Elezioni, Siani avverte il Pd: «In campo solo se avrò garanzie di indipendenza»

Elezioni, Siani avverte il Pd: «In campo solo se avrò garanzie di indipendenza»
di Carlo Porcaro
Mercoledì 20 Dicembre 2017, 11:01
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La condizione per accettare la candidatura alla Camera nelle fila del Partito Democratico è l'indipendenza. Paolo Siani la indicherà formalmente al segretario dem Matteo Renzi probabilmente già durante le festività natalizie, periodo utile a riflettere sulle strategie da mettere in campo per le elezioni politiche ormai imminenti. Il fratello del giornalista de «Il Mattino» Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra, ha ricevuto ufficialmente la richiesta di scendere in campo lo scorso 13 novembre: «Ho chiesto a Paolo Siani se vuole correre con noi alle prossime elezioni, perché il tema della povertà educativa è una priorità assoluta», disse l'ex premier nella direzione nazionale del partito dopo aver incontrato in gran segreto il pediatra dell'ospedale Santobono a settembre per sua iniziativa personale. «Ci penso, ma io faccio un altro lavoro...», la risposta di Siani nell'immediatezza, un modo per defilarsi dalle pressioni. Il tempo è passato, intanto la riserva non è stata sciolta. «Se accetterò l'invito a candidarmi? Ci sto ancora pensando», ha infatti detto ieri il presidente della fondazione Polis a margine di un'iniziativa nella sala giunta della Regione dove sono state consegnate le borse di studio ai familiari delle vittime della criminalità organizzata.
 
L'idea di puntare su di lui come capolista a Napoli alle prossime elezioni politiche sarebbe, per il Pd, una scelta dall'alto valore simbolico: valorizzare un'espressione della società civile, lanciare un segnale a difesa della legalità, premiare la città che vuole ancora alimentare la speranza tra i giovani. «Deciderò dopo aver parlato con lui ha spiegato Siani -. Voglio capire se ne vale la pena, in che modo potrò muovermi da indipendente. In molti mi stanno incoraggiando a intraprendere questa strada, ma ci sono anche i contro con cui fare i conti». Sul piatto della bilancia, insomma, gli aspetti positivi e quelli negativi. Tra i primi, poter portare la propria esperienza nelle Istituzioni, tra i secondi il rischio di dover sottostare a logiche politiche se non addirittura di corrente. Puoi garantirmi uno spazio di autonomia? Sarà più o meno questa la domanda che il medico porrà a Renzi, alle prese con la formazione delle liste tra uscenti che reclamano la conferma, big che impongono i propri nomi e società civile dai volti nuovi su cui puntare. Di sicuro, Siani teme che possa essere vincolato dalle diatribe interne ad un partito che tra l'altro scende nei sondaggi pubblicati recentemente. L'attuale scenario politico nonché la legge elettorale al 75 per cento maggioritaria - riduce al minimo gli spazi di autonomia: si rischia di passare come il fedele del capo, condizione che non accetterebbe. Non a caso, il suo nome ha diviso subito i dirigenti del Pd locale, impegnati a sgomitare. In passato, per la precisione un anno e mezzo fa, fu contattato per la candidatura a sindaco di Napoli ma preferì declinare l'invito sempre per lo stesso motivo: non impelagarsi in vicende di natura partitica come le primarie a cui si presentava l'ex governatore Antonio Bassolino con cui aveva ed ha un buon rapporto. «Sono lusingato per la proposta avanzata dal Pd, ma voglio continuare ad impegnarmi a tempo pieno come pediatra e sul versante della legalità. Voglio continuare a spendermi per dare opportunità ai bambini di Napoli che non hanno nel loro Dna la camorra», disse. Ora Renzi lo convincerà a cambiare idea per dare il senso di un Pd coraggioso e aperto?
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