuori: non è importante ricandidarsi ma portare avanti le nostre idee, consapevoli che tanto la battaglia è col centrodestra».

Assenti i due consiglieri comunali Matteo Brambilla e Francesca Menna, è intervenuto il consigliere regionale Tommaso Malerba: «Da due anni ospito gruppi di studenti delle superiori in Regione per trasmettergli il senso delle istituzioni, purtroppo altri partiti lo fanno a scopo elettorale», ha raccontato. Critiche ai portavoce del Movimento sono arrivate da più parti. Lucio Righetti ha lamentato una mancanza di connessione, il che segnalerebbe una difficoltà da tradurre poi in dati numerici. «Non stiamo crescendo in relazione al momento così importante che ci aspetta ha aggiunto lanciando l'allarme -. Si tratta di una fase in cui saremo o dentro o fuori».

Che cosa fare allora per recuperare terreno e, pragmaticamente, prendere quei voti che mancano per arrivare al 40 per cento a marzo 2018? «Dobbiamo essere concreti, avvicinarci di più alla gente e attirare gli indecisi facendoli andare a votare», la ricetta. Non si sono presentati alla riunione gli espulsi che il 5 dicembre avranno l'ultima udienza del contenzioso con Grillo e Casaleggio jr, ma c'è chi ha sentito gli effetti di quel repulisti: «Siamo rimasti in pochi nel mio quartiere perché molti di chi stava con noi sono stati espulsi: vorrei allora un appoggio dagli attivisti per non disperdere le energie, poterci organizzare meglio e riportare poi ai portavoce istituzionali». L'attore comico Oscarino Di Maio, attivista di lunga data, si è fatto serio ed ha parlato chiaro ai presenti: «Se non saremo forza di governo non cambierà mai niente in Italia». C'è la speranza insomma di stanare i delusi, ma anche la consapevolezza che per il M5S è arrivato il momento della svolta.
 
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