Congresso Pd, salta il nome condiviso: è scontro con la fronda deluchiana

Congresso Pd, salta il nome condiviso: è scontro con la fronda deluchiana
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 12 Ottobre 2017, 10:27
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Una giornata lunghissima. Tra incontri, riunioni, caminetti e conciliaboli vari tra Roma e Napoli. Senza riuscire a comporre il puzzle del congresso Pd. Anzi a ingarbugliarlo ancor di più, se volete. Con un'unica certezza: domani è il giorno ultimo per presentare le candidature. Per ora è ufficiale solo il nome scelto dal gruppo Topo, Casillo, AreaDem e pittelliani: si tratta del primario del Cardarelli Massimo Costa, proposto dal presidente della commissione Sanità in Consiglio regionale che si era visto bocciare Salvatore Piccolo. Decisione presa e ratificata martedì notte. In mattinata a Roma Vincenzo De Luca, che è stato abile a tenere coperte le sue carte, a Matteo Renzi fa il nome di chi potrebbe essere il nome condiviso. E gioca facile con l'ex premier perché si tratta di Pasquale Granata, tecnico stimato che ha lavorato con Delrio all'Anci (di cui è stato direttore) e attualmente è al vertice di Ifel Campania. Ma, soprattutto, è legato a Renzi da una vecchia amicizia. Sembra il nome giusto per il governatore che, ieri mattina, chiama Mario Casillo per dirglielo e fissa un incontro nel suo ufficio a Santa Lucia. Ma lì il nome di Granata non viene fatto perché il capogruppo Pd (arrivato con Lello Topo e Teresa Armato) ufficializza per primo il nome del primario del Cardarelli per il suo gruppo. Facendo saltare tregue e patti di non belligeranza. È una prova di forza, un braccio di ferro, perché il nome di Granata a Roma è noto da ore e Lotti e Guerini spingono i loro capicorrente a Napoli a portare avanti la candidatura di Costa senza arretrare di fronte a De Luca. Anzi c'è un pressing enorme per tentare di spaccare l'altro fronte. Niente. Solo il gruppo Orlando, da sempre più vicino alle posizioni dell'area ex popolare, è indeciso ma in serata vira su Costa. Pur di stare sul fronte opposto al governatore che ieri sera incontra, con il suo vice Bonavitacola, i consiglieri regionali. Spiega, argomenta ma, nemmeno questa volta, ufficializza il nome di Pasquale Granata ai consiglieri regionali. Come fosse ancora una carta coperta ma sapendo bene che è lì lì pronta a bruciarsi. Questione di tattica. Anche perché il percorso sembra avvitarsi verso uno scontro per la Federazione se tra oggi e domani non ci sarà un cambio di posizioni. E la tattica deluchiana è quella di ributtare la palla nel campo avversario per dimostrare che il nome condiviso, alla fine, non l'ha voluto il gruppo degli ex popolari. Come a dire che se ci sarà uno scontro all'ultimo sangue non è colpa del governatore che ha tentato in tutti i modi la mediazione su un nome. 

«Nel mentre era in corso un lavoro complicato ma utile per la individuazione di una candidatura unitaria per il congresso provinciale del Partito democratico, registriamo l'iniziativa avanzata da alcune componenti per la candidatura del dottor Massimo Costa», mettono infatti nero su bianco ieri sera dopo l'incontro con De Luca i consiglieri Enza Amato, Maria Antonietta Ciaramella, Gianluca Daniele, Carmela Fiola e Antonio Marciano. E aggiungono come serva «una scelta condivisa» e «un nome autorevole, impegnato esclusivamente nella funzione di segretario». E, scrivono, «nelle prossime ore avanzeremo un nome». Da contrapporre a Costa. Non è ancora chiaro se alla fine verrà ufficializzato Pasquale Granata. Il gruppo ex ds si rivedrà oggi e deciderà.

Forse.
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