Corecom, patto a tre per eleggere Falco. I grillini: il figlio lavora con noi ma non c'entra

Corecom, patto a tre per eleggere Falco. I grillini: il figlio lavora con noi ma non c'entra
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 14 Settembre 2017, 10:19
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I grillini non hanno votato nemmeno Angela Grillo. Scherzi a parte. Perché sulle nomine decise due giorni fa in Consiglio regionale se da un lato aleggia lo spettro di scelte decise a tavolino tra centrosinistra e centrodestra, dall'altro un conflitto d'interesse. Con la maggioranza che fa man bassa tra il nuovo garante dei detenuti e quello dell'infanzia. E se sulla prima sedia si siede Samuele Ciambriello, ex consigliere regionale Pds e poi vicinissimo al Pd, sulla seconda ecco Anna Bifulco che alle regionali 2015 fu candidata nella lista deluchiana Campania Libera ma ottenne appena 467 preferenze. Ti aspetti che l'opposizione, centrodestra e grillini, spediscano comunicati di fuoco pieni di livore ma niente. Non un sospiro, non un plissée. Nulla.

Perché ve ne è per tutti quando si tratta di far nomine in Regione che, gira e rigira, sono sempre trasversali a partiti e schieramenti. Grillini compresi. Ed infatti ecco alla terza nomina, quella di presidente del Corecom, l'organo che decide i contributi pubblici da veicolare alle tv private, l'arrivo di Mimmo Falco (eletto con 36 voti su 47 contro i due di Marina Grillo) giornalista pubblicista, ex archivista in Regione, ex vicepresidente dell'Ordine dei giornalisti e, naturalmente, ricandidato alle prossime elezioni di inizio ottobre. Una votazione in discesa e senza patemi se hai anche l'appoggio dei consiglieri regionali 5 stelle di cui il figlio Luigi è collaboratore presso il gruppo al Centro regionale. Senza contare il centrodestra che ha candidato Falco senior per ben tre volte alle politiche (ma senza mai centrare l'elezione).

«Ci siamo tirati fuori da tutte le votazioni. I 7 consiglieri del movimento non hanno espresso alcuna preferenza (9 risultano le schede bianche per il Corecom, ndr)», dice la capogruppo 5 stelle Valeria Ciarambino. «Ma - aggiunge - non c'è alcuna ombra, né alcun imbarazzo: Luigi collabora con il vicepresidente Di Maio e con il gruppo in attesa che individuiamo il nuovo addetto stampa». Come niente imbarazzi? «Luigi Falco è un nostro amico, ci dà una mano e comunque il padre è una personalità nel mondo del giornalismo campano, ne ho stima. Chi meglio di lui per questo incarico?». E la meritocrazia e i curriculum sbandierati a destra e a manca dai grillini? «Ripeto: noi - aggiunge la Ciarambino - non l'abbiamo votato come le altre nomine. Da mesi abbiamo proposto che per questi incarichi i consiglieri possano valutare i curriculum presentati e non solo una terna che arriva il giorno del voto. Non c'è alcuna valutazione comparativa, noi non siamo messi nelle condizioni di poter scegliere». Beh, comunque scivoloso se si tratta del padre di chi veicola la comunicazione del gruppo: «Al contrario - risponde - noi siamo all'opposizione e non possiamo scegliere alcun nome. Né l'abbiamo caldeggiato. Ma detto questo: faccio gli auguri a Mimmo Falco».