Castellammare, caos Pd dopo il voto: si dimette il segretario

Castellammare, caos Pd dopo il voto: si dimette il segretario
di Fiorangela d'Amora
Mercoledì 13 Giugno 2018, 12:44
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CASTELLAMMARE DI STABIA - Le idee guidano un partito, i numeri ne decidono il destino. Centotrè sono i voti mancanti alla coalizione di centrosinistra, guidata dal Pd, perché si arrivasse al ballottaggio contro il centrodestra. Ancora minore fu lo scarto (13 voti contro lo sfidante Ciccarelli) che portò Nicola Corrado alla guida del Pd stabiese. La segreteria democrat è durata sei mesi, ieri Corrado dopo la sconfitta del partito alle comunali ha rassegnato le dimissioni «assumendomi - ha detto - tutte le responsabilità di questa sconfitta, anche quelle non mie». Nella precisazione dell'ex segretario ci sono tutte le polemiche, le guerre interne e i dissapori di un partito che non aveva una guida dal 2015 e che in sei mesi ha bruciato il nuovo direttivo e il neo segretario. Castellammare come Torre del Greco non sono città facili, le correnti interne hanno aperto la strada al disastro di domenica e ora le scelte tornano alla segreteria provinciale democrat che pure in questi mesi aveva provato a mettere pace senza riuscirci.
 
«Ho provato con tutte le mie forze a risollevare e a ridare autonomia a un partito balcanizzato in mille personalismi - ha spiegato ieri Corrado - un partito divorato da ambizioni, opportunismo e irresponsabilità. Mentre altri scappavano, ho fatto una battaglia in prima persona, ancora una volta, come è nel mio carattere, commettendo sicuramente molti errori». Gli errori, secondo molti iscritti e componenti del direttivo che nell'ultimo mese hanno lasciato l'organo interno, sono stati due. Scegliere di allearsi con l'ex forzista Massimo De Angelis e poi presentare una lista monca, formata da appena 19 nomi. Decidere se inserire tra i candidati i consiglieri uscenti o affidarsi a volti nuovi, seguire la linea del sindaco uscente Antonio Pannullo o quella del segretario Nicola Corrado ha spaccato ancora di più iscritti ed elettori. I democrat dopo lunghe notti litigiose hanno scelto di aggrapparsi all'usato sicuro, quello che oggi ha raccolto l'8,72% delle preferenze, la metà rispetto al 2016. Non è bastato il «solito» exploit di Francesco Iovino, alla sua quarta consiliatura consecutiva, ex capogruppo consiliare Dem che ha trascinato la lista con i suoi 1013 voti. Meglio di lui hanno fatto solo Tina Donnarumma (1122 preferenze), consigliere uscente oggi a sostegno di Andrea di Martino. Di Martino, l'ex segretario di Rifondazione che nel 2013 non entrò in Senato per uno scarto di 50 voti, oggi iscritto al Pd ma che va al ballottaggioo grazie alla squadra di civiche che lo sostengono, effetto delle sue divergenze abbastanza chiare prima con Pannullo, di cui era il braccio destro, poi con Nicola Corrado per la scelta delle alleanze. Dire no alla strada che il Pd stava per intraprendere scegliendo invece una coalizione ampia «al di là delle bandiere e di simboli di partito» per Di Martino è stata la scelta vincente: da Napoli guardano con attenzione il «laboratorio» Castellammare. «Credo che sia un modello politico spiega Tommaso Ederoclite, presidente del Pd napoletano e visto che si tratta di un iscritto pd che ha ragionato con civiche uscendo dalla regole delle cordate regionali o provinciali, guardo con favore a un appoggio politico nei suoi confronti».

Prima però di possibili apparentamenti ufficiali o ufficiosi e del ballottaggio, il Partito democratico che non sarà impegnato ufficialmente in nessuna operazione dovrà affrontare il direttivo di giovedì sera. A convocarlo è stato Luigi Luciani, consigliere comunale di Ercolano, in segreteria provinciale come responsabile Enti Locali per l'area Sud. «Nel direttivo vedremo se ci sono spazi perché sia il membro più anziano del gruppo dirigente - spiega Luciani a guidare questa fase di transizione. Dopo le dimissioni di Corrado sarà un nuovo congresso a decidere il successore, intanto speriamo di non dover commissariare».

Mentre il Pd si troverà a discutere nuovamente del suo futuro, con un solo eletto in consiglio comunale, Massimo De Angelis, colui che era il candidato in pectore del Pd nonostante un passato di amministratore per le insegne di Forza Italia, Massimo De Angelis, chiede di verificare i verbali redatti all'interno dei seggi domenica notte. «Il nostro conteggio era superiore, i dati forniti dai nostri rappresentanti di lista sono differenti in molte sezioni rispetto a quelli ufficiali spiega De Angelis per questo motivo chiediamo l'accesso agli atti. Chiediamo di confrontare i verbali con le notizie da noi raccolte». Il destino politico del farmacista stabiese potrebbe legarsi anche in futuro alla strada intrapresa con e per il Pd. «Resta il dato politico di una coalizione autenticamente riformista - spiega De Angelis - che sulla base di un progetto di cambiamento di Castellammare è riuscita a raccogliere più di 7mila consensi tra i cittadini. Su questa base intendo lavorare con tenacia e serietà per far crescere e radicare nella città una solida cultura di governo da contrapporre ai populismi e a una deriva trasformista che si nasconde dietro un falso civismo».
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