Caos Pd, i consiglieri regionali: «Ora azzerare tutti gli organismi»

Caos Pd, i consiglieri regionali: «Ora azzerare tutti gli organismi»
di Carlo Porcaro
Venerdì 16 Marzo 2018, 10:51
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Il richiamo all'unità, classico farmaco per un paziente già moribondo, è fallito subito. Il Pd Napoli, all'ultima assemblea provinciale svoltasi al Mav di Ercolano tra urla e spintoni, non sembra avere altra scelta che il rinnovamento totale. Con tre grandi enigmi da sciogliere: il ruolo del presidente della Regione Vincenzo De Luca (che potrebbe aprire ad un rimpasto di giunta per favorire il dialogo), l'incarico di capogruppo regionale di Mario Casillo, traballante dopo il tonfo delle elezioni politiche, le candidature per le comunali del prossimo 27 maggio sulle quali il centrosinistra naviga in acque altissime.
 

Se Nicola Oddati annuncia il ritiro del ricorso contro il segretario Massimo Costa in cambio di una gestione collegiale, ad invocare senza indugio l'azzeramento è uno dei pochi esponenti dem in grado di rispostare l'asse del partito verso sinistra soprattutto in città dove in molti alle politiche hanno scelto il miraggio anti-casta dei Cinquestelle o l'ultima speranza rossa incarnata (male) da Liberi e Uguali.
 
«Lo spettacolo indecoroso dell'assemblea provinciale che si è tenuta l'altra sera è l'ennesima dimostrazione di quanto affermo, ormai, da tempo. Bisogna azzerare tutti gli organismi dirigenti che, come ha dimostrato il risultato elettorale delle politiche e, ancor prima, il flop delle elezioni comunali di Napoli, non rappresentano più nessuno», ha detto il consigliere regionale del Pd Gianluca Daniele, che sta facendo fronte comune con i colleghi Enza Amato, Antonella Ciaramella, Bruna Fiola e Antonio Marciano. Secondo l'ex sindacalista Cgil «i pochi elettori che ci sono rimasti, così come quelli che ci hanno abbandonato in questi anni, chiedono un cambiamento radicale delle logiche distorte che hanno imbalsamato il Pd napoletano, molto più attento a posizionamenti e incarichi che ai problemi delle persone. C'è chi continua a ballare mentre il Titanic affonda, come se niente fosse accaduto». Sono gli elettori ad essersene andati, qualcuno prima o poi dovrà provare a riacciuffarli considerando che il Pd adesso a Napoli e provincia ha preso appena il 13 per cento. «Continuare a discutere su chi debba fare cosa, invece di concentrarci in una seria analisi sulle scelte che ci hanno alienato il consenso dei cittadini, è pura follia». Che cosa fare allora? Per Daniele «è prioritario che si dimetta il gruppo dirigente al fine di riavviare un dialogo con tutte le forze sane del fronte progressista per tornare ad essere di nuovo competitivi: l'unico modo per farlo ha concluso - è tornare tra la gente, occuparci del lavoro che non c'è, dei servizi negati, della lotta alla povertà». Sulla stessa scia, un altro consigliere regionale della fazione contraria all'asse Topo-Casillo, ovvero Antonio Marciano che, forte della vicinanza al neo-reggente nazionale Maurizio Martina (pare venga lunedì a Napoli a Fuorigrotta), lancia una serie di iniziative: «Abbiamo bisogno di nuove categorie interpretative di una società in veloce e costante trasformazione per comprendere meglio anche ciò che è accaduto in queste ultime elezioni. Per questo abbiamo pensato di promuovere un ciclo di seminari», ha annunciato su facebook. Si chiamerà: 90 minuti con.....; il primo giovedì 22 marzo alle ore 18.30 presso la Sala degli Specchi dell'Università Telematica Pegaso a Napoli (Palazzo Zapata, Piazza Trieste e Trento, 48) con la lezione di Mauro Calise, Professore di Scienza Politica presso l'Università Federico II per capire cosa c'è dentro il voto del 4 marzo; poi il venerdì 6 aprile sempre alle 18,30 con Francesco Nicodemo, esperto di comunicazione, per discutere del messaggio e della comunicazione politica al tempo dei social media.
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