De Luca vara il suo movimento:
«Noi oltre i partiti tradizionali»

De Luca vara il suo movimento: «Noi oltre i partiti tradizionali»
di Gerardo Ausiello (inviato)
Martedì 17 Gennaio 2017, 09:40 - Ultimo agg. 14:38
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Afragola. Sceglie di ripartire da quello che fu il regno di Bassolino per lanciare la sua nuova avventura, «un movimento semplice, di volontariato politico e civile». Così De Luca battezza «Campania libera», che da lista elettorale si è trasformata in gruppo consiliare e che ora punta più in alto, alle prossime Amministrative e forse anche alle Politiche: «Molto dipenderà dalla legge elettorale, se si voterà con il proporzionale potremmo provarci, almeno al Senato» dicono i suoi fedelissimi, quei deluchiani di ferro che hanno aderito all'operazione per mandare un preciso messaggio al Pd: «Chiediamo ai partiti un comportamento diverso, se qualcuno intende ripercorrere le pratiche della vecchia politica rischiamo di ripetere gli errori commessi negli ultimi 30 anni» avverte Tommaso Casillo, che della civica «Campania libera» è stato artefice e ispiratore e che in aula ha già al suo fianco il salernitano Nello Fiore e il casertano Luigi Bosco.

Sono passate poche settimane dalla fine della luna di miele con l'allora premier Renzi, eppure sembra trascorsa un'era geologica. Chiusa la parentesi renziana, ora il governatore segue con attenzione le mosse del collega pugliese Michele Emiliano mentre si smarca dai fedelissimi dell'ex premier (il capogruppo in Consiglio Mario Casillo e la segretaria regionale Assunta Tartaglione, vicini al ministro Luca Lotti) e da quei democrat, come Lello Topo, che in aula non gli hanno fatto sconti. Lo fa prendendo le distanze «dalla politica politicante, dalle liturgie e da quelle cose che portano la gente lontana, da chi fa ammuina, pensa solo alle carriere e se ne fotte della gente normale»: «Ci sono migliaia e migliaia di persone che non si riconoscono nei partiti tradizionali. E allora Campania libera vuole essere un contenitore per quelli che vogliono impegnarsi ma assumendo i principi della legalità, dell'onestà e della concretezza». Fissati questi paletti, osserva, «si può dialogare con tutti, anche con chi non trova spazio in altri schieramenti».

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