Caso candidature a Napoli
Carpentieri: il Pd non c'entra

Caso candidature a Napoli Carpentieri: il Pd non c'entra
Giovedì 2 Febbraio 2017, 12:58
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«Prima di trarre conclusioni occorrono elementi concreti dagli atti, ma se fosse stato un tesserato del Pd ad aver autenticato la candidatura di ignari cittadini ci saranno provvedimenti. Se avessi io competenza a comminare le sanzioni lo metterei fuori dal partito subito». Non fa sconti Venanzio Carpentieri, segretario del Pd metropolitano di Napoli nel commentare all'Ansa quanto accaduto nella lista Napoli Vale, in cui era candidata a sua insaputa una disabile. Carpentieri fa una premessa di fondo: «Il Pd - dice - non c'entra nulla con questa storia, e tirarlo in ballo è pura strumentalizzazione» e difende anche la correttezza della Valente, parlamentare dem e capogruppo del Pd in Consiglio Comunale di Napoli, respingendo «l'attacco politico - spiega - nei confronti di Valeria Valente, sulla cui correttezza non ho dubbi. Non ho presieduto alla presentazione della lista Napoli Vale, ma ho partecipato a riunioni in cui Valente ha sempre sottolineato la necessità di alzare l'asticella per la qualità delle liste. Usare questi gravi episodi come una clava nei suoi confronti è scorretto.

Se c'è stato qualche collaboratore infedele che si è reso autore di queste condotte se ne assumerà la responsabilità, ma costruire una responsabilità oggettiva della candidata sindaco è sbagliato: il candidato sindaco non controlla personalmente la regolarità formale dei documenti, c'è uno staff per questo». Nelle sue visite al comitato della Valente, Carpentieri non ha riscontrato anomalie: «Non ho notato - dice - che ci fossero problemi a riempire le liste e poi credo che inserire riempitivi a zero voti non serva a nulla. Ma è evidente che, se confermati, questi episodi siano da condannare, sono gravi. Non è pensabile candidare qualcuno a sua insaputa, perché si violano anche le norme a presidio della correttezza della competizione. Ora si deve appurare se c'è stata confusione, errore o dolo». Le polemiche, intanto montano e si alzano voci che chiedono le dimissioni della Valente da consigliere: «Se lo chiede l'opposizione - spiega Carpentieri - ci può stare, ma trovo grave e indice di una mancanza di solidarietà far diventare l'episodio uno strumento di contrapposizione interna al partito: questo purtroppo è uno dei mali del Pd. I propositi a cui abbiamo ispirato l'ultima direzione sono molto diversi dagli atteggiamenti di chi vorrebbe speculare su questi episodi».


L'avvocatessa candidata a sua insaputa - di Daniela De Crescenzo
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