De Magistris: no a Salvini a Napoli
La replica del ministro: verrò presto

De Magistris: no a Salvini a Napoli La replica del ministro: verrò presto
di Fulvio Scarlata
Sabato 9 Giugno 2018, 08:38 - Ultimo agg. 10 Giugno, 06:17
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«Ho negato una piazza a Salvini, rifarei la stessa cosa». «Tornerò presto a Napoli, de Magistris insulta per nascondere la sua incapacità amministrativa». Si arriva subito allo scontro diretto, tra il ministro dell’Interno e il sindaco, in una scaramuccia che non può che inficiare qualsiasi cooperazione istituzionale. L’uomo della Lega sa di stare conquistando consensi anche al Sud con l’atteggiamento da duro. L’ex pm della bandana arancione polarizza i conflitti per conquistarsi spazi politici a sinistra. E se la collisione sembra inevitabile, il rischio è che a pagare le conseguenze dell’opposizione frontale tra il ministro e il sindaco sia Napoli e le politiche per la sicurezza in città.
Il varo del governo pentaleghista cambia i ruoli in campo, tuttavia è difficile adeguarsi e, alla fine, il calcolo politico continua a prevalere in una sorta di campagna elettorale infinita. Nel marzo scorso Luigi de Magistris non ebbe dubbi a negare a Matteo Salvini una piazza per il comizio a Napoli cercando di bloccargli anche uno spazio alla Mostra d’Oltremare. Finì con violentissimi scontri di piazza guidati dai centri sociali e da migliaia di manifestanti indignati per il comizio dell’allora europarlamentare di cui nessuno aveva dimenticato i vergognosi cori contro i napoletani. Oggi Salvini è il ministro dell’Interno, con cui è fondamentale cooperare per ogni politica di sicurezza in una città difficile come Napoli.  
LA LINEA
De Magistris, tuttavia, non cambia linea: «Non è che ho negato a Salvini di venire a Napoli, solo non gli ho concesso un luogo nella disponibilità del Comune - spiega ai microfoni di Rtl 102.5 - E rifarei la stessa cosa perché a chi ispira la propria politica a antimeridionalismo, razzismo e respingimento nei confronti di una persona solo perché ha il colore della pelle diverso, non posso dare, come sindaco della città delle Quattro Giornate, prima città d’Europa a liberarsi da sola dall’oppressione nazifascista, un luogo che è nella nostra disponibilità e che è riconducibile al Comune di Napoli. Lui mi ha querelato per diffamazione e istigazione a delinquere, dicendo che io in qualche modo sono stato il mandante delle proteste di piazza. Gli è andata male perché è stato tutto archiviato».
Il sindaco prova, poi, a limitare i danni: «Salvini ora è al Viminale, da Napoli, oltre al massimo dissenso politico, va garantita la massima cooperazione istituzionale. È finito momento propaganda, al ministro dell’Interno chiediamo posizioni più chiare nella lotta alla mafia e alla corruzione, e nel rompere il rapporto tra mafia e politica».
LA REPLICA
La risposta di Matteo Salvini, però, non è affatto conciliante: «Tornerò presto a Napoli per incontrare e ascoltare i cittadini, dando risposte soprattutto sui temi della sicurezza, della lotta alla camorra e all’immigrazione clandestina - scrive su Twitter - Mi spiace che il sindaco dimostri scarso senso democratico e preferisca l’insulto, solo per nascondere la sua incapacità amministrativa».
Insomma, si arriva subito allo scontro istituzionale. Con il rischio che la tensione salga se Salvini torna davvero in tempi brevi a Napoli, questa volta da ministro dell’Interno, coagulando l’astio antileghista con l’avversione della sinistra estrema verso il simbolo della politica «repressiva». In ogni caso per de Magistris non è il tipo di rapporto ideale con il nuovo governo e con il ministro che gestisce le politiche sulla sicurezza di cui la città ha così bisogno. Dall’una e dall’altra parte, tuttavia, sembrano prevalere esigenze politico-elettorali sul senso di responsabilità legato al ruolo istituzionale.
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