Case abusive, pochi fondi per abbattere 70mila immobili fuorilegge

Case abusive, pochi fondi per abbattere 70mila immobili fuorilegge
di Francesco Pacifico
Venerdì 6 Luglio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 13:55
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Nella Finanziaria regionale campana del 2013 (giunta Caldoro) c'è una leggina che in pochi hanno letto e ancora meno hanno applicato. Ma che grazie a una formulazione molta vaga permette ai sindaci di fare quello che prevede la norma di De Luca sulla «conservazione degli immobili abusivi acquisiti al patrimonio dei Comuni», bocciata ieri dalla Corte Costituzionale: cioè affidare gli immobili costruiti senza licenza a chi risiede, se è impossibilitato a trovare una diversa abitazione. Proprio quello che secondo la Consulta non si può fare nella Regione con il più alto numero di case abusive: secondo Legambiente sono 70mila, Vincenzo De Luca, da viceministro alle Infrastrutture, parlò di 80mila abitazioni fuori legge, ma c'è anche chi dice che siano oltre 100mila.
 
Al comma 65 della legge 5 del 2013 si legge che «gli immobili acquisiti al patrimonio dei Comuni possono essere destinati prioritariamente ad alloggi di edilizia residenziale pubblica, di edilizia residenziale sociale, nonché dei programmi di valorizzazione immobiliare anche con l assegnazione in locazione degli immobili destinati ad uso diverso da quello abitativo, o a programmi di dismissione immobiliare». Come? «I comuni stabiliscono, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e nel rispetto delle norme vigenti in materia di housing sociale di edilizia pubblica riguardanti i criteri di assegnazione degli alloggi, i criteri di assegnazione degli immobili in questione, riconoscendo precedenza a coloro che, al tempo dell' acquisizione, occupavano il cespite, previa verifica che gli stessi non dispongono di altra idonea soluzione abitativa».

Racconta Domenico Tuccillo, presidente dell'Anci Campania e sindaco di Afragola fino allo scorso giugno: «Durante i miei due mandati, con questa norma, ho affittato due case costruite senza permessi a chi ci viveva. Nessuno mi ha contestato nulla, anche perché ho seguito le norme, ho prima approvato in Consiglio comunale un regolamento ad hoc». Nella leggina della giunta Caldoro però, a differenza di quanto prevede il provvedimento voluto dal suo successore, non si usa neppure il termine abusivismo. «E quali sarebbero gli immobili acquisiti in Campania se non quelli abusivi? - ribatte Tuccillo - Ripeto, nessuno mi ha contestato nulla quando l'ho utilizzato. A quanto ne so una ventina di Comuni campani hanno approvato un regolamento ad hoc, ma credo che neppure la metà abbia utilizzato questa norma». Succede anche in questo in Campania, regione al secondo posto in Italia per numero di abusi. Come detto, le stime sono discordanti sul numero delle abitazioni fuori legge.

Andando più nello specifico, soltanto nella «Zona rossa» intorno al Vesuvio, dove in teoria dove non si potrebbe neanche spostare una pietra, ce ne sarebbero sarebbero 27mila. A Ischia sono almeno 600 gli immobili, in toto o in parte, e 27mila le domande di condono. Lo scorso agosto a Casamicciola il terremoto ha sbriciolato, lasciando sotto le macerie una donna morta, un'abitazione sulla quale erano stati costruiti sul corpo originario due piani, per i quali fu poi chiesto un condono.

Sul costone della collina tra Pianura e i Camaldoli - dove un tempo c'erano soltanto vigneti e frutteti - sono state costruiti oltre 15mila metri quadrati di cemento, comprese scuole elementari e superiori, senza un briciolo di licenza edilizia. Tanto che qualche anno fa la Procura di Napoli sequestrò lì anche le strade. La procura di Torre Annunziata ha calcolato che almeno 3mila edifici tra Torre del Greco e Massa Lubrense sarebbero da abbattere. Ma situazioni critiche si trovano anche nelle altre province della regione, senza dimenticare che il 60 o il 65 cento dei 4800 fabbricati scolastici non è conforme alle regole di sicurezza o è stato innalzato in zona sismica.

Visti i numeri l'abusivismo in Campania è diventato una categoria politica. Qui per esempio è nato il concetto di abusivismo di necessità che nel provvedimento De Luca come in proposte depositate negli anni scorsi in Parlamento si traduce nel non abbattere le case di chi non può permettersi di comprare un'abitazione sul mercato immobiliare. Persino un campione della legalità come Luigi Di Maio, nel 2017 quando era soltanto vicepresidente della Camera, sentenziò: «Se un giudice dice che un immobile va abbattuto, si fa. Ma non possiamo voltare le spalle a chi ha una casa abusiva perché la politica non ha fatto il suo dovere».

De Luca ha sempre detto di essere spinto dalla consapevolezza che difficilmente si potranno demolire via oltre 70mila case. Vuoi perché i costi - 30mila euro a intervento - sono a carico dei sindaci, vuoi perché i tempi dei processi che portano a sentenza di sequestro e abbattimento sono lunghissimi. Nei tredici comuni del parco del Vesuvio, per esempio, ci sono stati negli ultimi vent'anni soltanto 192 verdetti passati in giudicato. Che però hanno portato a 55 demolizioni.
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