La Corte dei Conti boccia le spese del Comune di Napoli, Carfagna e Valente all'attacco

La Corte dei Conti boccia le spese del Comune di Napoli, Carfagna e Valente all'attacco
Martedì 17 Ottobre 2017, 19:30
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«La Corte dei Conti racconta una Napoli diversa da quella romanzata da de Magistris per 6 anni». Così Mara Carfagna deputato e consigliere comunale a Napoli di Forza Italia a seguito della deliberazione n. 240/2017 con cui la Corte dei Conti boccia di fatto le spese del Comune di Napoli. «Sono ormai 18 mesi che poniamo l'attenzione sui conti del Comune - continua Carfagna - e ora la Corte rileva che i problemi sono sedimentati e incancreniti. È dal 2012, dal primo piano di rientro, che la Corte sta tentando di riportare in sesto i conti di palazzo San Giacomo che, invece, continua a commettere errori. Ormai siamo al bivio: o il Comune si adegua nei prossimi 60 giorni o viene dichiarato il fallimento del Piano di rientro e quindi il dissesto dell'Ente. Fino ad oggi non risultano attivate le leve fondamentali su cui si doveva basare il successo del piano, ossia l'incremento delle entrate correnti: il Comune riscuote meno del 50% della Tari e dei fitti attivi e meno del 20% delle multe e l'incremento delle entrate in conto capitale attraverso la vendita del patrimonio immobiliare per oltre 120 mln ma di cui è stato incassato solo 1milione di euro. Quanto alla regolarità contabile appare ancora più allarmante: su 650 milioni di debiti fuori bilancio il Comune ne ha riconosciuti solo 250milioni. A questi va aggiunto l'ulteriore contenzioso non rilevato nel Fondo Rischi con l'unica finalità di evitare di comprimere spesa libera. Il Comune inoltre ha contabilizzato male le entrate derivanti dalle anticipazioni di cassa ricevute dallo Stato e questo ha creato un falso effetto espansivo sulla spesa. In parole povere ha investito quantità di denaro che non poteva spendere. A cosa hanno portato le spese autorizzate dal Comune con questa doppia manovra? A nulla. Non sono servite a migliorare i trasporti, la pulizia dei giardini e delle strade, alla manutenzione urbana e delle scuole, all'ampliamento della spesa per il Welfare anzi fortemente compressa. Oltre al danno la beffa: non solo si è operato male, ma non si è operato nell'interesse della cittadinanza. Un sindaco a sinistra della sinistra, non ha tenuto in nessun conto le priorità e le esigenze della città e delle persone che amministra. Ora la Corte dei Conti calcola che il disavanzo tra il 2015 e il 2016 è peggiorato addirittura di altri 1,2 miliardi, dichiara che l'Amministrazione ha sostenuto spese che non poteva affrontare sottostimando volutamente le passività dell'Ente. Appare a questo punto urgente che il sindaco de Magistris spieghi al Consiglio lo stato dei Conti visti anche i profili di responsabilità che emergono a carico della compagine amministrativa e politica. Mai come in questo momento è importante un confronto chiaro e definitivo anche alla luce delle disposizioni della Corte dei Conti che invita l'Ente ad attivare al più presto le misure correttive necessarie a superare le criticità rilevate» conclude Carfagna.

«L'ordinanza della Sezione di Controllo della Corte dei Conti della Campania è una conferma dello stato gravissimo a cui sono stati ridotti da de Magistris i conti del Comune di Napoli. Il documento della magistratura contabile elenca e conteggia, una ad una, tutte le irregolarità contenute nei documenti finanziari varati da Palazzo San Giacomo negli ultimi 4 anni: l'errata contabilizzazione delle anticipazioni di liquidità per l'estinzione dei debiti pregressi le quali sono state poste a copertura di nuove spese, il rinvio ad esercizi futuri della copertura di debiti fuori bilancio per centinaia di milioni, l'elusione del Patto di Stabilità, il mancato rispetto del pareggio di bilancio, l'occultamento di crediti inesigibili, la mancata iscrizione a bilancio del fondo passività potenziali, il fallimento del piano di rientro dal pre-dissesto che prevedeva le due leve fondamentali delle dismissioni immobiliari e l'incremento delle riscossioni», lo dichiara Valeria Valente, deputata e consigliera comunale Pd. «Le contestazioni della Corte dei Conti - prosegue - ripercorrono le irregolarità che in Consiglio Comunale, noi del Partito Democratico, abbiamo denunciato sui documenti finanziari che sono stati proposti dalla Giunta e che la maggioranza arancione ha approvato in questi anni, dal Bilancio di Previsione e al Rendiconto 2016, alla rimodulazione del Piano di riequilibrio pluriennale, per finire al Bilancio di previsione 2017. Si tratta di contestazioni puntuali, nel merito, che sono agli atti e che sono state ampiamente riportate dalla stampa: nessuno potrà dire, stavolta, che non si conosceva lo stato dei conti comunali e uscirsene con la storiella delle amministrazioni precedenti. Viene smentita anche la bufala, raccontata da de Magistris, che le difficoltà finanziarie sono frutto dei tagli del governo centrale: è vero esattamente il contrario, le responsabilità sono tutte in capo alla gestione finanziaria dell'amministrazione comunale attuale, che ha sciupato le opportunità e gli aiuti economici offerti a livello nazionale dai governi che si sono succeduti.

Siamo in una situazione dalla gravità senza precedenti: negli ultimi tre anni, il Comune di Napoli amministrato da de Magistris ha accumulato un disavanzo pari a 1.2 miliardi di euro. Nei vent'anni precedenti, si era cumulato un deficit di 850 milioni di euro. Altro, quindi, che pesante eredità delle passate amministrazioni, la situazione drammatica in cui è stata precipitata la città di Napoli ha un nome e cognome: Luigi de Magistris». «Siamo preoccupati per la città di Napoli e per i napoletani che vedono vanificati i sacrifici di questi anni in cui hanno visto alzarsi al massimo le imposte comunali e rischiano di pagare un prezzo ulteriore per gli errori di de Magistris sull'erogazione di servizi essenziali: la crisi del trasporto pubblico, la paralisi della refezione scolastica, lo scempio del welfare e dell'assistenza per i più deboli e i disabili. Napoli e i napoletani non possono essere lasciati soli. Dobbiamo separare il destino della città da quello di chi finora l'ha amministrata in maniera irresponsabile e demagogica, penalizzando in primo luogo i più deboli. Sono certa che il Pd e il governo, ancora una volta non faranno mancare volontà e azione per stare accanto alla nostra città senza sottostare ai ricatti di chi prima ha portato la città in questo stato e oggi chiede di essere salvato, pena l'affondamento generale. Il tempo in cui de Magistris poteva dire »dateci i soldi che facciamo noi« è finito. Ha dimostrato nei fatti di non essere all'altezza di questo compito», conclude Valente.

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