Di Maio in fabbrica a Pomigliano: «Restiamo nella Nato e alleati degli Stati Uniti»

Di Maio in fabbrica a Pomigliano: «Restiamo nella Nato e alleati degli Stati Uniti»
Giovedì 7 Giugno 2018, 09:24 - Ultimo agg. 12:01
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«Oggi la giornata inizia con la visita e l'incontro dello stabilimento Leonardo di Pomigliano d'Arco, la mia città». Ad annunciarlo su Instagram è il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, in visita al sito napoletano del gruppo dell'aerospazio e difesa.

Accolto dall'amministratore delegato Alessandro Profumo e dal presidente Gianni De Gennaro, Di Maio ha poi affrontato i temi dell'allanza atlantica: «Restiamo nella Nato e alleati degli Stati Uniti, ma portiamo avanti anche il dialogo con gli altri Paesi, come la Russia, così com'è sempre stato. Non mi preoccupa l'altolà per le sanzioni alla Russia - ha spiegato - il nostro è un governo alleato agli Stati Uniti che vuole lasciare l'Italia negli accordi, nelle alleanze, garantendo continuità a quello che è già stato».

E ancora: «È bastato dare qualche segnale sull'immigrazione per rallentare sul regolamento di Dublino», ha rivendicato con orgoglio il vicepremier. «Quel regolamento così riformato - ha proseguito - scaricava sull'Italia il problema dell'immigrazione. Ma adesso hanno capito che c'è un governo che non dice sì su tutto, che è pronto a collaborare ma nell'interesse degli italiani. Questo non sarà un governo supino alle volontà degli altri governi. L'Italia storicamente ha avuto una funzione nell'ambito dell'alleanza occidentale, nell'ambito della Nato, di essere un Paese che dialogava con i Paesi dell'est. Abbiamo sempre dialogato con Paesi come la Russia, ma anche con Paesi del mediterraneo, come del Nord Africa, che ci permetteranno anche di risolvere il problema dei flussi migratori».
 


Il ministro Di Maio ha affrontato anche il tema dei fondi Ue: «I fondi per la coesione territoriale - ha spiegato - saranno gestiti dal Ministro per il Sud, e la ministra Barbara Lezzi si occuperà dell'annosa questione di come si spendono i fondi europei». «L'Italia ha si un problema di investimenti - ha proseguito - ma anche dove sono stati dati fondi per gli investimenti quei fondi sono bloccati, perché molto spesso agli enti territoriali bisogna fornire più competenze, più personalità con specifiche competenze per poter utilizzare quei fondi». 

Del resto, «il Nord non ce la può fare a tirare da solo l'economia del Paese se non risolviamo la questione delle regioni del Sud, che passano anche attraverso realtà positive come questa», ha affermato Di Maio sottolineando di trovarsi in una fabbrica «che è modello che funziona». «Sono qui per testimoniare tutta la mia collaborazione - ha aggiunto - tutta la volontà del governo a far crescere l'Italia tutta. Il nord da solo non ce la può fare a tirare da solo se non risolviamo la questione delle regioni del sud che passano attraverso realtà di eccellenza come queste e ci fanno grandi nel mondo. Leonardo è anche ambasciatore di Italia nel mondo, in quanto qua si realizza un prodotto che viene esportato in tutti i Paesi del mondo. E il governo si impegna a migliorare, dove possibile, lo sviluppo di stabilimenti come questi».

Sullo sfondo resta il tema dei cinque operai licenziati dalla Fca: «Ho detto all'operaio che si è cosparso ieri di benzina sotto casa mia, che per ora ha la mia vicinanza umana, ma tra poco avrà anche quella del governo», così Di Maio ha raccontato dell'incontro avvenuto ieri sera all'ospedale civile di Nola con Mimmo Mignano, ex operaio dello stabilimento Fca di Pomigliano che nel pomeriggio si era incatenato davanti alla casa del vicepremier dopo aver appreso della sentenza della corte di Cassazione che ha confermato il suo licenziamento e quello di altre quattro tute blu. «Dobbiamo risolvere le questioni delle realtà in crisi, e lo dobbiamo fare con un governo che rema per le politiche industriali.
Tutti insieme possiamo creare opportunità di lavoro non solo per i giovani, ma anche per i meno giovani come Mimmo, che ha 55 anni e una famiglia da sostenere, come tante altre persone come lui».

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