De Luca: «Di Maio parte della casta
e in piazza va a urlare "onestà"»

De Luca: «Di Maio parte della casta e in piazza va a urlare "onestà"»
Venerdì 24 Marzo 2017, 16:24 - Ultimo agg. 18:43
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Luigi Di Maio? Per il governatore della Campania, Vincenzo de Luca, «fa parte della casta», «si mette in tasca ogni mese 13 mila euro netti, il che gli può consentire di andare in piazza a saltare 'onestà, onestà'». Parla dei Cinque Stelle, De Luca, nel corso della trasmissione in onda su LiraTv. E tira in ballo la «campagna di demagogia nella quale sono impegnati, quella sui vitalizi e poi sulla Legge Severino». E quando parla della Legge Severino, chiama in causa il vice presidente della Camera: «Ho visto un famoso statista web master che si indignava. Ha dimenticato di dire che è una legge che difende la casta». «Mentre il professore Di Maio è protetto, gli amministratori locali non sono tutelati - ha sottolineato - ha dimenticato il principio costituzionale che la legge è uguale per tutti, per la Severino c'è la casta, di cui fa parte lui, e poi quelli che sono esposti». Ed ancora: «Di Maio passerà alla storia come quello con la quinta elementare. Cosa ha fatto nella vita? Niente. Cosa vuoi fare da grande? Il presidente del Consiglio». «Per fare politica non tutti possono essere miliardari», ha concluso parlando dei vitalizi «che vanno cancellati», aggiungendo che «mentre il noto comico fa le vacanze a Malindi, i cristiani normali se vogliono fare attività politica devono essere tutelali altrimenti o rubano o si fanno le polizze a loro insaputa».

Una «festa triste, un anniversario che non è carico di speranza ma di problemi, questo perché nel corso dei decenni l'Europa ha perso l'anima» ha poi commentato De Luca descrivendo il 60esimo anniversario dei Trattati di Roma. Per De Luca «abbiamo perso il significato profondo di questa grande scelta di valore storico». Sessanta anni fa «c'era la memoria viva della guerra mondiale, c'erano ancora i mutilati della guerra mondiale, c'erano davanti agli occhi immagini di paesi devastati, il ricordo dei campi di concentramento». C'era una «grandissima spinta ideale per evitare che l'Europa ricadesse nella barbarie». Quel ricorso alla memoria che per il governatore della Campania «è andato perdendosi». Si è perso, ha sottolineato nel corso della trasmissione in onda su LiraTv, «anche il senso di alcune grande conquiste, come lo stato sociale». Ecco perché la «sfida oggi è questa, ridare anima all'Europa e per far questo dobbiamo cambiare quasi tutto».

Poi una chiosa sul ragazzino violentato a Giugliano da un branco di minorenni: «Si conferma purtroppo, con la terribile vicenda di Giugliano, la gravità di un fenomeno su cui, appena pochi giorni fa, abbiamo offerto la testimonianza significativa e lucida del padre del ragazzo di Casoria vittima di bullismo, agli stati generali del Welfare». «A maggior ragione riconfermiamo la nostra vicinanza alla famiglia del tredicenne vittima del branco - ha affermato - e l'impegno a dotarci di uno strumento legislativo per tutelare i i ragazzi e le ragazze da violenze e bullismo».
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