De Magistris a Roma contro il default
«Novità dal decreto enti locali»

De Magistris a Roma contro il default «Novità dal decreto enti locali»
di ​Valerio Esca
Sabato 18 Febbraio 2017, 10:16
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A un mese e mezzo dal varo del bilancio comunale cresce la tensione a Palazzo San Giacomo. I conti in rosso preoccupano non poco il sindaco Luigi de Magistris e la corsa contro il tempo per evitare il default e il commissariamento è già partita. La rotta porta dritta a Roma, dove il primo cittadino, in questi giorni, ha incontrato diversi esponenti del Governo per lanciare l'sos. Il Comune di Napoli parte da un segno meno da togliere il fiato: quasi 200 milioni di euro. Agli 84 milioni del pignoramento dei lavori post terremoto del 1981 ottenuto dal Cr8 (il consorzio ha rinunciato alla maggiorazione che portava la cifra ad oltre 120 milioni), si aggiungono i debiti fuori bilancio che tra vecchi e nuovi arrivano a superare la cifra record di 93 milioni.

Per evitare il crac è necessario l'intervento del Governo, come scialuppa di salvataggio per Napoli, anche se il sindaco ostenta tranquillità e sicurezza. L'incontro con i sottosegretari Pierpaolo Baretta (Economia e Finanze) e Gianpiero Bocci (ministero dell'Interno) va proprio in questa direzione e si è reso utile, ha spiegato de Magistris ieri, a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti, «per fare il punto su tanti temi, tra cui il decreto enti locali che ci auguriamo venga licenziato presto dal consiglio dei ministri». Il sindaco si attende «norme importanti per le città, nel piano di riequilibrio, per un allentamento dei vincoli e relativamente alla possibilità di spendere, per le città che hanno risorse da poter impiegare».

«Abbiamo poi fatto il punto per avere finalmente un allentamento sul turn over perché ha sottolineato poi l'ex pm - Tutte le città hanno il problema del personale che va in pensione». Su questo fronte le problematiche maggiori del Comune di Napoli si registrano sul personale delle partecipate, oltre che della polizia Municipale, che con tutti i pensionamenti programmati rischia l'estinzione del Corpo prima del 2020. Ma il vero tormento di de Magistris rimangono i conti del Comune, che non tornano. Di tempo ce n'è poco e di soldi ancora meno. Malgrado gli ultimi incontri, gli annunci e i contatti con Roma passano i giorni, le settimane ma non arrivano segnali confortanti dalla capitale. Non si è ancora sciolto il nodo sulla vicenda del pignoramento Cr8, che da oltre sei mesi continua a pendere come una spada di Damocle sul Comune. Il Governo alla fine pagherà quanto richiesto da Palazzo San Giacomo, ovvero la quasi totalità della cifra? Domande alle quali non si ha risposta.

Il filo diretto creato dal sindaco e dal suo fidatissimo capo di Gabinetto Attilio Auricchio con alcuni sottosegretari, al momento non ha ancora sortito alcun effetto. Ma la lingua batte dove il dente duole e difatti de Magistris ha anche rimarcato un aspetto venuto fuori due giorni fa durante la riunione dell'Anci: «Ho detto ad alcuni esponenti del governo, che bisogna mettere in condizioni, soprattutto gli enti locali, di poter garantire dei diritti. Poi, dopo, viene il pareggio di bilancio che si deve adeguare ai diritti prioritari e quindi le risorse devono essere destinate ai diritti più importanti che sono quelli sanciti dalla Costituzione repubblicana. A me piace molto sottolineare - ha incalzato l'ex pm - un aspetto che ha fatto parte della nostra lotta e poi ci ha portato alla vittoria, che adesso viene sancito con grandissima efficacia dalla Corte Costituzionale: i diritti costituzionali devono trovare sempre spazio nella finanza generale».

De Magistris ha poi commentato il lavoro complessivo della Corte dei Conti: «Ho dato uno sguardo alla relazione della sezione di controllo, della sezione giurisdizionale e della Procura regionale ed è un lavoro prezioso. Io dico sempre che bisogna sottolineare due aspetti: evidenziare sempre di più le buone prassi, e non solo il quadro nero, e il secondo aspetto che mi preme sottolineare è il contesto, certe volte drammatico, in cui si è costretti ad operare. Bisogna sempre calare le ricostruzioni teoriche nelle realtà concreta in cui si opera». Infine, il sindaco mostra apprezzamento anche per i passaggi dei presidente della Corte dei Conti meno lusinghieri per Palazzo San Giacomo e ne spiega la ragione: «Ha sottolineato bene alcune cose anche dure nei confronti del Comune di Napoli, ma si trattava di gestioni precedenti. I comuni sono sempre gli stessi ma le persone cambiano».
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