La democrazia secondo De Luca: il governatore presenta il suo nuovo libro

La democrazia secondo De Luca: il governatore presenta il suo nuovo libro
di Emiliano Caliendo
Martedì 31 Maggio 2022, 17:27 - Ultimo agg. 1 Giugno, 07:26
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Per il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, la pubblicazione del suo ultimo libro «La democrazia al bivio - Fra guerra, giustizia e palude burocratica» (Guida editori) ha rappresentato l’occasione per tornare «al suo vecchio mestiere di filosofo», ha detto a margine della presentazione del volume presso la libreria Feltrinelli di piazza dei Martiri a Napoli. De Luca, infatti, è laureato in Storia e Filosofia e l'afflato filosofico si percepisce chiaramente nei ragionamenti politici, e non solo, che emergono dalle pagine del suo libro. «Proponiamo alcune riflessioni politiche – afferma - anche perché la vita politica, per come siamo ridotti in Italia, è di una noia mortale. Qualcuno di noi, che conserva la vecchia abitudine di leggere qualcosa e di non ridursi all’animalità, ogni tanto ritiene che possa essere utile offrire qualche riflessione sul tema della democrazia». Ma quali sono i temi affrontati?

De Luca li sintetizza nel corso della presentazione, al fianco dell’editore Diego Guida, rispondendo alle domande del giornalista Ugo Cundari, moderatore del dibattito. Il governatore parte dal Sud, che «considerando i rapporti di forza oggi in Italia, non conta nulla», e dai suoi divari. «Lo sforzo che cerco di fare – sentenzia - è quello di spiegare agli amici del Nord che il tema del Sud è essenziale per lo sviluppo del sistema Paese. Quindi, non in termini di rivendicazione ma di vantaggio reciproco. Dobbiamo presentarci come quella parte di Paese che è in grado di affrontare la sfida dell’efficienza anche nei confronti del Nord, come fatto durante il covid. Dobbiamo spiegare che un Paese con un 20% di forza lavorativa attiva non impegnata nel Sud, è un Paese destinato al declino. Come se i grandi servizi di civiltà dovessero pesare sulle spalle non del 75% dei cittadini che lavorano ma del 55% di quelli che lavorano. È chiaro che il peso è molto più grande. Badate che il Pnrr, con i 209 miliardi che ha avuto l’Italia, serve a recuperare il divario territoriale, sociale e di genere».

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L’ex sindaco di Salerno quindi ricorda che «il 70% delle forniture arriva dalle imprese del Nord» e che «è interesse anche delle imprese del Centro-Nord avere lo sviluppo del Sud». Il Mezzogiorno, per De Luca, è da intendere anche come «grande piattaforma logistica a ridosso dell’Africa e del Medio Oriente che può determinare vantaggi per l’apparato produttivo italiano». Allora, il paragone è con le classi dirigenti tedesche: «I politici tedeschi hanno affrontato un problema analogo con il loro Est quando è caduto il Muro di Berlino ed hanno ereditato la parte ex comunista della Germania, che era in una condizione disastrosa.

I tedeschi hanno deciso di unire la Germania: in vent’anni hanno sostanzialmente unito il Paese. Il tasso di sviluppo che abbiamo oggi nella parte orientale della Germania è analogo al resto del Paese. Hanno avuto la forza politica e ideale di un uomo politico non di sinistra, il democristiano Helmut Kohl. In Italia stiamo giochicchiando da più di un secolo e mezzo e non riusciamo a fare passi in avanti».

 

Nel libro De Luca denuncia anche la sperequazione sul riparto dei fondi per la sanità, materia di competenza regionale. «La Campania viene derubata ogni anno di 220 milioni nel riparto della sanità. Abbiamo fatto diverse proposte ai governi, ma nulla. Per questo dobbiamo combattere con le unghie e con i denti, ma spesso in condizione di solitudine», ha detto il presidente della Regione Campania. «220 milioni di euro - dice De Luca - non portano la Regione in crisi di bilancio, ma non è una cifra banale. Da sette anni non viene data esecuzione alla legge che impegna il Governo a stabilire i criteri sul riparto del fondo nazionale sanitario. Sono tre i criteri presi in considerazione: l'aspettativa di vita dei cittadini, l'età anagrafica, la condizione sociale di reddito. Ora nel riparto guardano solo all'età anagrafica e quindi la Campania, che ha l'età più bassa d'Italia in media, riceve meno soldi. E noi siamo costretti ad aspettare, ricevendo attualmente la quota più bassa del riparto nazionale sanitario: è uno scandalo e su questo nessuna forza nazionale ha il coraggio di fare la battaglia per ragioni di opportunismo. Io non voglio togliere soldi al Centro-Nord, ma penso che le risorse aggiuntive che troviamo per gli anni futuri da fondi Ue possiamo usarle per ritrovare un riequilibrio includendo il Sud, ma neanche su questo hanno accettato».

Il sottotitolo di «La democrazia al bivio» cita quella che De Luca definisce come «palude burocratica». Lo sceriffo filosofo rievoca dunque un aneddoto emblematico ossia la costruzione di un parco fotovoltaico in località Monte di Eboli per cui è stato necessario convocare una conferenza dei servizi «con una trentina di enti», tra cui l’aeroporto di Pratica di Mare e il comando della Marina Militare meridionale di Taranto. «Siamo alla follia totale. In più c’erano 70 associazioni ambientaliste che, per una legge dello stato, sono legittimate a fare ricorso al Tar e al Consiglio di Stato sui progetti di trasformazione urbana. Una di queste si chiamava “Umana dimora”, credo portasse seccia», ironizza il governatore. «Per vincere questa burocrazia – rimarca De Luca - devi essere disposto a prenderti qualche avviso di garanzia, sennò è meglio che te ne vai a casa. Ci sono dei reati inevitabili, l’accusa di abuso d’ufficio è uno di questi. Cosa che a cominciare dal Pd, ancora oggi, non hanno capito».

Sul tema della burocrazia che talvolta impedisce o rallenta la realizzazione di infrastrutture strategiche, De Luca risponde così ai candidati sindaci del Comune di Acerra, tutti contrari alla realizzazione di una quarta linea del termovalorizzatore della provincia di Napoli: «Senza costruire la quarta linea dell'impianto per i rifiuti di Acerra, andiamo verso un'unica strada, tornare ad avere l'immondizia in strada. È questo che rispondo a chi ha dubbi». «I sindaci contrari alla quarta linea del termovalorizzatore di Acerra propongono di avere i rifiuti in mezzo alla strada. Io la penso in maniera diversa», ha sottolineato, ricordando che la costruzione della quarta linea è stata richiesta dalla A2A, società che gestisce l'impianto, al fine di consentire la manutenzione delle altre linee utilizzate da molti anni ed evitare così il blocco dell'impianto. «Questa nuova linea - ha ricordato infatti De Luca - non l'ho proposta io, ma A2A che gestisce l'impianto. Non è una linea per ampliare l'impianto, è una linea sostitutiva che serve per la manutenzione programmata del termovalorizzatore. L'alternativa sono i rifiuti in strada e io penso che si debba evitare nei prossimi anni quello che abbiamo avuto negli anni scorsi, con grande danno d'immagine per la Campania».

De Luca, come al solito, non risparmia strali al Partito Democratico «in cui si respira un'aria morta» e che «da due anni regge bene, inchiodato intorno al 20%, ma non ha alcuna capacità espansiva». «Se sui temi della giustizia – ha insistito - e della sicurezza non dici nulla, non raggiungi il ceto medio moderato. Parlo di padri di famiglia che vogliono vivere tranquilli. A questa gente non diciamo nulla». E proprio in materia di giustizia sui referendum del 12 giugno, il governatore si esprime in maniera favorevole. «Seppure non li ritengo risolutivi essendo abrogativi», ha evidenziato. De Luca ha inoltre criticato tutte le forze politiche per i ritardi sulla riforma della giustizia: «Andava fatta anni prima e continuiamo a registrare ritardi enormi perfino su cose banali come la riforma dell’abuso d’atto d’ufficio, che è una parte della riforma Severino su cui continuiamo a balbettare. Occorre una svolta radicale». Il presidente della Campania dice di non avere ambizioni da segretario dei dem ma si accontenterebbe di «una costituente per unificare le forze riformiste di questo Paese: una grande forza riformista deve avere un centro che governa il partito e lo Stato, poi vanno bene pure i dibattiti e gli elementi di radicalità».

Sul ruolo dei social network nell’agone politico - piattaforme che hanno contribuito al suo successo mediatico durante i mesi più duri della pandemia - De Luca ne traccia un profilo critico: «I social come nuove tecnologie sono portatori di un doppio futuro. Possono essere strumenti di liberazione e di nuove conoscenze ma anche di solitudini e mistificazioni. Nel libro cito una parte dell’enciclica di Papa Francesco dedicata alla comunicazione sui social e all’effetto estraniante di quel tipo di comunicazione. In realtà non si comunica, ci si incontra tra persone che la pensano già allo stesso modo. Quindi crescono le differenze tra diversi gruppi e manca la capacità di ascolto». Tuttavia, avanza una proposta: «Credo che ognuno sui social debba essere presente con il suo nome e cognome: sono contro ogni limitazione delle opinioni sui social ma ognuno deve metterci la sua firma e deve risponderne. I social vanno bene come amplificazione del messaggio ma non deve mai staccarsi dalla realtà, sennò diventa falsificazione del gioco democratico».

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