Cr8, l'appello del sindaco al M5S: «Debito ingiusto, Fico e Di Maio ci aiutino»

Cr8, l'appello del sindaco al M5S: «Debito ingiusto, Fico e Di Maio ci aiutino»
di Luigi Roano
Giovedì 12 Aprile 2018, 08:53 - Ultimo agg. 13:16
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Si appella M5S, al Presidente della Camera Roberto Fico e al candidato premier pentastellato Luigi Di Maio il sindaco Luigi de Magistris, per avere quella legge speciale tale da «inertizzare gli effetti del debito ingiusto. Noi non è che non vogliamo pagare il debito, non vogliamo pagare quelli non contratti dall'amministrazione. Quelli che provengono dal terremoto del 1980 e dalla stagione del commissariato dei rifiuti non sono nostri ma dello Stato». Scalda i motori in vista della manifestazione di sabato contro il debito l'ex pm, lo fa ai microfoni di Televomero dove, oltre al dialogo con i Cinquestelle, svela una telefonata avuta con il premier Paolo Gentiloni: «La firma del premier sull'accordo per il debito Cr8 non è ancora arrivata e la cassa del Comune non è ancora sbloccata del tutto dal pignoramento» dice. Prima di approfondire la questione politica, va detto che è arrivata la diffida della Prefettura al Consiglio comunale affinché approvi entro la fine del mese il bilancio previsionale 2018-2020. Come è noto, lo ha approvato solo la Giunta il 31 marzo pochi minuti prima della mezzanotte ed era un termine perentorio. Ai consiglieri è arrivato solo ieri. Insomma, lo sforamento dei tempi è dovuto all'emergenza piovuta sulla giunta all'indomani della sanzione comminata dalla Corte dei Conti da 85 milioni, pari al debito con il Cr8 post-sisma del 1980, che nel frattempo lo Stato ha riconosciuto come suo per il 77%. Insomma un vero ingorgo burocratico. Nella sostanza il ritardo non è del Consiglio comunale, che si riunirà il 23 e 24 per approvare il documento.


Torniamo alla politica. «Ho telefonato a Gentiloni - dice il sindaco - il premier con il quale abbiamo avuto la migliore collaborazione, una persona seria e leale e con grande senso istituzionale. Gli ho detto che non è una questione del se firma ma quando. Abbiamo le casse ancora parzialmente pignorate, non reggeremo ancora a lungo, Gentiloni mi ha promesso il massimo dell'impegno e io gli credo». Altro tema politicamente forte è capire cosa farà il M5S a Napoli. «Se ho contatti con il M5S? Certo che li ho. Sono interlocuzioni quotidiane. Quello che conta e che mi aspetto da loro, e sono fiducioso, è una risposta in Parlamento». Per de Magistris «quella del debito è una battaglia giusta, chi dice il contrario è in malafede. Non è per salvare me ma la città. E mi appello a Fico, a Di Maio, ai parlamentari e a tutte le forze politiche». Poi un passaggio sul governatore Vincenzo De Luca: «Sto lavorando per ripristinare un dialogo istituzionale e anche per creare le condizioni di un incontro». Poi la mossa a sorpresa: «Sarebbe bello se venisse anche lui in piazza a manifestare contro il debito ingiusto. Io invito tutti perché è una battaglia per Napoli».

De Magistris è invece ben più determinato nel replicare a Valeria Valente, neosenatrice del Pd e consigliera comunale. «Ma a chi la va a raccontare de Magistris - dice la Valente - la storiella di non voler dichiarare il dissesto nell'interesse dei napoletani? L'unico vero motivo è che teme di dichiarare il dissesto, da lui stesso provocato, perché rischierebbe una sanzione, quella dell'interdizione dai pubblici uffici di 10 anni e quindi né lui, né tutti i suoi assessori avrebbero più la possibilità di candidarsi alle Europee o alle Regionali». Pronta la replica di de Magistris: «Alla Valente ricordo che la Corte dei Conti ha messo per iscritto che la gran parte del debito è maturato tra il 2006 e il 2010, anni in cui era consigliera comunale e assessore alla Cultura e invece di contare i turisti - oggi Napoli è prima in Italia per crescita turistica - contava i sacchetti della spazzatura che invadevano la città. La Valente era collega e sostenitrice dell'assessore Pd al Bilancio Enrico Cardillo, era l'epoca dei derivati, altro elemento tossico che ha gonfiato il debito ingiusto, lo ha messo per iscritto la Corte dei Conti».

 

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